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sabato 1 ottobre 2011

SECESSIONE? NO, GRAZIE MA... (Commento alle parole del presidente Giorgio Napolitano)




Cari amici ed amiche.

Rispondendo alle domande di studenti e docenti, durante un suo discorso presso l'Università "Federico II di Napoli", il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dice no ad ogni idea di secessione del Paese. Ha definito ciò fuori dalla storia e ha detto che nella Costituzione non c'è spazio per una via democratica alla secessione.
Ora, voglio fare un breve commento.
Io penso che nessuno voglia veramente la secessione. Forse, nemmeno la gran parte dei leghisti vuole realmente la secessione.
Tuttavia, l'attuale sistema statuale ha dei problemi che sono molto vecchi e che non possono più essere ignorati.
La nostra storia, purtroppo, è piena di errori ed uno di questi fu fatto nel XIX, nel Risorgimento.
Il Risorgimento fu il più grave errore della Storia italiana.
Il processo di unificazione fu, di fatto, un'annessione operata dal Regno di Sardegna ai danni degli altri Stati Italiani.
E' storicamente appurato e documentato, ad esempio, che, qui nel Mantovano, la "Guerra d' indipendenza" del 1848 fosse stata condotta non dalla popolazione locale ma da ceti intellettuali, massoneria e quant'altro che non erano nemmeno mantovani. Per lo più, erano piemontesi e toscani, con la collaborazione dei Francesi.
Ai contadini e al resto della popolazione mantovana non interessava nulla.
Dunque, da qui parte una riflessione.
Inoltre, va ricordato che il Regno delle Due Sicilie era ricco e prospero.
Garibaldi, per controllare la Sicilia, ebbe l'aiuto della mafia. Questo è storicamente appurato. Ad esempio, la storia parla di un ex-garibaldino, un tale Gaspare Mosca che, per sbarcare il lunario, si aggregò alla compagnia di guitti di Pepé Rizzotto.
La fonte da cui ho preso questa informazione è il libro della Selezione Reader's Digest "Europa Misteriosa".
Il declino del Sud Italia iniziò dal 1861 e si protrasse con le politiche di Giolitti (che favorì le varie forme di criminalità organizzata) e nel fascismo fino alle politiche assistenzialiste del XX che, di fatto, fecero ingrassare certi ceti politici corrotti.
Mussolini tentò di combattere la mafia e nel 1924 nominò Cesare Mori come di Trapani. Mori lavorò alacremente contro la criminaltà organizzata ed ebbe successo. Peccato, però, che cinque anni dopo Mussolini rimosse Mori perché questi era diventato molto popolare ed il duce aveva paura di essere offuscato. Il Sud fu di nuovo lasciato a sé stesso, di fronte alla criminalità che parassitava questa parte del nostro Paese.
Il fascismo fu anche un peccato di superbia.
Oggi stiamo pagando il prezzo di tutto ciò.
Abbiamo un Sud che non più in grado di produrre ricchezza ed un Nord oberato dal fisco.
E' logico che così non si possa più andare avanti e che vi sia un fragile equilibrio che potrebbe spezzarsi, con conseguenze imprevidibili.
E' ora di cambiare rotta!
Serve il federalismo e sono contento del fatto che il presidente Napolitano abbia visto di buon occhio tale situazione.
Con il federalismo, ogni ente locale e lo Stato centrale saranno responsabilizzati e saranno tagliati gli sprechi.
Io penso che solo il federalismo possa unire realmente l'Italia.
Allora, si lavori perché ci sia, finalmente, un'Italia federale.
Solo così si potrà salvare anche il Sud.
Cordiali saluti.

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