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giovedì 30 marzo 2017

Noi dovremo pagare la Brexit?

Cari amici ed amiche,

sul blog "Wall and Street" di Mario Rostelli e Gian Maria De Francesco de "Il Giornale"  vi è un articolo intitolato "Quanto (ci) costa la Brexit".
Dell'articolo, riporto questo stralcio:

"Cominciamo, però, dalle note dolenti. Innanzitutto, il nostro Paese rischia una stangata stimata tra i 3,2 e i 4 miliardi di euro nel biennio 2019-2020, cioè grosso modo la «manovrina» pari allo 0,2% di Pil che il governo si appresta a varare. L’unica cosa che resta da stabilire sarà la modalità con cui saldare la parcella: più tasse oppure meno investimenti.

«L’assenza di un accordo con Londra avrebbe conseguenze ancor più gravi», ha spiegato Michel Barnier, capo negoziatore della secessione britannica per conto della Commissione Ue alludendo alla possibilità di una hard Brexit. Le analisi fanno riferimento a uno studio pubblicato dall’Istituto Jacques Delors che esamina le conseguenze della Brexit a seconda dei differenti scenari possibili. Bruxelles punta a far rispettare al governo britannico gli accordi di compartecipazione al bilancio Ue fino al 2020 nonostante l’uscita sia calendarizzata per l’anno precedente. Il vero problema, però, è cosa accadrà con la successiva programmazione settennale 2021-2027. Alle casse comunitarie verranno meno 10 miliardi di euro di contributi netti all’anno (17 miliardi includendo gli investimenti in Gran Bretagna). Non sono bruscolini perché corrispondono al 20% delle dotazioni dei fondi di coesione, al 20% della politica agricola comunitaria o all’intero stanziamento annuale per i programmi Erasmus.




La ricerca dell’Istituto Jacques Delors prefigura sostanzialmente tre possibilità: copertura dell’ammanco, taglio del budget o una sintesi delle prime due. Nel primo caso, se non si volessero tagliare gli investimenti, bisognerebbe aumentare di 17 miliardi di euro (119 miliardi in 7 anni), come detto, il bilancio dell’Ue a 27 tramite i due canali standard di finanziamento: i contributi dei singoli Stati sulla base del Pil e la compartecipazione al gettito Iva. Questo vorrebbe dire che gli Stati come Germania, Francia e Italia dovrebbero versare da un minimo del 10 a un massimo del 25% in più di quanto facciano oggi. Roma gira ogni anno circa 17 miliardi a Bruxelles: la spesa potrebbe perciò aumentare da 1,7 miliardi annui fino a 4 miliardi circa.

Se, invece, il bilancio fosse ridotto, la spesa sarebbe minore, ma anche i programmi di investimento – come visto – subirebbero un taglio non indifferente. Se poi Londra decidesse di non onorare gli impegni fino al 2020, sarebbero a rischio anche i fondi di coesione di questa tornata che, in molti casi, non sono stati impegnati per via della programmazione effettuata all’ultimo minuto (soprattutto nel nostro Paese). Insomma, quei 3-4 miliardi potrebbero mancare all’appello prima di quanto si possa immaginare e le Regioni (Lombardia e Veneto in testa) già se ne preoccupano"
.

Per dirla in modo sintetico e in parole semplici, volete vedere che questi vertici dell'Unione Europea vorranno fare pagare a noi la Brexit?
La Brexit è avvenuta per colpa loro.
Gli Inglesi non sono mica fessi.
Se, praticamente, essi hanno vinto tutte le guerre ci sarà un perché?
Loro hanno visto che questa Unione Europea va contro i loro interessi, come va contro i nostri.
Loro, però, sono stati più svegli.
Noi, invece, crediamo ancora nella bufala che dice che "l'Unione Europea ha portato settant'anni di pace", quando (in realtà) essa nacque nel 1992.
Adesso, la pace è retroattiva?
Questa Unione Europea dei tecnocrati non funziona.
Ha lasciato soli Paesi come il nostro di fronte al fenomeno dell'immigrazione clandestina.
Adesso, questi "signori" tecnocrati vogliono fare pagare a noi la Brexit, per la mancanza degli introiti provenienti da Londra?
Questo è inaccettabile!
Un governo serio andrebbe a Bruxelles a fare quarantotto.
Purtroppo, noi non abbiamo un governo serio e coraggioso.
Cordiali saluti. 

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