sulla rivista "Panorama" vi è un "appello" intitolato "Politici, scrivete meglio le leggi".
In questo articolo vi sono i pareri di tre esperti: il dottor Giulio Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, il dottor Gerardo Longobardi, presidente del Consiglio Nazionale Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, e il dottor Maurizio D'Errico, presidente del Consiglio Nazionale del Notariato.
Sono molto interessanti queste parole del dottor Longobardi:
"La realtà è invece fatta di Leggi di Stabilità con un unico articolo e centinaia di commi (749 quella per il 2014, 560 quella per il 2013) che più volte richiamano altre norme con risultati dei migliori codici cifrati anti-spionaggio.
Senza contare gli eccessivi tecnicismi utilizzati.
Uno tra i tanti. Sapete cosa sono per il legislatore fiscale le "apparecchiature terminali per servizi di comunicazione elettronica a uso di cui alla let. gg. del comma 1 dell'articolo 1 del codice delle comunicazioni elettroniche di cui il decreto legislativo 1 agosto 2003 n.259? Risposta: i telefoni cellulari. Ci voleva molto per dirlo?".
Queste leggi hanno un linguaggio barocco che neppure gli stessi politici che le fanno capiscono.
Se poi ci aggiungiamo anche il fatto che per essere approvata una legge qui in Italia impieghi quasi due anni, tra passaggi nelle varie Commissioni del Parlamento, nelle due Camere del Parlamento e al Quirinale, capiamo da dove proviene questo pasticcio italiano, un pasticcio completato dal fatto che qualcuno possa fare ricorso al referendum per farla abrogare.
Cordiali saluti.
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