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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 21 novembre 2014

Web, libertà ed idolatria

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo della rivista "L'Eco di San Gabriele" che è intitolato "L'idolatria del web minaccia per la libertà".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:

"La rivoluzione di internet, che in tempi recenti è stata applaudita come utile e auspicabile espressione di progresso tecnologico, in grado di traghettarci il mondo in casa a portata di click, sta trasformandosi, con allarmante rapidità, in autentica idolatria del web. Il tema è attualissimo, e di quelli che scottano, se anche Julian Assange, noto fondatore di WikiLeaks, sente l’urgenza di metterci in guardia dai colossi del web, stigmatizzandoli come il nuovo totalitarismo.

Quanti di noi si sono mai fermati a riflettere sul fatto che personaggi come Mark Zuckerberg, fondatore e proprietario di Facebook, influenzino le decisioni dello stesso congresso degli Stati Uniti d’America? Eppure ciò sta accadendo davvero, come dimostra la nascita di una sua lobby che mira a modificare le leggi sull’immigrazione e favorisca l’ingresso di talenti stranieri. L’universo digitale, le cui magnifiche sorti e progressive avevano fatto sperare in un domani radioso nel quale le conoscenze sarebbero state appannaggio di tutti, in una democratizzazione idealistica animata da ideali libertari, si è tramutato in un mostro mitologico, un’Idra dalle molte teste, i cui nomi corrispondono ai colossi che lo monopolizzano: Facebook, Google, Amazon, Twitter, Apple, tanto per citare i principali. Se da un lato, come evidenziato da Jaron Lanier (l’inventore della realtà virtuale e celebre pentito del web) nel suo manifesto Tu non sei un gadget, il web sta stritolando la classe media, cancellando posti di lavoro e azzerando interi settori dell’economia, dall’altro i padroni della rete stanno esercitando una funzione omologatrice su idee e comportamenti sempre più pressante, plasmando valori e stili di vita. Questa “poltiglia di informazione anonima”, nella quale le considerazioni di premi Nobel si mescolano alle osservazioni dell’utente qualunque, funge da alimento predigerito per molti utenti che se ne nutrono in maniera spesso acritica e inconsapevole
.".

Esprimo qualche considerazione.
Noi abbiamo la fortuna di avere la tecnologia ma non meriteremmo di averla e (ovviamente) di usarla.
Oggi noi usiamo male la tecnologia.
Si va in internet per giocare a Candy Crush Saga piuttosto che ad altri giochi o per vedere i film pornografici, piuttosto che certe cretinate (mi si passi il termine) su Youtube.
Vedo vari gruppi su Facebook su cui si scrivono stupidaggini senza profondità.
Inoltre, chi (magari) cerca di fare qualcosa di serio viene attaccato.
Io, per esempio, ha questo blog, su cui cerco di condividere idee e fare cultura, oltre a cercare di guadagnarsi qualche soldo.
Ogni giorno ricevo commenti offensivi (molti dei quali vengono censurati) da chi forse non ha nient'altro da fare,
Questo sarebbe l'uomo tecnologico?
Se questo è l'uomo tecnologico o meglio l'uomo del web,  aboliamo la rete.
Usare il web comporta un'assunzione di responsabilità.
Inoltre, va detta anche un'altra cosa.
Internet deve essere uno strumento e non la vita.
Per esempio, io su Facebook ho dei contatti.
Con il alcuni di questi ho instaurato un rapporto quasi di amicizia, per non dire di amicizia vera, che ha portato quasi una sorta di "sodalizio" in questo blog.
Sia chiaro, non guadagno milioni di Euro. Magari fosse.
Cito come esempi Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno piuttosto che Angelo Fazio.
Io spero che un giorno con questi contatti si passi ad un'amicizia vera, ossia un rapporto "faccia a faccia".
Giusto ieri, a margine del meeting che c'è stato in parrocchia qui a Roncoferraro c'era stata una conversazione tra me, don Giovanni Telò (che del meeting è stato il moderatore) e un altro signore.
Quest'altro signore aveva detto che preferisce vedere le persone in faccia piuttosto che contattarle attraverso la chat.
Io sottoscrivo in pieno quanto detto dal signore.
La cosa migliore è avere contatti diretti con le persone, per instaurare rapporti autentici.
In tutta risposta, io ho detto a quel signore che noi oggi possiamo comunicare in America e in altre parti del mondo ma abbiamo perso il senso della comunità tra noi che stiamo vicini.
Oggi noi vediamo gruppi di ragazzi che non si parlano direttamente e che comunicano con lo smartphone.
Ora, io non condanno chi ha lo smartphone, anche perché ce l'ho pure io.
Però, qui vi è un uso abnorme dello smartphone e della tecnologia in generale.
A casa mia, gli amici che stanno insieme si parlano tra loro direttamente.
Il nostro senso della comunità sta venendo meno e sta emergendo l'individualismo.
Questa è la disgregazione della società.
Forse, l'idolatria del web non è solo una minaccia alla libertà ma alla società stessa.
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.