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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 29 maggio 2013

Terremoto, un anno dopo

Cari amici ed amiche.

Un anno fa, ci fu la seconda scossa di terremoto che sconvolse l'Emilia-Romagna ed il Mantovano.

Io mi ricordo bene di quello che successe.
Ero in chat con l'amico Michele Capaccioli  ed ad un certo punto vidi la stanza tremare.
Furono atti di panico.
In Emilia-Romagna, come qui nel Mantovano, molte chiese crollarono.
Qui sopra, vi è il video che mostra il crollo del campanile della Basilica di Santa Barbara a Mantova.
Ci furono danni anche alle attività industriali.
Basti pensare alle aziende che producono il formaggio Parmigiano-Reggiano.
Parecchie forme di formaggio andarono perdute.
Di conseguenza, si persero molti soldi.
A Carpi (Modena),  il parroco rimase ucciso dal crollo del duomo.
In Emilia-Romagna ci furono anche dei morti.
Ad un anno di distanza, molte cose sono state fatte ma mole sono ancora da fare.
Per esempio, qui nel Mantovano, i Comuni come Moglia sono abbandonati.
Anche l'Emilia è trascurata.
Ad esempio, un amico di Novi (Modena), è stato costretto a ricostruire la sua attività senza ricevere alcun aiuto dallo Stato.
Questa è una vergogna.
Speriamo che si faccia qualcosa.
Il Governo non lasci sola la Provincia di Mantova.
Ci furono anche atti di solidarietà.
Pensiamo alla Diocesi di Gubbio, che adottò la Parrocchia di Villa Garibaldi, frazione di Roncoferraro.
In quella parrocchia fui battezzato.
Vorrei terminare con questo testo che mi ha mandato l'amico Giovanni Covino (SEFT) e che è intitolato "Tutta la mia speranza è riposta nella tua grande misericordia.Dalle «Confessioni» di sant'Agostino":

"Dove ti ho trovato per conoscerti? Sicuramente non eri presente alla mia memoria prima che ti conoscessi. Dove dunque ti ho trovato per conoscerti se non in te al di sopra di me? Ma tale sede non è per nulla un luogo. Ci allontaniamo e ci avviciniamo ad essa, è vero, ma, pur tuttavia, non è assolutamente un luogo. Dovunque ti trovi, o Verità, tu sei al di sopra di tutti quelli che ti interrogano e contemporaneamente rispondi a quanti ti interpellano sulle cose più diverse.

Tu rispondi con chiarezza, ma non tutti ti comprendono con chiarezza. Tutti ti interrogano su ciò che cercano, ma non sempre ascoltano quanto cercano. Si dimostra tuo servo migliore non colui che pretende di sentire da te quello che egli vuole, ma che piuttosto vuole quello che ha udito da te. Tardi ti ho amato, o bellezza così antica e così nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì cercavo. Deforme come ero, mi gettavo su queste cose belle che hai creato. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, che non esisterebbero se non fossero in te. Mi hai chiamato, hai gridato, e hai vinto la mia sordità. Hai mandato bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza, io l'ho respirata, e ora anelo a te. Ti ho assaporato, e ho fame e sete. Mi hai toccato, e aspiro ardentemente alla tua pace.

Quando aderirò a te con tutto me stesso, non vi sarà più posto per il dolore e la fatica, e la mia vita sarà viva, tutta piena di te. E' un fatto che tu sollevi chi riempi; e poiché io non sono ancora pieno di te, sono di peso a me stesso. In me le mie deprecabili gioie contrastano con le mie tristezze di cui dovrei rallegrarmi, e non so da quale parte stia la vittoria.

Ahimè! Abbi la pietà di me, Signore. Le mie cattive tristezze contrastano con le gioie oneste, e non so da quale parte stia la vittoria. Ahimè! Abbi pietà di me, Signore! Ahimè! Ecco, io non nascondo le mie ferite; tu sei il medico, io il malato; tu sei misericordioso, io misero. Non ha forse un duro lavoro l'uomo sulla terra? (cfr. Gb 7, 1). Chi vorrebbe molestie e difficoltà? Tu ci comandi di sopportarle, non di amarle. Nessuno ama quello che sopporta, anche se ama di sopportare; avviene che uno può godere di sopportare, ma tuttavia preferisce che non esista quello che deve sopportare. Nelle avversità desidero prosperità, nella prosperità temo le avversità. Qual è il giusto mezzo tra questi estremi, dove l'uomo non abbia un simile duro lavoro sulla terra? Guai alle prosperità del mondo, doppiamente indesiderabili e per il timore dell'avversità e per la caducità della gioia! Guai alle avversità del mondo, e una e due e tre volte e per il desiderio della prosperità, e perché l'avversità stessa è ben dura e la sopportazione fa naufragio! La vita dell'uomo sulla terra non è forse un duro lavoro (cfr. Gb 7, 1) senza mai una pausa?

E allora ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia
.".

Queste parole sono più che attuali.
La situazione è ancora problematica ma non dobbiamo perdere la speranza.
Cordiali saluti.





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