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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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sabato 20 aprile 2013

Papa Francesco, "Omelia a San Paolo Fuori le Mura del 14 aprile 2013"

Cari amici ed amiche.

L'amico Filippo Giorgianni mi ha inoltrato il testo dell'omelia pronunciata nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma il 14 aprile 2013 da Papa Francesco:


"Nella Prima Lettura colpisce la forza di Pietro e degli altri Apostoli. Al comando di tacere, di non insegnare più nel nome di Gesù, di non annunciare più il suo Messaggio, essi rispondono con chiarezza: «Bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini». E non li ferma nemmeno l’essere flagellati, il subire oltraggi, il venire incarcerati. Pietro e gli Apostoli annunciano con coraggio, con parresia, quello che hanno ricevuto, il Vangelo di Gesù. E NOI? Siamo capaci di portare la Parola di Dio nei nostri ambienti di vita?Sappiamo parlare di Cristo, di ciò che rappresenta per noi, in famiglia, con le persone che fanno parte della nostra vita quotidiana? La fede nasce dall’ascolto, e si rafforza nell’annuncio. (…) «Quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi» (Gv21,18). È una parola rivolta anzitutto a noi Pastori: non si può pascere il gregge di Dio se non si accetta di essere portati dalla volontà di Dio anche dove non vorremmo, se non si è disposti a testimoniare Cristo con il dono di noi stessi, senza riserve, senza calcoli, a volte anche a prezzo della nostra vita. Ma questo vale per TUTTI: il Vangelo va annunciato e testimoniato. Ciascuno dovrebbe chiedersi: Come testimonio ioCristo con la mia fede? Ho il coraggio di Pietro e degli altri Apostoli di PENSARE, scegliere e vivere da cristiano, obbedendo a Dio? (…) Nel grande disegno di Dio ogni dettaglio è importante, anche la tua, lamia piccola e umile testimonianza, anche quella nascosta di chi vive con semplicità la sua fede nella quotidianità dei rapporti di famiglia, di lavoro, di AMICIZIA. Ci sono i santi di tutti i giorni, i santi “nascosti”, una sorta di “classe media della santità”, come diceva uno scrittore francese, quella “classe media della santità” di cui TUTTI possiamo fare parte. (…) Ma tutto questo è possibile soltanto se riconosciamo Gesù Cristo, perché è Lui che ci ha chiamati, ci ha invitati a percorrere la sua strada, ci ha scelti. Annunciare e testimoniare è possibile solo se siamo vicini a Lui, proprio come Pietro, Giovanni e gli altri discepoli nel brano del Vangelo di oggi sono attorno a Gesù Risorto; c’è una vicinanza quotidiana con Lui, ed essi sanno bene chi è, lo conoscono. (…) E questo è un punto importante per noi: vivere un rapporto intenso con Gesù, un’intimità di dialogo e di vita, così da riconoscerlo come “il Signore”. Adorarlo! (…) Andiamo da Dio solo per chiedere, per ringraziare, o andiamo da Lui anche per adorarlo? Che cosa vuol dire allora adorare Dio? Significa imparare a stare con Lui, a fermarci a dialogare con Lui, sentendo che la sua PRESENZA è la più VERA, la più buona, la più IMPORTANTE di TUTTE. Ognuno di noi, nella propria vita, in modo consapevole e forse a volte senza rendersene conto, ha un ben preciso ordine delle cose ritenute più o meno importanti. Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; adorare il Signore vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida veramente la nostra vita; adorare il Signore vuol dire che siamo convinti davanti a Lui che è il solo Dio, il Dio della nostra vita, il Dio della nostra storia. Questo ha una conseguenza nella nostra vita: spogliarci dei tanti idoli PICCOLI o grandi che abbiamo e nei quali CI RIFUGIAMO, nei quali cerchiamo e molte volte riponiamo la nostra SICUREZZA. Sono idoli che spesso teniamo ben NASCOSTI; possono essere l’ambizione, il carrierismo, il gusto del successo, il METTERE AL CENTRO SE STESSI, la tendenza a PREVALERE SUGLI ALTRI, la pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita, qualche peccato a cui siamo legati, e MOLTI ALTRI. Questa sera vorrei che una domanda risuonasse nel cuore di ciascuno di noi e che vi rispondessimo con sincerità: HO PENSATO IO A QUALE IDOLO NASCOSTO ho nella mia vita, che mi impedisce di adorare il Signore? Adorare è spogliarci dei nostri idoli anche quelli più nascosti, e scegliere il Signore COME CENTRO, come via maestra della nostra vita.".


Ringrazio Filippo, un ragazzo molto intelligente e serio, che stimo.
Oggi, la dimensione religiosa è passata in secondo piano.
L'uomo si sta allontanando sempre di più da Dio.
Purtroppo, ove Dio (o meglio la fede in Dio) manca, subentrano gli idoli.
Gli idoli di oggi non sono come i simulacri degli dei pagani ma sono il carrierismo, il denaro e l'anteporre sé stessi a Dio e agli altri.
In fondo, il diavolo ci inganna così.
Il diavolo, infatti, cerca di instillare in noi la convinzione di potere fare a meno di Dio e di essere superiori agli altri, così da instillare l'odio verso Dio ed il prossimo.
Noi dobbiamo capire che abbiamo bisogno di Dio e degli altri.
Amare Dio ed il prossimo è il fondamento della dottrina cristiana e della Legge.
Oggi, essere cristiani ha un costo.
Nei Paesi comunisti e in molti Paesi islamici, i cristiani sono perseguitati.
In Occidente, i cristiani non subiscono violenze fisiche ma vengono attaccati da certi gruppi politici, da certi mass media e da certe lobbies.
Noi (uso la prima persona perché anch'io sono cristiano) siamo visti come "medioevali", "negatori della libertà" e quant'altro, per il nostro essere contrari all'aborto o ai matrimoni gay.
Noi veniamo irrisi per ciò in cui crediamo.
Anzi, si cerca di fare passare il Cristianesimo per negativo.
Questa è l'epoca della testimonianza, il martirio.
Cordiali saluti.



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