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lunedì 20 marzo 2017

La questione della lotta alla mafia non deve scadere nella politica

Cari amici ed amiche,

la lettera qui sopra risale al 18 dicembre 2006 e mi era stata inviata dall'allora senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, in risposta ad una mia missiva in cui avevo fatto alcune considerazioni in merito ai giovani e alla politica.
A Dell'Utri riconosco la correttezza nell'avere risposto ad un cittadino.
Dal 2014, Dell'Utri è in carcere per accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.
Sul caso specifico, esprimo due considerazioni.
La prima riguarda il fatto che, a prescindere dalla sua colpevolezza o meno, una persona non deve essere detenuta in condizioni di salute così precarie.
Dell'Utri non sta bene e perciò si dovrebbe fare qualcosa. Magari, lo si potrebbe mandare agli arresti domiciliari.
Io avevo scritto qualche articolo a riguardo.
La seconda considerazione è un'opinione e riguarda il motivo per cui Dell'Utri è finito in carcere.
A tutti è nota la guerra che ci fu tra una certa parte politica e l'altra parte politica, quella di Dell'Utri.
Dell'Utri potrebbe essersi trovato nel bel mezzo di questa guerra politica.
Sappiamo tutti della vicenda che ha visto lo scontro tra il centrosinistra ed il centrodestra.
In questa lotta si è inserita anche una certa parte della magistratura politicizzata.
In particolare, è nota a noi tutti la guerra che è stata fatta contro il presidente Berlusconi, una guerra politica, giudiziaria e giornalistica.
Pensiamo anche ai fiumi di parole (sia chiaro, non voglio fare plagio con il titolo della canzone dei Jalisse) scritti su vari giornali (vicini alla sinistra) in cui si accusava Berlusconi di vicinanza alla mafia. Queste accuse non hanno mai trovato riscontro.
Purtroppo, in questa guerra è finita anche una cosa giusta e sacrosanta come la lotta alla mafia.
Ora, io vedo manifestazioni contro la mafia organizzate dalla sinistra con tanto di bandiere rosse, falci e martello e quant'altro.
Se mi fosse chiesto di partecipare ad una manifestazione simile, io mi rifiuterei.
Il mio rifiuto non sarebbe ad un mio mancato riconoscimento del dovere morale, civico e politico della lotta alla mafia.
La mafia è male e va debellata.
Però, la lotta alla mafia non deve assolutamente scadere nella lotta politica.
Contro la mafia serve unità e non divisione.
Non si può dire che una parte del popolo che è schierata con una certa politica sia dalla parte della legalità e che l'altra sia dalla parte della mafia.
Le persone buone ed oneste sono dappertutto.
Se si divide il popolo, la mafia ne giova.
Trovo inquietante chi pensa di potere usare la lotta alla mafia come lotta politica.
Invece, la mafia ha paura di un popolo unito.
Usare la lotta alla mafia per fare propaganda e delegittimare gli altri non giova alla lotta alla mafia.
Cordiali saluti.





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