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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 11 ottobre 2011

LA FINE E' IL MIO INIZIO, LA RECENSIONE

Cari amici ed amiche.

Ieri ho visto il film intitolato "La fine è il mio inizio" e tratto dall'omonimo libro di Tiziano Terzani (nella foto, Firenze, 14 settembre 1938- Orsigna, 28 luglio 2004). Il film parla dei suoi ultimi momenti di vita.
Venditore della Olivetti prima e poi giornalista, Terzani visitò tutti i luoghi che nel corso della storia ebbero conflitti e rivolte. Tra l'altro, Terzani lavorò per importanti giornali come "Il Giorno" , il "Corriere della Sera" ed il settimanale tedesco "Der Spiegel".
Vide in prima persona la guerra in Vietnam e l'apartheid in Sud Africa.
Cultore della Cina, Terzani abbracciò l'ideologia comunista di Mao Tse Tung per poi pentirsene in seguito. A suo dire, il comunismo avrebbe ucciso l'antica cultura cinese nella Cina di oggi.
Proprio su questo punto, io vorrei soffermarmi.
Proprio la parola di un ex comunista di ferro, qual era Terzani, deve fare capire quanto sia brutta quell'idea.
Il comunismo è un'ideologia che spersonalizza e nega quella che è l'unicità di ogni persona di fronte agli altri e di fronte a Dio, quel Dio in cui forse Terzani non credeva, almeno per come crediamo noi cattolici. Ogni uomo ha ambizioni e peculiarità diverse da quelle del suo vicino.
Il comunismo è un'ideologia mortifera.
Pur avendo rifiutato il comunismo, però, Terzani rimase anarco-socialista in cuore.
Questa sua idea si manifestò quando parlò della sua malattia, un tumore al pancreas che lo portò alla morte.
Per lui, il tumore fu una benedizione poiché, a suo dire, lo liberò da ogni "maschera" che indossava nella vita precedente.
Da sempre affascinato dalla cultura Zen, passò un lungo periodo di meditazione presso un monaco buddista, dopo avere smesso di accettare le cure della medicina tradizionale.
Di sicuro, Terzani era rimasto fortemente avverso anche al capitalismo.
Per lui, società dell'Occidente di oggi ha messo al centro il profitto.
Ora, io voglio fare una mia riflessione.
Il capitalismo in sé ha una logica cristiana.
Basta leggere le varie lettere di San Paolo Apostolo, nei passi che parlano del lavoro, o basta rileggere il testo di Thomas di Cobham.
Quindi, il capitalismo di oggi è un sistema imperfetto ma non da buttare.
Il problema non è il profitto ma il modo in cui l'uomo si pone di fronte ad esso.
Se l'uomo vede il profitto come un fine è logicamente male.
Se, invece, l'uomo vede il profitto come un mezzo per creare lavoro e ricchezza per tutti le cose cambiano perché contribuisce al bene della società.
Sul fatto che si debbano dare un'etica e dei valori al capitalismo, si può essere d'accordo.
Non bisogna, quindi, criminalizzare il capitalismo in quanto tale.
Di sicuro, questo film è stato caratterizzato dalla storia di un Terzani che fa redigere un suo "testamento" a suo figlio Folco.
In questo suo testamento, il vecchio giornalista (interpretato dall'attore Bruno Ganz) fa scrivere a Folco (interpretato da Elio Germano) tutte le sue riflessioni su tutti gli avvenimenti che egli vide.
Dietro a questo dialogo vi è però la volontà di un padre di ricucire un rapporto con un figlio che non vedeva da molto tempo e con cui aveva litigato.
Quindi, questo film parla quasi di un padre che, prima di morire, voleva riabbracciare i propri figlioli.
Non c'è solo la vicenda del "Terzani giornalista" ma anche quella del "Terzani uomo", un uomo che stava lottando contro un male che lo stava distruggendo.
Ho trovato particolarmente toccante la scena del film in cui Terzani mostrava al figlio il drenaggio che gli usciva dall'addome.
Mi ha ricordato quello che successe alla mia nonna materna, che morì di cancro al peritoneo il 03 febbraio 1997.
Eppure, Terzani volle ridere di fronte alla morte.
Infatti, non volle che gli altri piangessero al suo funerale e volle essere cremato e che le ceneri fossero disperse nell'aria.
La sua morte sopraggiunse di fronte ai suoi cari, sua moglie Angela (interpretata da Erika Pluhar), i suoi figli Folco e Saskia (interpretata da Andrea Osvart) ed i nipoti.
Io definisco Tiziano Terzani un personaggio "controverso".
Non condivido nulla delle sue idee. Anzi, se prima di vedere il film ero anticomunista ora lo sono ancora di più e sono ancora più convinto della mia avversione verso quell'ideologia.
Però, a Terzani va riconosciuto il fatto di avere vissuto la vita fino in fondo.
Il film mostra esattamento ciò.
Cordiali saluti.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".