leggete questo commento che è arrivato da un tale Carmelo Bene, il quale si autodefinisce "IMPRENDITORE ORGOGLIOSO", all'articolo intitolato "Basta con questi No TAV, No TAP e soci!":
"Prima di scrivere cavolate s'informi! La protesta di ieri, a cui ho partecipato, non esprimeva un NO al gasdotto, ma era propositiva: spostarlo al nord della Puglia, ove c'è anche il consenso delle comunità territoriali. Forse lei non conosce San Foca: è un paese del litorale salentino ove, ormai, da anni, tutta l'economia si regge sull'impresa turistica. Costruire proprio lì parte del gasdotto (e non a nord della Puglia ove il turismo non è la risorsa primaria) significa distruggere il tessuto imprenditoriale che da anni, con molta fatica, sudore, investimenti e rischi connessi, si è andato formando.
Io sono un imprenditore, ho speso la mia vita e i miei averi in una struttura ricettiva che finalmente da qualche anno inizia a girare. E ora rischio di perdere tutto, un un periodo già difficoltoso di per sé.
Altro che fricchettoni, ieri c'erano tanti imprenditori del settore turistico. Impari a rispettare chi lavora! Ma è inutile ricordare che il rispetto presuppone per definizione lo sforzo di informarsi, ciò che lei, per un pregiudizio ideologico, ha omesso di fare. Io nella vita ho creato posti di lavoro, lei cosa ha fatto?".
Al signor commentatore che risponde al nome di Carmelo Bene, che è omonimo di un noto scrittore, poeta e filosofo vissuto tra il 1937 ed il 2002, consiglio di informarsi meglio.
Quando si fanno opere come autostrade, ferrovie, gasdotti ed altre, c'è un iter burocratico.
In questo iter vi è la Conferenza dei Servizi.
La Conferenza dei Servizi è un incontro in cui si confrontano le varie proposte, cominciando da chi propone l'opera, fino ad arrivare a coloro che avanzano le loro proposte o che debbono fare dei rilievi.
Alla Conferenza dei Servizi partecipano ministeri, regioni, province, comuni, imprenditori, associazioni di cittadini ecc.
Insomma, partecipano tutti gli stakeholder, i quali sono i portatori di interessi.
Il signor Carmelo Bene farà bene ad andare alla Conferenza dei Servizi.
Quando al gasdotto, non lo si può fare passare a nord della Puglia.
Il gasdotto proviene dall'Azerbaijan.
Quindi, il braccio di mare più breve è tra il Salento e l'Albania.
Alla Conferenza dei Servizi si trovi una soluzione che possa ridurre meno impattante l'opera, senza però dovere rinunciare ad essa.
Visto che il signor Bene è un imprenditore, gli ricordo che fare impresa qui in Italia è molto difficile anche per la mancanza di infrastrutture adeguate e per mancanza di approvvigionamento energetico, che fa alzare le bollette.
L'Italia ha bisogno di investimenti.
Se non si investe, manca il lavoro ed io non voglio restare senza un lavoro stabile a vita.
Se gli antichi Romani avessero dato ascolto a coloro che furono contro le opere, non si sarebbero fatte strade, ponti, tunnel ecc.
L'Impero Romano non sarebbe mai esistito.
Cordiali saluti
Io conoscevo anche un Carmelo Bene attore di teatro, straordinario, che ora non c e piu' e conosco San Foca (di nome) essendo un piccolo paese che vive di turismo.
RispondiEliminaBuona serata a tt e due.
Mi riferivo proprio a quel Carmelo Bene, il quale era attore, poeta e filosofo.
RispondiEliminaIl gasdotto va fatto perché è un opera strategica. Ma andava fatto più a nord per ragionevolezza soprattutto economica e il colosso costruttore poteva tranquillamente affrontare i costi maggiori. Lo Stato italiano ha tutelato loro e non se stesso: a san foca ora si perderanno molti posti di lavoro. La conferenza di servizi per la nostra causa è quasi inutile, dato che ormai l'opera si farà lì, quando invece non doveva assolutamente farsi lì. San Foca è come sorrento, taormina, portofino ecc: a nessuno verrebbe in mente di costruire un gasdotto lì. Lo Stato ha tradito noi imprenditori del posto: doveva tutelare le nostre imprese e invece come al solito ha tutelato i poteri forti. Per far risparmiare costi al colosso, infatti, non ha esitato a distruggere il tessuto imprenditoriale del luogo. Ma secondo lei chi verrà più in vacanza a san foca, sapendo e vedendo che c'è un gasdotto con ovvio impatto ambientale. Basta, la favola è finita, è ora di smantellare tutto. Per il colosso in questione costruire più a nord e spendere di più non era un problema: lo Stato di ha venduto. E in Puglia non è la prima volta.
RispondiEliminaLe faccio una domanda e la prego di rispondermi: nella stessa situazione, lei sarebbe stato d'accordo nel far passare un gasdotto a Portofino o a Cortina, anziché spostarlo di qualche km, per far risparmiare dei costi al costruttore?
RispondiEliminaComincio a credere che il problema sia sempre lo stesso: al sud siamo di serie B e da noi tutto si può.
sono d'accordo con te, Antonio
RispondiEliminaSe un'opera è fatta con il minimo impatto possibile e per il bene, io non sono contrario.
RispondiEliminaPoi, che la si faccia a Portofino o a Lecce o da un'altra parte non cambia.
Ricordo che quel gasdotto sarà sotterraneo e che gli ulivi che saranno espiantati saranno ripiantati.
Quindi, non ci sarà nessun impatto visivo.
Vede, un gasdotto non è per definizione un'opera di minimo impatto ambientale. Ma comunque se è un'opera strategica va fatta. Il punto è individuare il territorio giusto. In una zona turistica è automaticamente un'opera di enorme impatto ambientale e, proprio per questo motivo, di enorme impatto sul tessuto imprenditoriale. Andava ragionevolmente costruito un po' più a nord. Costava di più? E qual è il problema? Perché i costi ce li dobbiamo accollare noi imprenditori locali, anziché il colosso costruttore per il quale quei soldi in più sono bruscolini?
RispondiEliminaIl governo italiano ha per l'ennesima volta tutelato i poteri forti anziché gli imprenditori italiani. È inutile dire che il gasdotto sarà interrato e che gli ulivi saranno ripiantati: i turisti non sono stupidi. La nostra economia è rovinata, io sono rovinato. Tutto ciò per far risparmiare dei soldi a quel colosso, e sul suo altare è stata distrutta l'economia di san foca, da solo qualche anno in moto.
È una situazione da ricovero coatto, se non puzzasse come al solito di sostanziale corruzione.
Ma sono sicuro che se ci fosse stata di mezzo portofino o cortina non sarebbe stata nemmeno concepita una situazione del genere e cioè distruggere solo per far risparmiar soldi a un costruttore di tal fatta. Al sud siamo cittadini e imprenditori di serie b: non valiamo niente per lo Stato. La Puglia in particolare.
E trovo molto triste che persone come lei parteggino per il governo (e la sua scellerata scelta), anziché con noi imprenditori. SIAMO FALLITI.
Perché al sud ogni volta che si fa qualcosa di buono come un gasdotto alla fine dobbiamo sempre pagare un prezzo altissimo? È come la storia dell'Ilva: 'se volete lavorare dovete accettare di ammalarvi'. Ora: 'se volete il gasdotto il turismo di san foca deve morire'. Ma perché farlo più a nord non si poteva? I poteri forti, comandano sempre loro e noi meridionali abbiamo un cartello addosso: 'in vendita'.
RispondiEliminaNon è una questione di nord o di sud.
RispondiEliminaE' una questione di approvvigionamento energetico.
A noi quel gas che viene dall'Azerbaijan serve.
Quel gasdotto servirà a tutta l'Italia, da nord a sud.
Questa è la mia risposta: https://thecandelabraofitaly.blogspot.it/2017/04/tap-proteste-incomprensibili.html