l'ex-premier Matteo Renzi ha (di fatto) imposto le nuove nomine per i vertici di enti, come quello delle Poste.
L'asse tra Renzi ed il presidente del Partito Democratico Matteo Orfini regge anche nel puzzle delle nomine: al vertice di Leonardo, la vecchia Finmeccanica, arriva Alessandro Profumo per sostituire Mauro Moretti per la poltrona di amministratore delegato. Sul nome del banchiere c'è il placet di Matteo Orfini: il presidente del Partito Democratico e Profumo si conoscono dai tempi della Fondazione Italiani Europei di Massimo D'Alema.
Ma il colpo di coda Renzi lo mette a segno ai vertici di Poste italiane: Marco Del Fante e Bianca Maria Farina sostituiranno Francesco Caio e Luisa Todini nei ruoli di amministratore delegato e presidente. Nomi dal pedigree renziano D.O.C.: Del Fante, fiorentino come l'ex premier, è stato direttore generale della Cassa depositi e Prestiti e amministratore delegato di Terna, ma soprattutto vanta un legame di amicizia con Marco Carrai e con il finanziatore renziano Davide Serra. I nomi di Del Fante e Profumo non sono passati inosservati.
Per usare un'espressione del compianto professor Rodolfo Ferro, il premier Paolo Gentiloni è stato messo a Palazzo Chigi come lo stampo del castagnaccio.
Gentiloni è a Palazzo Chigi solo per fare vedere (o meglio per fare credere) che dopo il 4 dicembre il governo è cambiato.
In realtà, chi comanda veramente è ancora Renzi, il quale non ha capito che gli italiani non lo vogliono più.
Se una mattina Renzi si alzasse e volesse fare cadere il governo lo farebbe senza dubbio.
Certo, lui non lo fa perché non gli conviene.
Come ho già scritto, la gente non vuole più avere nulla a che fare Renzi e se si votasse, il Partito Democratico prenderebbe una bella scoppola.
Così, Renzi fa occupare i vertici di enti dello Stato da persone a lui vicine
Siamo alle solite.
Cordiali saluti.
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