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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 21 novembre 2014

Evangelii Gaudium, meeting nella parrocchia di San Giovanni Battista a Roncoferraro

Cari amici ed amiche,

ieri sera c'è stato un incontro nell'oratorio della Parrocchia di San Giovanni Battista a Roncoferraro, Mantova.
In questo incontro si è parlato dell'Esortazione Apostolica di Papa Francesco "Evangelii Gaudium" e dello stesso pontificato di questo grande Papa che viene "dalla fine del mondo".
Moderatore dell'incontro è stato don Giovanni Telò, parroco di Villa Garibaldi di Roncoferraro e referente dell'Unità Pastorale "San Leone Magno".
Che l'epoca del "Cristianesimo sociologico" sia finita è cosa vera.
Oggi, chi si professa realmente cristiano (al di là del conformismo) è minoritario e non c'è più la convergenza tra Stato e Chiesa.
Però, i cristiani debbono diventare "lievito per", ossia una minoranza costruttiva e non una setta chiusa in sé stessa.
Don Giovanni ha parlato della cristianità qui in Italia e del rapporto di laicità positiva che c'è con lo Stato e le istituzioni civili.
Ergo, Stato e Chiesa sono due realtà separate ma che si muovono e dialogano per il bene comune.
Io ho fatto notare che qui in Italia le cose vanno ancora bene ma che in altri Paesi (come la Francia) non si può più parlare di laicità ma di laicismo.
Ho citato l'esempio dell'istituzione del matrimonio gay ad opera del presidente Francois Hollande che ha suscitato le ire dei cattolici che sono scesi in piazza a manifestare (civilmente) e che sono stati più volte caricati dalla polizia.
Don Giovanni ha ribattuto dicendo che questo non è il caso dell'Italia.
Io ho risposto dicendo che è vero ma che nel contempo di bisogna fare attenzione poiché anche qui in Italia ci sono forze che spingono al laicismo.
Il caso delle "Femen" (che ho citato) è stato eclatante.
Ricordo l'articolo che ho scritto ieri e che è intitolato "Abbiamo capito il pensiero di Cècile Kyenge".
Un'altra persona ha parlato dei cristiani apertamente perseguitati.
Il cristiano oggi è in minoranza e questo non è stato ancora accettato e metabolizzato.
Molti si fanno battezzare e prendono i sacramenti ma poi si allontanano dalla Chiesa.
Don Alberto Bertozzi, parroco di Roncoferraro, ha detto che farebbe una sorta di "registro" simile a quelli dei contratti e a chi decide di prendere i sacramenti vorrebbe ricordare esattamente cosa essi comportano, come se fossero dei contratti.
Don Giovanni ha parlato del fatto che egli prepari i ragazzi per i sacramenti e che poi, dopo la Cresima, molti di essi non vadano più a messa regolarmente.
Egli ha detto che all'inizio si adombrava per ciò ma poi ha anche detto che il cristiano non deve guardare alla sua fede e a ciò che deve trasmettere nell'ottica produttivistica ma piuttosto nell'ottica del "seminatore", di colui che cerca di "seminare" il germe della fede e di aspettare e sperare che qualcosa venga fuori.
Io ho rilanciato la questione dell'ecumenismo, riallacciandomi in parte alle parole di don Alberto Bertozzi che aveva detto che noi cristiani siamo una "minoranza sbriciolata".
Noi cristiani cattolici, spesso e volentieri, non ci mostriamo come una minoranza compatta.
Questo è vero ed io ho aggiunto che serve sia una coesione tra noi cattolici e sia un dialogo con gli altri cristiani, ortodossi, protestanti ed anglicani.
Oggi, chi attacca il Cristianesimo, lo fa proprio adducendo al fatto che noi cristiani siamo divisi.
Nel caso degli ortodossi e (in parte) degli anglicani, le divisioni con noi cattolici sono per lo più di natura disciplinare, per esempio, riguardo al primato papale e alla liturgia, e a piccole faccende dogmatiche, come il discorso inerente alla Filioque o alla Comunione da dare ai divorziati.
Nel caso dei protestanti (luterani, calvinisti, metodisti e di altra denominazione), le divisioni sono dogmatiche.
Chi attacca il Cristianesimo ha buon gioco nel dire: "Se voi cristiani siete divisi significa che il Cristianesimo non vale nulla".
Io ho fatto notare questo.
Dobbiamo ritrovare un dialogo con gli altri cristiani, incominciando, per esempio a parlare di difesa della famiglia e della vita, oltre che della dignità umana.
Si è toccato anche il discorso del pontificato di Papa Francesco.
Una signora ha detto che questo Papa è entrato nel cuore di molti e che i suoi genitori non perdono neppure un suo discorso.
Anzi, ella ha detto che suo padre era un "mangiapreti" , una persona anticlericale.
Eppure. oggi lui apprezza questo Papa che sa parlare al cuore della gente.
Si è poi fatto un confronto con il pontificato di Papa Benedetto XVI.
Qui la discussione si è un po' "accesa" e (manco a dirlo)  l'ho "accesa" io, avendo preso le difese del pontificato di Papa Benedetto XVI, anche riguardo a situazioni come quella della famosa Lectio Magistralis di Ratisbona , quella in cui il Papa citò un discorso fatto dall'imperatore bizantino Manuele II Paleologo ad un dotto musulmano, il discorso che recita:

"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava.".

A differenza di quanto detto da altri, per me quella Lectio Magistralis non fu una gaffe di Papa Benedetto XVI.
Egli ha solo fatto un discorso inerente al rapporto tra fede e ragione.
Ricordo, tra l'altro, che nella sua visita in Turchia, Papa Benedetto XVI pregò nella Moschea Blu insieme al muftì.
Papa Benedetto XVI ha lasciato il pontificato perché sentiva non potere più sopportare la posizione del "soldato in trincea".
Ricordatevi di quanto accaduto durante il pontificato.
Serviva un Papa che sapesse contrattaccare.
La figura era stata individuata nel cardinale argentino Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco.
Papa Francesco ci ha insegnato a dialogare senza pregiudizi.
Termino, citando il secondo paragrafo dell'Udienza di Papa Francesco che c'è stata il 19 novembre scorso:

"2. Tutto questo ci fa comprendere che, per essere santi, non bisogna per forza essere vescovi, preti o religiosi: no, tutti siamo chiamati a diventare santi! Tante volte, poi, siamo tentati di pensare che la santità sia riservata soltanto a coloro che hanno la possibilità di staccarsi dalle faccende ordinarie, per dedicarsi esclusivamente alla preghiera. Ma non è così! Qualcuno pensa che la santità è chiudere gli occhi e fare la faccia da immaginetta. No! Non è questo la santità! La santità è qualcosa di più grande, di più profondo che ci dà Dio. Anzi, è proprio vivendo con amore e offrendo la propria testimonianza cristiana nelle occupazioni di ogni giorno che siamo chiamati a diventare santi. E ciascuno nelle condizioni e nello stato di vita in cui si trova. Ma tu sei consacrato, sei consacrata? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione e il tuo ministero. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un battezzato non sposato? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro e offrendo del tempo al servizio dei fratelli. “Ma, padre, io lavoro in una fabbrica; io lavoro come ragioniere, sempre con i numeri, ma lì non si può essere santo…” – “Sì, si può! Lì dove tu lavori tu puoi diventare santo. Dio ti dà la grazia di diventare santo. Dio si comunica a te”. Sempre in ogni posto si può diventare santo, cioè ci si può aprire a questa grazia che ci lavora dentro e ci porta alla santità. Sei genitore o nonno? Sii santo insegnando con passione ai figli o ai nipoti a conoscere e a seguire Gesù. E ci vuole tanta pazienza per questo, per essere un buon genitore, un buon nonno, una buona madre, una buona nonna, ci vuole tanta pazienza e in questa pazienza viene la santità: esercitando la pazienza. Sei catechista, educatore o volontario? Sii santo diventando segno visibile dell’amore di Dio e della sua presenza accanto a noi. Ecco: ogni stato di vita porta alla santità, sempre! A casa tua, sulla strada, al lavoro, in Chiesa, in quel momento e nel tuo stato di vita è stata aperta la strada verso la santità. Non scoraggiatevi di andare su questa strada. E’ proprio Dio che ci dà la grazia. Solo questo chiede il Signore: che noi siamo in comunione con Lui e al servizio dei fratelli.".

Il concetto di santità di oggi non sta nella fuga dal mondo ma nel testimoniare Cristo come centro della propria vita cristiana nella vita di tutti i giorni.
Termino segnalandovi questa petizione: https://www.change.org/p/all-attenzione-dell-organizzazione-delle-nazioni-unite-e-dell-unione-europea-salvate-i-luoghi-di-culto-cristiani-a-cipro-nord.
Cordiali saluti.














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Ringrazio un caro amico di questa foto.