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martedì 18 ottobre 2011

SAN LUCA ED IL CARDINALE NEWMAN-SAINT LUKE AND CARDINAL NEWMAN


Cari amici ed amiche.

Leggete questo articolo sul blog dell'amico Carlos Echevarria ed intitolato "Saint Luke The Evangelist-Ora Pro Nobis".
Esso parla di San Luca, l'unico evangelista non di origine ebraica.
Nato ad Antiochia, greco e pagano, per volere della famiglia studiò medicina. Conobbe San Barnaba, amico di San Paolo di Tarso, di cui divenne discepolo e compagno di viaggio. Di San Paolo conobbe ogni aspetto della vita.
Fu lui che, molto probabilmente, scrisse il libro degli "Atti degli Apostoli", che parla anche della conversione di San Paolo, oltre al suo libro più noto, per l'appunto, il Vangelo secondo Luca.
Fu l'unico autore non di origine ebraica della Bibbia.
San Luca fu anche un ottimo propagatore delle Scritture.
Conoscendo il greco, riuscì a diffondere le Scritture, attraverso la traduzione dei Settanta.
San Luca non fu solo una persona che scelse di abbracciare una fede ma se ne fece propagatore. Di fatto fu un sacerdote della fede cristiana.
Morì all'età di 84 anni e, secondo la tradizione, sarebbe stato sepolto a Tebe, in Grecia.
Tuttavia, le sue spoglie furono portate alla basilica dei Santi Apostoli a Costantinopoli
Un discorso analogo vale per una persona vissuta migliaia di anni dopo, il Beato John Henry Newman.
Il cardinale Newman (Londra, 21 febbraio 1801-Edgbaston, 11 agosto 1890) fu un esempio di un uomo che cambiò vita e che la fece cambiare ad altri.
Leggete questo brano che mi è stato segnalato dall'amico Andrea Casiere su Facebook:

"La tappa in Sicilia di John Henry Newman

Nato a Londra nel 1801, parroco anglicano nella chiesa universitaria di St. Mary dal 1828 al 1843, tredici anni prima della sua conversione al cattolicesimo (9 ottobre 1845), John Henry Newman accompagnò nel 1832 Froude in un viaggio nell'Europa meridionale, visitando Roma, Malta, Corfù e la Sicilia. In questo viaggio incontrò per la prima volta, nel Collegio Inglese di Roma, Nicholas Wiseman, che diventerà Arcivescovo cattolico di Westminster. http://www.oratoriosanfilippo.org/newman.html

Ci piace riportare uno stralcio tratto dalla sua Opera “Apologia pro vita sua” Ed. Paoline (2001) relativo alla sua permanenza in Sicilia

“Quando ci congedammo da monsignor Wiseman, egli, cortesemente, ci manifestò il desiderio di vederci una seconda volta a Roma; io risposi con gravità: «Abbiamo un lavoro da fare in Inghilterra». Subito dopo partii per la Sicilia e il mio presentimento si fece più forte. Mi spinsi fino nel cuore dell’isola e a Leonforte fui preso dalla febbre. Il mio servitore credette che stessi per morire e chiese le mie ultime disposizioni. Gliele diedi, come aveva chiesto, ma dissi «Non morirò». Ripetei: «Non morirò, perché non ho peccato contro la luce, non ho peccato contro la luce». Non sono mai stato capace di spiegarmi del tutto cosa volessi dire. Raggiunsi Castrogiovanni e là dovetti restare a letto per quasi tre settimane. Verso la fine di maggio partii per Palermo impiegando tre giorni nel viaggio. Prima di lasciare l’albergo, la mattina del 26 o 27 maggio, mi sedetti sul letto e cominciai a singhiozzare disperatamente. Il mio servitore, che mi aveva fatto da infermiere, mi chiese cosa avessi. Non potei rispondergli altro che: «Ho un lavoro da fare in Inghilterra».

Non vedevo l’ora di tornare a casa; ma per mancanza di una nave dovetti fermarmi per altre tre settimane a Palermo. Cominciai a visitare le chiese, ed essi calmarono la mia impazienza, anche se non assistevo ad alcuna funzione. Non sapevo niente della presenza del Santissimo Sacramento. Finalmente potei imbarcarmi in una nave carica di arance, diretta a Marsiglia. Fu allora che scrissi la poesia Lead, Kindly lyght, divenuta poi ben nota. Per tutto il tempo della traversata non feci altro che scrivere versi. Finalmente raggiunsi Marsiglia e potei proseguire per l’Inghilterra». pp. 172-173.".


Questo testo parla del viaggio che il futuro cardinale Newman fece in Sicilia nel 1832. Anche a causa della malattia che lo colpì, questo viaggio fu per lui motivo di riflessione. Nell'Inghilterra di quegli anni, la riflessione religiosa fu forte.
Nacque l'anglo-cattolicesimo, una corrente religiosa della Chiesa anglicana che tendeva a contrastare con la tendenza protestante nella stessa rivalutando il tradizionalismo cattolico. In realtà, pare che l'anglo-cattolicesimo fosse nato per fare sì che i cattolici passassero all'anglicanesimo. Leggete questa frase del giurista William Blackstone (Londra 10 luglio 1723-Londra 14 febbraio 1780) che dice:

"Riguardo ai papisti, al fine di assicurare la generale tolleranza nei loro confronti basterebbe fare lo stesso discorso fatto per i protestanti dissidenti, ammesso che la distinzione che i cattolici rivendicano riguardi solo la sfera religiosa e non implichi il sovvertimento delle leggi civili. Se solo rinunciassero al primato papale, essi potrebbero tranquillamente amministrare i propri sette sacramenti, godersi il loro purgatorio, il loro confessionale, l’adorazione delle loro reliquie e pure la loro transustanziazione. Ma nel momento in cui riconoscono un’autorità straniera, cui attribuiscono un potere superiore a quello del loro stesso re, essi non possono lamentarsi se le leggi del loro regno li trattano alla stregua di pessimi soggetti.".

In pratica, il "problema inglese" non fu di natura dogmatica ma semplicemente di natura "giuridica". I cattolici vennero identificati come "pessimi inglesi" per il semplice fatto di riconoscere il Papa come capo della Chiesa.
Nel solco di questa ideologia nacque l'anglo-cattolicesimo.
Tuttavia, ben presto l'anglo-cattolicesimo portò ad una riflessione più profonda.
Infatti, seguire il tradizionalismo cattolico significava dovere riconsiderare la posizione del Papa nella Chiesa.
Il Papa, infatti, è Successore di San Pietro Apostolo.
Quindi, egli è capo visibile della Chiesa.
Da qui, Newman iniziò una riflessione forte che lo portò alla conversione al cattolicesimo (1845).
Non solo si fece cattolico ma divenne anche sacerdote della Chiesa e poi cardinale.
Quindi, si fece propagatore del messaggio cristiano e criticò quel relativismo che purtroppo si fece strada anche nella Chiesa anglicana (Broad Church).
Fu un San Luca del XIX secolo, se pur proveniente da un ambito cristiano.
Forse, noi "cattolici di vecchia data" dovremmo prendere come esempi simili personaggi e non adattarci a certe logiche attuali.
Cordiali saluti.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.