Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

giovedì 23 marzo 2017

Terrorismo, la profezia di Gilbert Keith Chesterton

Cari amici ed amiche,

l'amico e collaboratore Angelo Fazio (che ringrazio di cuore) mi ha portato all'attenzione questo scritto di Daniel Pipes:


"Esattamente un secolo fa, il celebre scrittore britannico G.K. Chesterton (1874-1936), considerato dai suoi ammiratori il più grande scrittore e pensatore del XX secolo, pubblicò un romanzo curioso intitolato L'osteria volante. Alla vigilia della Prima guerra mondiale, egli immaginò che l'Impero ottomano conquistasse la Gran Bretagna e imponesse la Shari'a, la legge islamica.Chesterton cavalca questo scenario inverosimile come un mezzo per ridicolizzare il progressismo – quello stesso approccio arrogante, "scientifico", gerarchico e di sinistra che caratterizza l'era di Obama. "Il compito dei progressisti è di continuare a commettere errori", spiegava a ragione Chesterton e L'osteria volante mostra in modo caustico le loro debolezze. Man mano che la trama del libro si sviluppa, la visione di una Gran Bretagna islamizzata presenta dei tratti distintivi che meritano la celebrazione del suo centenario.
Chesterton racconta di una guerra in cui "il più grande dei guerrieri turchi, il terribile Oman Pasha, egualmente famoso per il suo coraggio in guerra come per la sua crudeltà in pace", consegue una famosa vittoria sulle forze britanniche, che porta all'occupazione dell'Inghilterra, al controllo della polizia da parte dei turchi e a una crescente influenza di "un eminente mistico turco", un certo Misysra Ammon, che si fa paladino dei costumi islamici come l'astensione dal consumo di carne di maiale, la proibizione di immagini rappresentative, il dover togliere le scarpe e lasciarle vicino alla porta e la pratica della poligamia.
Ma il costume islamico più importante, e quello attorno a cui ruota L'osteria volante, è l'ordine emanato da Oman Pascià di distruggere i vigneti e di mettere al bando le bevande alcoliche. Lord Philip Ivywood, un dhimmi progressista e sostenitore di Ammon approva nel 1909 un divieto di consumo delle bevande alcoliche con qualche rara eccezione: gli edifici che espongono all'esterno le insegne delle osterie (in attesa della loro scomparsa universale) e due famosi pub, il Claridge's Hotel e il Criterion Bar, (ovviamente) riservati ai membri del Parlamento. Tutti gli altri pub devono servire bicchieri di limonata, tazze di tè e ciò che Chesterton chiama "bibite saracene".
Approfittando di una di queste rare eccezioni, un intrepido marinaio irlandese e un locandiere inglese se ne vanno in giro per il paese portando con loro l'insegna del pub "Old Ship", un barile gigante di rum e una grossa forma di formaggio cheddar. Le loro gesta etiliche e la furia crescente di Lord Ivywood, sono il fulcro di questo romanzo fantasy, che culmina in una rivolta inglese contro Ivywood, il Londonistan, le forze di polizia turche che indossano il fez e contro la loro scelta di non bere bevande alcoliche. Detestare il fatto di essere "annientati dalle armi di uomini dalla carnagione olivastra e gialla (…) aveva reso gli inglesi quello che non erano da secoli". La loro eroica insurrezione lascia Oman Pascià a terra morto "con il viso rivolto verso la Mecca" e permette la riapertura dei pub.
Sebbene la sua lettura rappresenti una sfida, questo racconto esagerato anticipa misteriosamente l'alleanza dei nostri tempi tra la sinistra e gli islamisti, un fenomeno altrimenti quasi invisibile fino al 1980. Precedendo George Galloway e Carlos lo Sciacallo, il sinistroide Ivywood definisce l'Islam "una grande religione" e "una religione del progresso". Egli fa anche appello alla piena unità fra il Cristianesimo e l'Islam, da chiamare Chrislam (un termine realmente in uso nel 2014), mentre un prete trendy vuole che la Cattedrale di Saint Paul ostenti "una specie di duplice emblema (…) una combinazione della croce con la mezzaluna".
Apprendiamo, in modo divertente, che Ivywood ha scritto una biografia del tirannico sultano ottomano Abdul Hamid II per la serie Sovrani progressisti anticipando (tra gli altri libri) la biografia artefatta di Hafez al-Assad. La sinistra di oggi trova delle scusanti per la mutilazione genitale femminile e Ivywood abbandona al loro destino le ragazze occidentali rapite e condotte negli harem turchi perché "i legami amichevoli o domestici che sono stati creati non siano nuovamente disturbati". Facendo eco ai progressisti di oggi, egli sostiene che le donne turche godono della "massima libertà", sminuendo la condizione delle loro omologhe inglesi.
Chesterton ha inoltre anticipato altre questioni allora inesistenti e che ora sono d'attualità. Ivywood specula sulla nostra epoca: "in un secolo o due", egli dice, "potremo vedere la causa della pace, della scienza e delle riforme appoggiata dappertutto dall'Islam". In quest'ottica, egli vede "l'Asia in Europa", qualcosa che l'immigrazione musulmana ha conseguito.
Il mistico turco Ammon diffonde "qualche ubbia riguardo alla civiltà inglese che è stata fondata dai turchi e sembra ritenere che presto gli inglesi dovrebbero tornare a questo modo di pensare". Infatti, nel 2014 è banale sentire gli islamisti proclamare che i musulmani hanno raggiunto le Americhe nel X secolo d.C. e che l'Islam ha avuto un ruolo di primo piano nella stesura della Costituzione americana.
L'osteria volante delinea in modo memorabile un quadro preliminare dell'Islam in Gran Bretagna, delirante e bizzarro, offrendo un'immagine che sembra molto più reale oggi rispetto a quando il romanzo è stato pubblicato, in un'epoca molto diversa
.".

Quando sarò in Sicilia, dovrò pagare un caffè o una granita ad Angelo, visto l'aiuto che mi dà con questo blog.
Io mi riconosco pienamente nelle parole dell'articolo.
Ora, noi ci stiamo suicidando come società.
Stiamo distruggendo la famiglia (con politiche assurde e con ideologie che addirittura vogliono negare l'esistenza del sesso maschile e di quello femminile) e stiamo togliendo i nostri simboli.
Si tolgono i crocifissi e le statue della Madonna, per "non offendere chi non è cristiano".
Mettiamo nelle nostre scuole libri di storia in cui, per esempio, vi è scritta ogni cosa negativa sulle Crociate, mentre non vi è scritto nulla di negativo su ciò che fecero i musulmani.
Ricordo che a Costantinopoli, nel 1453, quando i Turchi Ottomani entrarono non furono teneri con i Bizantini, i quali, agli occhi del sultano Mehmet II e soci, ebbero la "colpa" di avere resistito.
Si vogliono mettere al bando anche opere come la "Divina Commedia" di Dante Alighieri, perché ritenuta "omofoba" ed "islamofoba".
In certe scuole non si fanno più cantare le canzoni di Natale "per non urtare la sensibilità dei non cristiani".
Nelle Chiese cristiane (compresa quella cattolica, di cui anch'io faccio parte) vi sono sacerdoti che dicono che "Cristianesimo ed Islam sono la stessa cosa e che non c'è differenza tra Bibbia e Corano".
Addirittura, in certi Paesi (come la Svezia) si fanno già pregare nelle chiese i musulmani come se questi ultimi fossero nelle moschee.
Grazie al cielo, ci sono anche tanti preti che la pensano diversamente.
Noi ci stiamo ammazzando a poco a poco.
Nel Regno Unito ci sono già Paesi in cui vige la Shari'a.
In vari Paesi d'Europa si stanno formando anche partiti islamici.
Noi che facciamo?
Noi continuiamo a parlare di "integrazione", negando il problema, e continuiamo a favorire anche questa immigrazione clandestina incontrollata.
Così, c'è chi inneggia alla Palestina, senza tenere conto del fatto che chi vuole uno Stato palestinese voglia la distruzione di Israele.
Se qualcuno dice qualcosa di contrario a questa tendenza viene attaccato dalla grande stampa e da un certo mondo intellettuale e da quel popolo bue che li segue.
Una persona che difende la famiglia viene bollata come "omofoba".
Una persona che dice che l'immigrazione clandestina è un problema viene bollata come "razzista".
Una persona che dice che il terrorismo islamico esiste viene bollata come "islamofoba".
In nome del "politicamente" si sta facendo un genocidio: il nostro.
Quello che si sta facendo ai nostri danni è un vero e proprio genocidio.
Non è un genocidio che si fa con le armi ma con una certa propaganda che sfrutta l'ignoranza delle persone.
I terroristi, in fondo, vogliono solo accelerare la corsa verso la nostra fine.
Mettendo il terrore tra di noi, con gli attentati, noi veniamo di fatto annichiliti.
Allora, non sarebbe il caso di darsi una svegliata?
Cordiali saluti.





Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Continuiamo insieme per Roncoferraro

Ieri sono stato alla convention della lista Continuiamo insieme per Roncoferraro , la lista che sostiene l'attuale sindaco di Roncoferr...