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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 23 novembre 2014

Il paradosso canadese. Quebec, cosa sta accadendo?

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo molto interessante del sito "Totus tuus network"  che è intitolato "Una legge bandisce dalle scuole l’insegnamento confessionale e impone corsi di etica di Stato QUÉBEC - LAICISMO E FEDE/1 Viaggio in una terra che fino a 50 anni fa era considerata la più cattolica del Nord America Una società malata di relativismo".
L'articolo inizia in questo modo:

"Chi passi distrattamente per rue Saint Laurent, a Petite I­talie, nel quartiere italiano, nota un condominio di lusso dalla struttura imponente. Solo alzando gli occhi riconosce, dalle due torri geometriche accanto alla facciata anteriore, che cos’era originaria­mente quel palazzo. Saint Jean de la Croix, vecchia grande chiesa inuti­lizzata in una città dove la frequen­za domenicale alla Messa è del 5%, è stata venduta: rimosse le campa­ne, le navate trasformate in bilocali a migliaia di dollari il metro quadro. Non è la sola, Saint Jean, ad avere su­bito questa sorte, in una città che vantava 300 fra chiese e monasteri, in un Québec considerato fino a cin­quant’anni fa il più cattolico paese del Nord America. Ora le chiese so­no vuote, i giovani convivono senza sposarsi, e raramente battezzano i pochi figli che nascono (la natalità è sotto gli 1,6 figli per donna, meno che in Italia). Nemmeno per il fune­rale si torna in parrocchia : molti ormai, spiega don Pierangelo Pater­nieri, parroco di Notre Dame de Pompei, preferiscono le "Funeral house". E ci conduce a visitarne u­na. Da fuori, sembra un Mc Donald’s, o un supermercato. Dentro, un im­piegato sorveglia sei camere mor­tuarie in velluto e moquette, com­plete di sala per banchetti e stanza giochi per i bambini. E’ tutto molto bene organizzato, per una tariffa da 20 mila dollari a defunto ('facciamo 50 decessi al mese', spiega con piglio manageriale l’addetto). Però, qui al massimo il morto può avere una ve­loce benedizione, ammesso che sia cristiano. Non un funerale con la messa - si usa sempre meno."".

Ora, in Canada vi è un grande paradosso: mentre nel Canada anglofono (e prevalentemente protestante) la Chiesa cattolica è tutto sommato rispettata e gode di un certo prestigio,  nel Quebec, il fulcro di quel Canada francofono e di matrice cattolica, le cose vanno diversamente.
Qui vi è stata una secolarizzazione aggressiva.
Cosa è accaduto a questo pezzo di America del Nord che fino agli anni '20 del secolo scorso era il fulcro della cattolicità nordamericana?
La risposta potrebbe essere in quest parole dell'articolo:

"John Zucchi, docente di Sto­ria alla Mc Gill University e traduttore in Canada dei li­bri di don Giussani, spiega: "Prima della guerra, tutto in Québec era in mano alla Chiesa: ospedali, sindacato, scuola, tanto che solo nel ’64 è nato il ministero dell’I­struzione. Tra il 1935 e il 1959 i governi del conserva­tore Maurice Duplessis ave- vano stretto con la Chiesa cattolica un’al­leanza forte, ma anche strumentale. Poi, ne­gli anni Sessanta scoppia quella che noi chia­miamo la 'rivoluzione tranquilla'. L’influs­so della cultura marxista e l’esplosione del­lo statalismo incrociano l’impatto del Con­cilio Vaticano II. Numerosi sacerdoti ab­bandonano la veste. La Chiesa pare ritirarsi su sé stessa. Prende piede, nella generazio­ne che oggi ha 50 anni, un visibile rancore verso ciò che è cattolico. Nel 1985 all’uni­versità io non potevo permettermi di parla­re positivamente della Chiesa, gli studenti, francofoni e cattolici di origine, non lo tol­leravano. La nostra è la generazione più a­mara ". ".

Diciamo che per cultura e mentalità il Quebec sia più europeo che non americano.
Mentre nel resto del Canada (come nei vicini Stati Uniti d'America) vi è quella sana cultura anti-marxista ed anti-statalista (che a me piace tantissimo, vista la mia avversione al comunismo), nel Quebec (proprio per il maggiore influsso europeo) è accaduto l'esatto contrario.
Ricordo che, per esempio, nei vicini Stati Uniti d'America le chiese sono sempre piene e le questioni etiche e religiose sono rilevanti persino nell'elezione del presidente americano.
Lo confesso, quella è la società che piace a me.
Questa Europa di zombies ammorbati dal laicismo mi fa semplicemente ribrezzo.
Detta questa opinione personale, vado avanti con il discorso. 
Nel Quebec si è verificato quello di cui sto parlando ora. 
In quella porzione di Canada è emersa una mentalità anticlericale, per non dire anti-cattolica. 
Infatti, ci è stata l'esplosione dello statalismo e del marxismo, quasi a volersi contrapporre agli anglofoni.
A fare le spese di questa ribellione è stata la Chiesa cattolica, che per lungo tempo era stata uno strumento di contrapposizione proprio alla cultura anglosassone e protestante del resto del Canada.
I fautori di questo laicismo usano sistematicamente la questione dell'immigrazione per scardinare quello che Papa Francesco ha chiamato "Cristianesimo sociologico" dal Quebec.
In pratica, in Quebec sta accadendo la stessa cosa che sta accadendo qui in Italia e nel resto d'Europa.
Dato che ci sono immigrati non cristiani, per i laicisti, si debbono togliere i crocifissi, non si debbono più fare cantare le canzoni natalizie e la religione deve diventare un fatto privato.
Questo è sbagliato.
In pratica, si sta distruggendo l'identità di un popolo.
Anche se la pratica religiosa cala, il Cristianesimo è parte dell'identità culturale del Quebec, del Canada, del Nord America e dell'Occidente.
Pensiamo alla fiorente arte religiosa, come le belle cattedrali e chiese. 
Al centro di ogni città europea vi è una cattedrale, come vi è ogni parrocchia al centro di ogni cittadina d'Europa.
Anche in Canada ce ne sono.
Cito la cattedrale del Santo Rosario di Vancouver o il Santuario di San Giuseppe a Montréal.
Allora, bisogna capire che qui si sta andando male.
Ai laicisti del Quebec vorrei dire che se vogliono fare i "laici" (secondo il loro pensiero)  tolgano dalla bandiera del loro Stato la croce ed i gigli, fiori legati alla tradizione mariana.
Cordiali saluti.






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Ringrazio un caro amico di questa foto.