vi invito a leggere un bell'articolo su "Il Giornale" che è intitolato "E il Canada "saluta" i profughi: scoppia la rivolta dei siriani".
Dell'articolo (scritto da Paolo Guzzanti) riporto questo stralcio:
"È dimostrato dai fatti, tristi ma non sorprendenti: non si possono adottare popoli di fuggiaschi come branchi di cuccioli confidando nel buonismo paternalista, perché prima o poi i nodi vengono al pettine e il principio di realtà produce disastri e poi spargimenti di sangue.
Lo dimostra una volta di più una documentata inchiesta del New York Times: all'inizio del tredicesimo mese di adozione da parte delle famiglie canadesi di decine di migliaia di profughi siriani, il Canada intero comincia a odiare i profughi mentre serpeggia un movimento (subito bollato come «di estrema destra») che sostiene la necessità di cacciare i siriani a pedate per ingratitudine. La colpa in realtà non è dei siriani, ma piuttosto dei canadesi che adorano presentarsi come i «buoni americani» contrapposti a quelle carogne a stelle e strisce.
In breve: i profughi siriani, accolti come animaletti esotici anziché come persone complesse con cultura, tradizione e storia lontanissime da quella americana, hanno molto gradito l'ospitalità generosa e gratuita, i vestiti pesanti, i pasti, i corsi di pattinaggio su ghiaccio per i bambini, ma hanno puntato i piedi quando si è trattato di accettare una vera integrazione e persino le sue premesse più ovvie, come imparare l'inglese, cercarsi un lavoro, scomodarsi a usare i mezzi pubblici. Tutto è accaduto con la fine dei benefici gratuiti previsti per 12 mesi e l'inizio, a marzo, del tredicesimo.
Le grandi famiglie allargate e integrate di nonne, mamme, bambini, mariti, nuovi fratelli e nuove sorelle, si sono dissolte di colpo con la fine del sostegno del governo. Dal lungo rapporto analizzato dal più grande giornale liberal si capisce che la colpa è dei vanitosi benefattori i quali hanno innaffiato dei poveri (per lo più) contadini siriani fuggiti dalla guerra con bancomat, schede prepagate, pasti confezionati, lezioni e intrattenimenti gratuiti, senza spiegare che la ricchezza si produce e non la si consuma soltanto. Fra i rifugiati ci sono anche molti laureati e tecnici, ma non sanno parlare inglese né muoiono dalla voglia di studiarlo. Inoltre, le parentele rimaste in Siria chiedono loro soldi in modi brutali e ricattatori, sicché molti profughi, specialmente i più giovani, si sono ridotti a rubacchiare piccole somme per poterle spedire in Siria, mentre fra loro crescevano angoscia e delusione.".
Una persona che va in un altro Paese deve integrarsi nella società di quel Paese che la ospita.
Non a caso, ho scritto in grassetto e sottolineato il verbo in questione.
Quindi, deve imparare la lingua di quel Paese, deve trovarsi un onesto lavoro in quel Paese, deve rispettare la legge in quel Paese e non può pretendere che sia la società di quel Paese ad integrarsi alla sua cultura ma deve essere il contrario.
Una persona che va in un altro Paese e che non fa tutto ciò può essere rispedita indietro a buon diritto.
Un Paese non può permettersi di avere barboni e nullafacenti provenienti da altri Paesi nelle sue strade.
Se poi quel Paese è in crisi (come il nostro) la cosa è ancora peggio.
Essere accoglienti non deve significare essere buonisti.
Se io andassi in casa di una persona ed iniziassi a mettere i piedi sul tavolo, a ruttare, a fare peti e a fare ogni altra cosa riprovevole, senza rispettare i padroni di casa, non farei certo una gran cosa.
Anzi, i padroni di casa avrebbero il sacrosanto diritto di buttarmi fuori.
Un Paese che accoglie persone provenienti da altri Paesi deve esigere che entrino in modo regolare, deve esigere il rispetto delle sue leggi e della sua cultura e deve esigere che queste persone lavorino e si integrino.
Se queste persone non fanno ciò, il Paese ha il diritto di buttarle fuori.
Questo mio discorso non è razzistico ma è il discorso che si fa in qualsiasi Paese normale.
Quello che sta accadendo in Canada con i profughi è la dimostrazione di ciò.
Il governo canadese del premier Justin Trudeau ha dato tanto a loro (a scapito dei cittadini canadesi e di coloro che vengono da fuori e che in Canada si sono realmente integrati) ed ora ha chiesto che essi si integrino.
Bisogna imparare che se si dà da mangiare ad una persona senza chiederle nulla in cambio e per tanto tempo, quella persona si abitua.
Trudeau ha fatto esattamente questo.
Ora, lui chiede che i siriani si integrino ma questi si sono abituati a quel modo di fare precedente e ad integrarsi non pensano nemmeno.
Questo è il risultato del buonismo.
Speriamo che Trudeau l'abbia capito.
Cordiali saluti.
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