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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 5 maggio 2013

Napoleone, l'esempio della Rivoluzione

Cari amici ed amiche.

Il 5 Maggio 1821 morì a Sant'Elena Napoleone Bonaparte.
La poesia di Alessandro Manzoni, intitolata "Il cinque maggio", recita:

"Ei fu. Siccome immobile,dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attonita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all'ultima
ora dell'uom fatale;
né sa quando una simile
orma di pie' mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
Lui folgorante in solio
vide il mio genio e tacque;
quando, con vece assidua,
cadde, risorse e giacque,
di mille voci al sònito
mista la sua non ha:
vergin di servo encomio
e di codardo oltraggio,
sorge or commosso al sùbito
sparir di tanto raggio;
e scioglie all'urna un cantico
che forse non morrà.
Dall'Alpi alle Piramidi,
dal Manzanarre al Reno,
di quel securo il fulmine
tenea dietro al baleno;
scoppiò da Scilla al Tanai,
dall'uno all'altro mar.
Fu vera gloria? Ai posteri
l'ardua sentenza: nui
chiniam la fronte al Massimo
Fattor, che volle in lui
del creator suo spirito
più vasta orma stampar.
La procellosa e trepida
gioia d'un gran disegno,
l'ansia d'un cor che indocile
serve, pensando al regno;
e il giunge, e tiene un premio
ch'era follia sperar;
tutto ei provò: la gloria
maggior dopo il periglio,
la fuga e la vittoria,
la reggia e il tristo esiglio;
due volte nella polvere,
due volte sull'altar.
Ei si nomò: due secoli,
l'un contro l'altro armato,
sommessi a lui si volsero,
come aspettando il fato;
ei fe' silenzio, ed arbitro
s'assise in mezzo a lor.
E sparve, e i dì nell'ozio
chiuse in sì breve sponda,
segno d'immensa invidia
e di pietà profonda,
d'inestinguibil odio
e d'indomato amor.
Come sul capo al naufrago
l'onda s'avvolve e pesa,
l'onda su cui del misero,
alta pur dianzi e tesa,
scorrea la vista a scernere
prode remote invan;
tal su quell'alma il cumulo
delle memorie scese.
Oh quante volte ai posteri
narrar se stesso imprese,
e sull'eterne pagine
cadde la stanca man!
Oh quante volte, al tacito
morir d'un giorno inerte,
chinati i rai fulminei,
le braccia al sen conserte,
stette, e dei dì che furono
l'assalse il sovvenir!
E ripensò le mobili
tende, e i percossi valli,
e il lampo de' manipoli,
e l'onda dei cavalli,
e il concitato imperio
e il celere ubbidir.
Ahi! forse a tanto strazio
cadde lo spirto anelo,
e disperò; ma valida
venne una man dal cielo,
e in più spirabil aere
pietosa il trasportò;
e l'avvïò, pei floridi
sentier della speranza,
ai campi eterni, al premio
che i desideri avanza,
dov'è silenzio e tenebre
la gloria che passò.
Bella Immortal! benefica
Fede ai trïonfi avvezza!
Scrivi ancor questo, allegrati;
ché più superba altezza
al disonor del Gòlgota
giammai non si chinò.
Tu dalle stanche ceneri
sperdi ogni ria parola:
il Dio che atterra e suscita,
che affanna e che consola,
sulla deserta coltrice
accanto a lui posò
.".

Molti vedono in Napoleone un precursore dell'Europa unita.
In un certo senso, ciò è vero.
Tuttavia, egli volle unire l'Europa secondo principi rivoluzionari, quei principi che in Francia fecero cadere il trono e con cui si cercò di eradicare il valore fondante della nazione, il Cristianesimo, sostituendolo con la statolatria.
Molti storici di oggi paragonano Napoleone all'imperatore del Sacro Romano Impero Carlo Magno.
Quest'ultimo, però, fondò il suo impero sull'unica cosa che univa i popoli che lo abitavano, il Cristianesimo.
Nell'ambito di quell'impero, un franco, un visigoto, un longobardo, un latino e un alamanno si trovavano a casa loro, poiché i loro popoli erano cristiani.
Quindi, il sentimento del nazionalismo distruttivo (simile a quello nazista) non avrebbe potuto esserci.
Al contrario, l'Impero Francese (che fu fondato da Napoleone) non riconobbe il Cristianesimo come suo valore fondante ma si rifece ai modelli rivoluzionari, senza tenere conto di ciò che veramente univa l'Europa.
Questo favorì quel nazionalismo distruttivo che poi sfociò nella dittatura nazista.
La rivoluzione produsse anche il comunismo.
Il comunismo infatti fu (ed è) l'idea della statolatria.
L'Europa di oggi somiglia troppo a quella voluta da Napoleone Bonaparte e gli effetti si vedono.
Nell'Impero Francese la struttura era fondata solo sulla burocrazia figlia della rivoluzione.
Per questo motivo i popoli dei vari territori sotto il controllo di Napoleone non sentivano di appartenere a quell'impero.
Questo le fece crollare.
Così farà anche questa Europa, se non ritrova le proprie radici.
Cordiali saluti.


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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.