Presentazione

Presentazione
Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

Il mio libro

Il mio libro

Il mio libro

venerdì 17 maggio 2013

La Pentecoste

Cari amici ed amiche.

Ci prepariamo alla Pentecoste, la festa che c'è cinquanta giorni dopo la Pasqua.
Sul sito "La Chiesa.it", troverete le letture liturgiche delle Messe di sabato sera e di domenica mattina.
Attraverso Facebook, l'amico Giovanni Covino (SEFT), mi ha inviato questo testo intitolato "Il dono del Padre in Cristo. Dal "Trattato sulla Trinità" di Sant'Ilario":

"Il Signore comandò di battezzare nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Il catecumeno viene battezzato professando perciò la fede nel Creatore, nell'Unigenito, nel Dono.

Unico è il Creatore di tutto. Uno infatti Dio Padre da cui hanno principio tutte le cose. Unico è anche l'Unigenito, il Signore Nostro Gesù Cristo, per mezzo del quale tutte le cose furono create, e unico lo Spirito dato in dono a tutti.

Tutto è ordinato secondo le sue virtù e meriti; una la potenza da cui tutto procede; una la prole per la quale tutto è stato fatto; uno il dono della perfetta speranza.

Non si troverà nulla che manchi ad una perfezione infinita. Nell'ambito della Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, tutto è perfettissimo: l'immensità nell'eterno, la manifestazione nell'immagine, il godimento nel dono.

Ascoltiamo dalle parole dello stesso Signore quale sia il suo compito nei nostri confronti. Dice: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso» (Gv 16, 12). E' bene per voi che io me ne vada, se me ne vado vi manderò il Consolatore (cfr. Gv 16, 7). Ancora: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità» (Gv 14, 16-17). «Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio» (Gv 16, 13-14).

Insieme a tante altre promesse vi sono queste destinate ad aprire l'intelligenza delle alte cose. In queste parole vengono formulati sia la volontà del donatore, come pure la natura e il modo stesso del dono.

Siccome la nostra limitatezza non ci permette di intendere né il Padre, né il Figlio, il dono dello Spirito Santo stabilisce un certo contatto tra noi e Dio, e così illumina la nostra fede nelle difficoltà relative all'incarnazione di Dio.

Lo si riceve dunque per conoscere. I sensi per il corpo umano sarebbero inutili se venissero meno i requisiti per il loro esercizio. Se non c'è luce o non è giorno, gli occhi non servono a nulla; gli orecchi in assenza di parole o di suono non possono svolgere il loro compito; le narici se non vi sono emanazioni odorifere, non servono a niente. E questo avviene non perché venga loro a mancare la capacità naturale, ma perché la loro funzione è condizionata da particolari elementi. Allo stesso modo l'anima dell'uomo, se non avrà attinto per mezzo della fede il dono dello Spirito Santo, ha sì la capacità di intendere Dio, ma le manca la luce per conoscerlo.

Il dono, che è in Cristo, è dato interamente a tutti. Resta ovunque a nostra disposizione e ci è concesso nella misura in cui vorremo accoglierlo. Dimorerà in noi nella misura in cui ciascuno di noi vorrà meritarlo.

Questo dono resta con noi fino alla fine del mondo, è il conforto della nostra attesa, è il pegno della speranza futura nella realizzazione dei suoi doni, è la luce delle nostre menti, lo splendore delle nostre anime
.".

Nella Pentecoste, viene ricordata la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli.
Lo Spirito Santo, quello Spirito che viene chiamato con il termine ebraico "Ruah" (termine che indicava l'alito di vita che Dio soffiò nelle narici di Adamo) e con il termine latino "Anima Mundi", il termine usato dai platonici che indica la vitalità della natura.
Lo Spirito Santo è l'una e l'altra cosa, con una cosa che le due accezioni, quella ebraica e quella latina, non indicano: il non essere impersonale.
Lo Spirito Santo è Dio, come lo sono il Padre ed il Figlio.
Lo Spirito Santo è una figura distinta della Santissima Trinità, come lo sono il Padre ed il Figlio.
Il Padre ed il Figlio sono Dio, esattamente come lo è lo Spirito Santo.
Lo Spirito Santo è la Sapienza di Dio.
Quindi, se vogliamo fare un ragionamento platonico, Egli è il "nous", la conoscenza.
Lo Spirito Santo dà al fedele la conoscenza di Dio e anima la Chiesa in ogni suo settore.
La discesa dello Spirito Santo sugli apostoli altro non fu che il compimento della promessa di Cristo di salvare l'umanità e fu l'occasione della conoscenza della Santissima Trinità.
Cordiali saluti.





Nessun commento:

Posta un commento

Translate

Continuiamo insieme per Roncoferraro

Ieri sono stato alla convention della lista Continuiamo insieme per Roncoferraro , la lista che sostiene l'attuale sindaco di Roncoferr...