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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 7 ottobre 2011

IL CAFFE', UNA BEVANDA "MONASTICA" ED UNA GRANDE STORIA.


Cari amici ed amiche.

Forse non lo sapete ma ogni volta che bevete una tazzina di caffè, fate un "viaggio" nella storia.
Infatti, questa bevanda risale a più di 1500 anni fa.
Una leggenda narra che un pastore di nome Kaldi non ritrovò più le sue capre.
Il mattino dopo andò a cercarle e le trovò intorno ad un cespuglio con delle bacche rosse e saltellavano eccitate.
Il pastore si chiese come mai fossero così agitate e si domandò si quegli strani frutti fossero i responsabili di ciò.
Andò in un monastero che si trovava lì vicino e parlò con i monaci dell'accaduto.
Questi, a riprova, fecero un infuso con questi frutti e misero a punto una bevanda che bevvero e che li tenne svegli durante le loro notti di preghiera.
Ora, alcuni ambientano questa storia in Medio Oriente.
In realtà, essa potrebbe essere ambientata in Etiopia, la terra d'origine del caffè.
Ora, già in un'altra occasione ho parlato dell'Etiopia, quando scrissi dell'Arca dell'Alleanza.
Lì infatti, scrissi:

"Cari amici ed amiche.

Vi invito a rileggere l'articolo intitolato "Una cosa inaudita: per qualcuno il Tempio di Geruslemme non è mai esistito, seguendo il link
http://italiaemondo.blogspot.com/2010/09/una-cosa-inaudita-per-qualcuno-il.html .
In quell'articolo, ho parlato anche dell'Arca dell'Alleanza, la cassa che conteneva le due tavole date a Mosè da Dio, su cui Dio stesso scrisse il Decologo.
Ora, molti si chiedono ove sia ora quella reliquia.
Un suggerimento ce lo può dare il libro degli Atti degli Apostoli, testo della Bibbia che fa parte del Nuovo Testamento.
Nel capitolo 7, versetti 26 40, vi è un brano che parla di San Filippo Apostolo che si imbatté in un eunuco etiope che leggeva un testo del Vecchio Testamento, la Bibbia ebraica. Il testo in questione era un brano del libro del profeta Isaia.
Filippo spiegò all'etiope quel brano e gli disse che era riferito a Gesù.
L'etiope si fece quindi cristiano, facendosi battezzare.
Ora, se quell'etiope leggeva un brano del profeta Isaia, significa che egli fosse stato ebreo.
Ora, facciamo un grande salto indietro nel tempo.
Andiamo al tempo di re Salomone (ca 1011 BC-ca 931 BC) e della regina di Saba.
Quest'ultima era proprio la regina di Etiopia. Questa ebbe una relazione con il re Salomone e da quell'unione nacque Menelik I, il primo Negus (imperatore) di Etiopia.
La regina di Saba tornò con suo figlio in Etiopia e tutto il popolo etiope abbracciò l'Ebraismo.

Alla morte di Salomone, il Regno di Israele si spaccò in due. Si divise nel Regno di Giuda e in quello di Israele.
Lì iniziò un declino di quel regno. I territori vennero invasi da popoli stranieri. Nel 586, i Babilonesi distrussero il Tempio di Gerusalemme.
Ora, quando arrivarono i Babilonesi, l'Arca dell'Alleanza potrebbe essere stata portata via già da molto tempo.
E qui, ci potrebbe essere stata la mano di Menelik I che, secondo una leggenda, andò dal padre, che stava morendo, e portò via l'Arca del'Alleanza.
Quindi, l'Arca potrebbe essere stata portata in Etiopia. Lì potrebbe essere stata protetta e, ancora oggi, essa potrebbe essere ancora in quel luogo.
Nel IV secolo AD, in Etiopia arrivò il Cristianesimo. Esso arrivò fino alla Penisola Arabica e a Sana'a, capitale dell'attuale Yemen, i cristiani costruirono una cattedrale che oggi è una moschea.
Questo Cristianesimo fu diverso da quello che si sviluppo nel mondo greco o tra noi latini.
Tuttora ha queste caratteristiche.
Prima di tutto, esso è miafisita, poiché proclama la divinità e l'umanità di Gesù Cristo unite in un'unica natura. Noi latini (come greco-ortodossi) riconosciamo, invece, le due nature di Cristo sono distinte.
Inoltre, ha mantenuto riti e simbologie particolari, come anche la presenza di un'"Arca dell'Alleanza" in ogni chiesa.
Questo è l'elemento peculiare del Cristianesimo ortodosso etiopico.
Inoltre, si usano anche le stelle di Davide.
Vi invito a consultare il sito
http://www.etiopiamagica.it/cri.htm.
Quindi, potrebbe essere successo che questi Etiopi fossero stati ebrei e poi si fecero cristiani. Mantennero, però, molti retaggi della vecchia religione, tra cui il culto dell'Arca dell'Alleanza.
D'altra parte, il migliore modo per nascondere una determinata cosa è metterla in mezzo ad altre simili.
Forse, anche per questo ogni chiesa etiope ha un'"Arca dell'Alleanza".
Ora, sorge una domanda.
Dove può essere l'Arca dell'Alleanza?
Secondo alcuni, essa potrebbe trovarsi in una chiesa di Axum.
L'unica persona che può vederla è il custode della chiesa.
Nell'aprile 2010, il Patriarca ortodosso copto, ha confermato ciò e ha detto che l'Arca è in buono stato.
Secondo altri, potrebbe essere in un'altra zona dell'Etiopia, a Lalibela. Qui, ci sono delle chiese rupestri e pare che i Cavalieri Templari avessero contribuito a costruire le chiese rupestri e a custodire l'Arca che era lì.
Secondo altri ancora, l'Arca potrebbe essere stata portata a Gondar.
Anche qui, pare che ci fossero entrati i Templari.
Un'altra leggenda che gira attorno ai Cavalieri Templari, riguarda una setta massonica di rito scozzese.
Essa si propone come erede dell'Ordine Templare ed i suoi membri affermano di essere in possesso dell'Arca dell'Alleanza. Non l'ha mai mostrata.
Ciò che riguarda l'Arca dell'Alleanza affascina ma ogni cosa che la riguarda va trattata con la massima prudenza.
Inoltre, del passato ebraico degli Etiopi, potrebbero essere testimoni i Falasha, popolo ebraico che oggi si trova in Israele ma che viveva in Etiopia e che è di stirpe etiope.
Il loro Ebraismo è molto diverso da quello degli altri ebrei.
Anche questo potrebbe essere un indizio.
" .

Ora, qui sorge un quesito molto importante.
Il nome "caffè" deriva dalla parola turca "kahvè" che a sua volta deriva dall'arabo "gahwah" e significa "vino che eccita".
Ora, secondo la storiografia ufficiale, il caffè fu sdoganato dagli Arabi prima e dai Turchi poi.
Questi ultimi assediarono Vienna nel 1683 e quando furono costretti a ritirarsi lasciarono nel loro accampamento un sacco pieno di grani di caffè. Questo sacco fu donato ad un certo Kolshintzky, che fece da spia nell'accampamento ottomano.
Con quel caffè aprì il primo locale europeo dedicato a questa bevanda. Per renderla meno forte ed amara, Kolshintzky le aggiunse del latte e la fece accompagnare da dolcini dalla caratteristica forma a mezzaluna.
Questi furono gli antenati del classici "cappuccino e cornetto" che a noi italiani piacciono tanto.
Ora, però, la storiografia ufficiale dice che il caffè fu fosse stato coltivato per la prima volta dagli Arabi.
La realtà potrebbe essere diversa.
La testimonianza di ciò potrebbe trovarsi a Sana'a, la capitale dello Yemen.
Questa città, infatti, non fu fondata dagli Arabi ma dalla popolazione che provenne dall'Etiopia, gli Axumiti.
La grande moschea era in origine una chiesa cristiana copta.
Questo lascia presumere che gli Arabi avessero imparato a coltivare il caffè dagli Axumiti e che l'Impero Etiope fosse stato più grande di quanto si potesse ( e si possa) immaginare.
L'Impero Etiope non si estese solo nell'attuale regione del Corno d'Africa ma anche in vari punti delle coste della Penisola Arabica.
Tra l'altro, gli etiopi hanno un'altra particolarità, i simboli.
Nella zona delle tombe reali ad Axum e in molte chiese copte a Lalibela e a Gondar compaiono delle croci rosse.
Secondo gli storici etiopi pare che nell'XI secolo si fossero recati in quelle zone dei cavalieri occidentali, i cavalieri dell'Ordine Templare. Questi ultimi erano legati al Tempio voluto da re Salomone, il padre di Menelik I, il primo Negus etiope.
Pare, quindi, che la croce rossa fosse anteriore all'epoca in cui nacque l'ordine e che quest'ultimo l'avesse adottata.
Quindi, i cavalieri dell'Ordine Templare potrebbero
Pare, quindi, che i Templari conoscessero il caffè e avessero imparato a farlo.
Del resto, loro già conoscevano la distillazione. Il termine "alambicco" deriva dall'arabo "al-ambiq" e pare che fosse stato importato da questi cavalieri.
Guarda caso, la caffettiera "Moka", quella inventata da Renato Bialetti nel 1933 ha lo stesso principio degli alambicchi medioevali, l'uso del vapore.
La differenza sta nel fatto che negli alambicchi vi è una distillazione, ossia la separazione di liquidi tra loro miscibili in base ai diversi punti di ebollizione. Nella moka il vapore serve ad aumentare la pressione e a fare sì che l'acqua raggiunga la polvere di caffè per fare l'infusione.
Il nome deriva da quello della città yemenita di Mokha e fu già citata da Voltaire (21 novmbre 1694-30 maggio 1778) nel "Candido", durante un viaggio del protagonista in quel luogo che allora era parte dell'Impero Ottomano. Tra l'altro, Voltaire era ghiotto di caffè.
Guarda caso, vi è ancora si parla ancora delle Yemen, che fu terra degli Axum.
Potrebbero i Templari essere stati i primi ad inventare una Moka?
A prescindere dai vari enigmi (che possono essere solo congetture) una cosa è certa. Il caffè ha alle spalle una lunga storia.
Quindi, ogni valota che bevete una "tazzulella e cafè" dovete riflettere sulla lunga storia di questa bevanda.
E' un vero e proprio "sorso di storia".
Cordiali saluti.






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa foto presa dalla pagina Facebook di Christian Ricchiuti, esponente di Fratelli d'Italia.