porto avanti l'argomento dell'articolo intitolato "Io, che mando curricula, sarei un cretino?".
Invece di uscirsene con delle battute cretine e di pessimo gusto, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dica le cose per come stanno.
Dica che qui in Italia si va avanti se si è amici o parenti di Tizio Caio o di Lucio Sempronio.
Dica che qui in Italia studiare, diplomarsi e/o laurearsi non serve a nulla.
Dica che qui in Italia i meriti non contano nulla.
Così, noi tutti ci regoleremo.
Se io fossi un imprenditore, assumerei le persone solo in base ai meriti e alle competenze reali e non in base alla parentela o all'amicizia.
La parentela e l'amicizia sono una cosa e gli affari ed il business ne sono un'altra e vanno separatamente.
Io penso che un imprenditore che assume in base all'amicizia o alla parentela non sia un buon imprenditore, a meno che la sua non sia un'azienda a conduzione familiare.
Purtroppo, l'Italia è il Paese dei familismi della peggiore specie.
Troppo spesso si fanno andare avanti le persone se esse sono amiche o parenti di Tizio Caio o di Lucio Sempronio o se esse hanno determinati appoggi politici.
L'amicizia e la famiglia sono due cose bellissime (ed importanti per la società) ma in questi ambiti sono negative.
I pessimi risultati si vedono anche nella classe dirigente poco selezionata.
Visto che io non ho questi appoggi, continuerò a fare il cretino...mandando curricula.
Cordiali saluti.
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