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mercoledì 20 febbraio 2013

Dal sito "Tempi.it": "Berlusconi racconta balle sui capitali svizzeri? Leggete cosa ci disse il direttore dell’Associazione bancaria ticinese"

Cari amici ed amiche.

Sul giornale "Tempi.it" è comparso questo articolo intitolato "Berlusconi racconta balle sui capitali svizzeri? Leggete cosa ci disse il direttore dell’Associazione bancaria ticinese":



"Fa molto discutere la proposta choc di Silvio Berlusconi, secondo cui sarebbe possibile restituire l’Imu agli italiani grazie a un accordo fiscale sui capitali portati illegalmente in Svizzera.

Berlusconi ha detto, infatti, di poter abolire l’Imu sulla prima casa raggiungendo un accordo con il paese elevtico per «la tassazione delle attività finanziarie detenute in quel paese dai cittadini italiani che produrrà un gettito una tantum di 25-30 miliardi e poi all’anno un flusso di 5 miliardi».
Esattamente un anno fa, tempi.it intervistò su questo tema il direttore dell’Associazione bancaria del Canton Ticino, Franco Citterio, il quale ci disse che con una simile operazione «il flusso di cassa in ingresso si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro».

Ecco di seguito il testo di quella intervista.

Le banche svizzere sono da sempre viste con un contorno di mistero, una carboneria del contante dove tutto vale e tutto si può fare per coloro che decidono di evadere il fisco e dormire sonni tranquilli. A quanto pare le cose stanno cambiando. Tempi.it ha incontrato il direttore dell’Associazione bancaria del Canton Ticino, Franco Citterio, che spiega: «Circa due anni fa abbiamo deciso di orientarci verso i clienti con le carte in regola nei confronti del proprio fisco. Non vogliamo più avere a che fare con situazioni problematiche. Tale riorientamento sta già avendo luogo, anche se non a 180 gradi. È infatti impossibile pensare di abbandonare anche ciò che non ci piace nel breve periodo».

Come opererete in tal senso?
Con la Germania e il Regno Unito ci sono buone probabilità che vengano approvati dai rispettivi parlamenti accordi per la regolarizzazione dei capitali evasi nel passato attraverso la fissazione di un’aliquota che funga da scudo fiscale. I redditi futuri generati da questi capitali saranno tassati in base alla regolamentazione dello Stato di residenza del cliente. In pratica la banca fa da sostituto d’imposta nel mantenimento del segreto bancario. Se il cliente vorrà tornare nel suo paese d’origine lo potrà fare senza problemi.

Ha parlato di aliquote di regolarizzazione. In questi giorni si sono viste svariate ipotesi. Qual è la vostra proposta?
Sulla questione aliquote bisogna fare un po’ di attenzione. Per il caso Germania si parla di percentuali di “bonifica” dei capitali comprese tra il 19 e il 26 per cento. C’è una formula complessa che comprende molti elementi: la tipologia di capitale, l’ammontare degli importi, i periodi di prescrizione, eccetera. La nostra intenzione è di prendere la formula usata in Germania e proporla per tutta l’Europa. Per l’Italia, utilizzando la medesima tipologia di calcolo, l’aliquota da applicare per regolarizzare il capitale evaso sarebbe compresa in un ventaglio tra l’8 e il 12 per cento.

Perché questa differenza rispetto alla Germania?
In Germania si applicano aliquote finanziarie più alte e anche i periodi di prescrizione per i reati di evasione sono differenti.

Su che base di capitale avverrà il calcolo?
Si farà una fotografia in una certa data, per poi controllare la situazione patrimoniale degli ultimi dieci anni. In base al risultato del capitale cumulato si calcolerà la percentuale da applicare. Pagando questa penale il cliente sarà in regola con il proprio fisco nel mantenimento del segreto bancario.

Secondo lei l’Italia accetterà?
Sarà il risultato di un negoziato. Tutto andrà parametrato alla necessità dello Stato italiano di incassare fondi e alla situazione politica; capisco che proporre al Parlamento una soluzione all’8 per cento farà nascere un acceso dibattito tra i partiti. Ma con una media del 10 per cento il flusso di cassa in ingresso si aggirerebbe intorno ai 20 miliardi di euro.

E se un cliente decidesse di uscire dalla Svizzera senza accettare la regolarizzazione dei capitali?
Quando si raggiungono questi accordi, si sceglie una data anteriore di riferimento. Se i parlamenti si accordassero oggi, si prenderebbe come riferimento il 31 dicembre 2010 onde evitare movimenti speculativi. Mutuando il modello usato con
la Germania il cliente avrebbe una scelta: rimanere in Svizzera e regolarizzarsi o muoversi da altre parti. Un cliente perso per noi è anche un introito in meno per il suo paese di residenza. In questo gioca molto il problema dell’aliquota, che non può essere né troppo alta né troppo bassa.

Cosa succede se il cliente si sposta in altri paradisi fiscali?
Se il cliente non esiste più non succede nulla, continuerà a essere un evasore. Noi diamo la possibilità di regolarizzarsi e mantenere la segretezza bancaria. Se il cliente non accetta si prende le sue responsabilità nei confronti dell’Agenzia delle entrate.
".

Ringrazio l'amica Francesca Padovese che mi ha inoltrato l'articolo.
Ora, a supporto di ciò, porto alla vostra attenzione uno studio dell'Università di Oxford.
La notizia è stata riportata anche dal "Corriere della Sera".
Secondo gli studi di tale università, il programma del presidente Berlusconi è il migliore.
Le pagine 2 e 3 del succitato quotidiano riportano tali studi, che sono stati riportati dal sito "Il Quintuplo.it":


  • il Pil, con le ricette del Popolo della Libertà, crescerebbe da 0,6 punti nel 2014 a 1,4 nel 2015 a 1,7 punti l’anno nel 2016 e 2017 e nuovamente di 1,4 nel 2018. In ciò che resta del 2013 il calo si ridurrebbe a 0,8 punti. Con il programma del Pd avremmo questa sequenza: meno 1,4 nel 2013 e poi 0,4; 1,1; 1,4; 1,4 di nuovo 1,4 nel 2018. Con il programma Monti avremmo grosso modo gli effetti del Pd: meno 1,4; 0,4, 1,3; 1,4; 1,6; 1,5. Il risultato cumulato nell’arco della legislatura è: 5,8 punti di crescita con il nostro programma; 4,3 punti con il Pd; 4,8 punti con Monti; 5,2 con la cosiddetta ricetta “antideclino” di Oscar Giannino (che peraltro non ha alcuna possibilità di entrare in Parlamento).


  • L’occupazione è il maggior problema di oggi. Ebbene, con il Pdl passeremmo dal tasso di disoccupazione di 12,4 per cento nel 2013 al 9,2 nel 2018: 3,2 punti in meno. Il Pd passerebbe da 12,6 punti di disoccupazione a 10,6. Monti stessa storia: da 12,6 a 10,4. Quanto all’antideclinista Giannino avrebbe una misera performance: da 12,5 quest’anno a 9,9 nel 2018. C’è da notare che anche in questo caso i programmi della sinistra e di Monti sono praticamente fotocopia.

  • Il debito pubblico è l’emergenza dell’immediato futuro. Con il Popolo della Libertà inizierebbe a ridursi già da quest’anno, al 125,2 per cento del Pil; e nel 2018 sarebbe al 104,1, appena sopra a quella quota cento che è ormai la media dei maggiori paesi europei. Con il Pd passerebbe da 126,5 a 117,4: circa quindici punti più che con noi. Il “tedesco” Monti otterrebbe risultati modesti, nonostante la fedeltà al rigore della Merkel: da 125,7 a 112,1. E Giannino si conferma un bluff: da 126,4 a 112,4."
L'unico punto su cui il programma sarebbe apparentemente meno efficace è la questione del deficit pubblico anno per anno.
Al termine del 2018, il disavanzo sarebbe del 3%, contro l'1,1% che potrebbe portare il programma del Partito Democratico e l'0,8% che potrebbe portare quello della lista di Mario Monti.
Però, il fatto l'Università di Oxford dica che il programma del centrodestra sia il migliore la dice lunga.
Guardando, però, anche la questione del deficit, faccio notare una cosa che l'università ha omesso.
Qui in Italia c'è tanto lavoro nero.
Il lavoro nero è ricchezza reale.
Il centrodestra ha proposto che le aziende possano assumere dipendenti senza pagare le tasse.
Questo farebbe sì che il lavoro nero possa diventare regolare.
Quindi, aumenterebbe la ricchezza che lo Stato potrebbe vedere.
A questo punto, il leader di Rivoluzione Civile Antonio Ingroia farebbe bene a chiedere scusa al presidente Berlusconi e a noi elettori di centrodestra.
Lui sì è permesso di denunciare il presidente alla Procura di Roma con l'accusa assurda di "truffa elettorale" , screditando anche noi elettori di centrodestra.
Anche Mario Monti dovrebbe scusarsi, per avere detto che il problema siamo noi che votiamo il presidente Berlusconi. 
Cordiali saluti. 

2 commenti:

  1. E quando Berlusconi chiamò coglioni coloro che votano a sinistra????? Sto ancora aspettando le sue scuse.... o vuoo farlo tu????

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".