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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 27 marzo 2017

Io, che mando curricula, sarei un cretino? Parte II

Cari amici ed amiche,

porto avanti l'argomento dell'articolo intitolato "Io, che mando curricula, sarei un cretino?".
Invece di uscirsene con delle battute cretine e di pessimo gusto, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dica le cose per come stanno.
Dica che qui in Italia si va avanti se si è amici o parenti di Tizio Caio o di Lucio Sempronio.
Dica che qui in Italia studiare, diplomarsi e/o laurearsi non serve a nulla.
Dica che qui in Italia i meriti non contano nulla.
Così, noi tutti ci regoleremo. 
Se io fossi un imprenditore, assumerei le persone solo in base ai meriti e alle competenze reali e non in base alla parentela o all'amicizia.
La parentela e l'amicizia sono una cosa e gli affari ed il business ne sono un'altra e vanno separatamente.
Io penso che un imprenditore che assume in base all'amicizia o alla parentela non sia un buon imprenditore, a meno che la sua non sia un'azienda a conduzione familiare.
Purtroppo, l'Italia è il Paese dei familismi della peggiore specie.
Troppo spesso si fanno andare avanti le persone se esse sono amiche o parenti di Tizio Caio o di Lucio Sempronio o se esse hanno determinati appoggi politici.
L'amicizia e la famiglia sono due cose bellissime (ed importanti per la società) ma in questi ambiti sono negative. 
I pessimi risultati si vedono anche nella classe dirigente poco selezionata.
Visto che io non ho questi appoggi, continuerò a fare il cretino...mandando curricula.
Cordiali saluti. 


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screenshot del Corriere della Sera.