Cari amici ed amiche.
Le letture delle Sante Messe di questa sera e di domani sono:
"[5] Poi lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle" e soggiunse: "Tale sarà la tua discendenza".
[6] Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
[7] E gli disse: "Io sono il Signore che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questo paese".
[8] Rispose: "Signore mio Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?".
[9] Gli disse: "Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un piccione".
[10] Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all'altra; non divise però gli uccelli.
[11] Gli uccelli rapaci calavano su quei cadaveri, ma Abram li scacciava.
[12] Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco un oscuro terrore lo assalì.
[17] Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un forno fumante e una fiaccola ardente passarono in mezzo agli animali divisi.
[18] In quel giorno il Signore concluse questa alleanza con Abram: "Alla tua discendenza io do questo paese dal fiume d'Egitto al grande fiume, il fiume Eufràte. Dal libro della Genesi, capitolo 15, versetti 5-12, 17-18.",
"[1] Di Davide.
Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?
Il Signore è difesa della mia vita,
di chi avrò timore?
[2] Quando mi assalgono i malvagi
per straziarmi la carne,
sono essi, avversari e nemici,
a inciampare e cadere.
[3] Se contro di me si accampa un esercito,
il mio cuore non teme;
se contro di me divampa la battaglia,
anche allora ho fiducia.
[4] Una cosa ho chiesto al Signore,
questa sola io cerco:
abitare nella casa del Signore
tutti i giorni della mia vita,
per gustare la dolcezza del Signore
ed ammirare il suo santuario.
[5] Egli mi offre un luogo di rifugio
nel giorno della sventura.
Mi nasconde nel segreto della sua dimora,
mi solleva sulla rupe.
[6] E ora rialzo la testa
sui nemici che mi circondano;
immolerò nella sua casa sacrifici d'esultanza,
inni di gioia canterò al Signore.
[7] Ascolta, Signore, la mia voce.
Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi.
[8] Di te ha detto il mio cuore: "Cercate il suo volto";
il tuo volto, Signore, io cerco.
[9] Non nascondermi il tuo volto,
non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi,
non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
[10] Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato,
ma il Signore mi ha raccolto.
[11] Mostrami, Signore, la tua via,
guidami sul retto cammino,
a causa dei miei nemici.
[12] Non espormi alla brama dei miei avversari;
contro di me sono insorti falsi testimoni
che spirano violenza.
[13] Sono certo di contemplare la bontà del Signore
nella terra dei viventi.
[14] Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore. Salmo 27.",
"[17] Fatevi miei imitatori, fratelli, e guardate a quelli che si comportano secondo l'esempio che avete in noi.
[1] Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete saldi nel Signore così come avete imparato, carissimi! Dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi, capitolo 3, versetto 17, capitolo 4, versetto 1."
e:
"[28] Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare.
[29] E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
[30] Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,
[31] apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
[32] Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
[33] Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva.
[34] Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura.
[35] E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". [36] Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti 28-36.".
[29] E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
[30] Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia,
[31] apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme.
[32] Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
[33] Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: "Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia". Egli non sapeva quel che diceva.
[34] Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all'entrare in quella nube, ebbero paura.
[35] E dalla nube uscì una voce, che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo". [36] Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. Dal Vangelo secondo Luca, capitolo 9, versetti 28-36.".
I brani sono stati presi dal sito della Santa Sede.
In queste Messe si parlerà della Trasfigurazione di Gesù.
Il Cristo si mostrò agli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni nella sua vera natura.
La Trasfigurazione è, per certi versi, l'apogeo del Vecchio Testamento, il compimento del progetto che Dio ebbe per Abramo.
In questo evento, Gesù e gli apostoli succitati salirono sul Monte Tabor.
Le vesti di Gesù divennero bianche (come bianche saranno poi gli abiti di coloro che verranno salvati dal suo sangue e che sono citati nel libro dell'Apocalisse) ed egli si trovò a parlare con Mosè ed il profeta Elia.
Essi parlavano con Lui della sua morte e resurrezione.
Pietro e gli altri non capivano.
In un certo senso, questi ultimi rappresentano gli uomini comuni, coloro che fanno fatica a comprendere fino in fondo quello che è il vero mistero di Dio .
Poi, tutti vennero avvolti da una nube, da cui uscì una voce che disse: "Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo".
Quella voce, la voce del Padre, volle ammonire gli uomini perché essi non solo ascoltino Cristo ma lo prendano a modello in ogni aspetto della vita.
L'uomo, allora, deve cercare dentro di sé il rapporto con Dio e può farlo attraverso la vita Cristo, imitando la Sua vita fino alla fine.
Il cattolico deve essere cattolico sempre, nella vita comune, nella politica, nello sport, nell'impegno sociale, nella famiglia e in ogni altro ambito.
A tale proposito, vi invito a leggere questo brano che mi ha inoltrato l'amico Filippo Giorgianni e che è intitolato "Leggere i "segni" delle urne sotto lenti soprannaturali":
"Non ne ho tanta voglia da qualche mese a questa parte sia per ragioni personali di ricentramento verso l'Essenziale, sia per ragioni contingenti e oggettive di scarso entusiasmo suscitato dal contesto attuale nel quale la politica è solo l'anello ultimo, e non il più importante, di una crisi morale e umana molto più profonda nella società: insomma, siamo di fronte a un tempo di nuova barbarie in cui pure i Pontefici sono obbligati ad abdicare per dare segnali forti al mondo, siamo a un nuovo 476 d.C. (caduta dell'impero romano d'Occidente - parallelo, questo, fatto più di un anno fa anche dal Pontefice regnante e abdicante -), in cui è necessario costruire l'ordine spirituale interiore del vicino di sedia di casa nostra, oltre che il nostro personalissimo...: in tale contesto, la politica, come aggregazione di persone sui principi e come governo di una società finalizzato a giungere a una maggior realizzazione del fine umano - la santità -, è l'ultimo dei problemi, quello risolvibile solo dopo aver risolto tutto il resto... Tuttavia la retta coscienza di cattolico mi obbliga a sfiorare il tema e scuotere le coscienze altrui per quanto mi è possibile:
Cari amici, prima di entrare nelle urne, vorrei invitarvi tutti a scaricare questo studio e leggerlo - trovate il file a questo link: http://www.nuoveonde.com/download/get2013.php?file=elezioni_2013.pdf. Troverete indicazioni utili in merito. Facciatene tesoro!
Ricordo, infatti, che un cattolico che 'studi' da Santo - e...ogni cattolico deve farlo! - ha come fine primario l'instaurazione in se stessi di uno spirito completamente plasmato da Cristo. Ogni scelta, ogni più piccola cosa, come ho umilmente rilevato in un mio recente status, può (e DEVE) esser vissuto da cristiano, se si vuol essere buoni cristiani (cioè cristiani Santi). Perché OGNI cosa può esser vissuta con spirito di preghiera e ogni cosa può scacciare da noi quello spirito - da qui il discernimento (ignaziano ma non solo...) delle attività e relazioni che vanno mantenute e di quelle che vanno evitate nella propria vita quotidiana... -. Ogni cosa è in grado di allontarci, distrarci, annacquarci, trascinarci (anche sottilmente) lontano dal raccoglimento, da una giornata sempre il più possibile alla Sua presenza. Dunque, in ogni cosa non siamo noi a dover scegliere con la nostra testa e la nostra volontà, ma è Dio a dover scegliere in e per noi, attraverso la nostra volontà (che si riduce a mero e passivo strumento Suo). Noi, prima di (e pure durante e dopo) ogni scelta, siamo obbligati a pregare con tutto noi stessi, convinti, concentrati, con volontà, apertura mentale e sentimento autentico e accorato, chiedendo a Lui di fare ciò che più ci conforma a Lui, senza ritenere che la nostra scelta dipenda da noi con presunzione ("non c'è bisogno di far così: io già so che fare!").
Ebbene: questo vale anche per le elezioni.
Ogni cattolico deve scegliere alla luce della RAGIONE, e non la propria ragione e basta, bensì una ragione uniformata alla Ragione divina, dunque una ragione illuminata dallo Spirito Santo nella FEDE davanti al TABERNACOLO. Mai invece può scegliere "a pancia" con le sue passioni.
Ricordo a tutti che OGNI scelta umana (anche la più banale) è una scelta che ha ripercussioni, nonché radici, MORALI e SPIRITUALI. Anche la musica che sentiamo, anche lo svago e la lettura, anche le nostre attività, sono una scelta che possiamo compiere per elevarci a Dio, o per abbassarci, vivendole per noi stessi. Anche queste cose possono essere tempo per gli altri o tempo per noi; innalzamento o rilassamento. Santità o tiepidezza.
RENDEREMO CONTO ANCHE DI COME VOTEREMO. Di più: renderemo conto anche del tempo perso, speso per noi stessi, per il nostro svago, per l'ozio e per il gioco, per le parole vane e vacue con gli altri... Tutte cose che riteniamo "doveroso" concederci perché "già facciamo tanto". In realtà, non facciamo mai abbastanza e i Santi - come dicono San Filippo Neri, San Josemaría Escrivá e altri - non cercano (e non trovano) mai un momento di tranquillità, di rilassamento, di tempo 'proprio'. Ciò significa che, se abbiamo (o vogliamo provare ad avere) vera vita spirituale, vita SOPRANNATURALE, vita SANTA, non dobbiamo sottovalutare la voce di Dio in noi, in ogni attimo, e, nello specifico, non dobbiamo sottovalutarla prima di entrare nelle urne. Non dobbiamo sottovalutare lo stare alla presenza di Dio, vale a dire il ricordare con la mente e col sentimento che Dio è lì che ci scruta e ci chiede di più - "Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" (Matth. V, 48); "Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo" (Lev. XIX, 2). Non dobbiamo sottovalutare quanto consigliano tutti i Papi e i Santi: la preghiera autentica e umile è il fulcro di ogni cosa, è fulcro della santità, e soprattutto della comprensione (del discernimento...) nella nostra vita; non dobbiamo sottovalutare quindi il fatto che ognuno di noi deve PREGARE Dio affinché lo ispiri e dia a ognuno di noi la giusta risposta (a patto che si abbia retta coscienza e si sia dunque realmente disposti ad ascoltarLo anche quando ci dice cose che non vorremmo sentirci dire!).
E solo una cattiva coscienza, poco umile, può farci dire "IO" in ogni cosa e anche in questo ambito... ("IO ho già capito tutto quel che c'è da capire e questo discorso non mi tocca", "IO già sono convinto e non voglio cambiare idea", "IO non voglio sentire ragioni perché tizio o caio mi sono sgraditi"; "IO penso che in queste cose non ci sia bisogno di tirare in ballo la preghiera" - e magari il tutto detto con spirito di rilassamento spirituale, di TIEPIDEZZA e mancanza di afflato alla santità, per la serie: "ma sì, se non lo faccio, non ci fa niente, NON ESAGERIAMO..." -). Impariamo in OGNI cosa a dire abbandonati a Lui: "Dio" e unicamente "Dio". Dio, facci capire tu. Fa' comprendere alla nostra ragione, illuminandoci nel profondo dello spirito, donandoci fervore, secondo i dettami della Chiesa e le valutazioni REALISTICHE (e non quelle astratte e fumose della nostra cattiva coscienza) legate all'opportunità, cosa è meglio votare, e non ciò che emozionalmente (simpatia, antipatia, SENSAZIONI) le nostre passioni - entusiasmi, rifiuti, delusioni, sdegno - ci indicano (in modo distorto...).
Il cattolico non è una banderuola al vento, non è sballottato dalle correnti dell'emozione, ma risponde (IN QUEST'ORDINE) con fede autentica (abbandonata!), ragione attenta, volontà ferma, passioni sottomesse (non annullate nell'asetticità, ma indirizzate al fine positivo indicato da Dio!), perché l'equilibrio interiore di ognuno di noi è in quest'ordine: la fede, la vita spirituale, illumina la ragione che si umilia nel cercare risposte fuori di sè; la ragione si uniforma a queste risposte; dopodiché essa guida la volontà; e la volontà incanala gli istinti/passioni verso il fine indicato da Dio soprannaturalmente: quanto concorre alla salvezza del prossimo, all'amore, a ciò che è il bene dell'altro e che può avvicinarlo anche solo un pochino di più a Dio. Così parla la dottrina cattolica a livello, per così dire, 'statico' o 'plastico' nel Catechismo e a livello 'dinamico' nelle vite dei Santi. Questo è l'ordine interiore indicatoci: fede, ragione, volontà, passioni.
Teniamo conto, infine, che ogni cosa ha come fine la santità dell'uomo, il bene del prossimo: anche la politica. Ognuno di noi, quando agisce, non deve fare ciò che gli va, piace e gradisce, nè ciò che pretende di capire, ma deve fare il bene concreto per l'anima dell'altro, vale a dire che ognuno di noi non deve fare ciò che "pensa" ("penso che tutti devono convertirsi a Cristo punto e basta e quindi picchio forte e in egual modo su tutti perché ciò succeda a colpi di strilli e proclami medievali che tanto vorrei tornassero in auge"), ma deve in
vece fare ciò che sul momento può essere più utile per l'altro ("Dio mi fa capire che per adesso per la conversione di tizio basta anche solo un sorriso, anche solo una parola orientata spiritualmente, anche solo un gesto cristiano, e solo questo faccio, pregando che serva per costruire la sua salvezza"). Ognuno di noi deve inserirsi nel mosaico di salvezza che Dio, attraverso le molteplici situazioni/sedimentazioni della vita (passate, presenti e future), ha costruito per ogni prossimo che ci è intorno. Niente massimalismi dunque! A noi tocca fare il massimo possibile in concorrenza con altri tasselli del mosaico; a noi tocca mettere un mattone concretamente depositabile sul muro esistente: il rimanente verrà fatto da altri che Dio manderà dopo. Anche questa nota, per quanto indegnamente, nasce con questo proposito e spirito: fare il bene possibile per voi.
Ora, se anche la politica è e deve essere finalizzata a favorire la santità umana, ci tocca valutare quale sia il massimo raggiungibile sul momento perché il prossimo venga aiutato concretamente nel periodo futuro a essere più santo (o almeno meno peccatore). Qual è il bene dell'altro nella politica attuale? La politica oggi è, come tutta la società, terra sconsacrata. Che, proprio per questo, non va lasciata tale, ma che va riconsacrata - compito del laico è la consecratio mundi diceva il Venerabile Pio XII nel 1957 -. Ma riconsacrarla significa fare il bene concretamente possibile: cosa è più utile per il bene delle anime adesso? Cosa è più auspicabile realisticamente, considerato che l'ottimo non si avrà? Quello che piace a me? Quello che la mia testa e la mia superbia vogliono capire? O quello che, mi piaccia o no, è utile per l'altro? Ricentriamoci tutti sull'Essenziale: la gloria di Dio... E solo così riconsacreremo per quanto possibile il mondo, evitando che altri lo sconsacrino di più e con il nostro assenso, con la nostra dissennata, passionale e umana scelta nelle urne. La nostra scelta sia ragionevole (ma non razionalista! Non dettata da noi e dalle nostre arroganti convinzioni!), ordinata e divina. Soprannaturale e non naturale. Il futuro politico per i cattolici è la quasi irrilevanza. Ma essere irrilevanti significa dover tornare ad essere un minimo rilevanti. E per essere un minimo rilevanti è necessario essere Santi.
Vi auguro dunque la santità e un'attenta meditazione.
In J et M
Filippo Giorgianni
Addì 22 febbraio A.D. MMXIII ".
Cari amici, prima di entrare nelle urne, vorrei invitarvi tutti a scaricare questo studio e leggerlo - trovate il file a questo link: http://www.nuoveonde.com/download/get2013.php?file=elezioni_2013.pdf. Troverete indicazioni utili in merito. Facciatene tesoro!
Ricordo, infatti, che un cattolico che 'studi' da Santo - e...ogni cattolico deve farlo! - ha come fine primario l'instaurazione in se stessi di uno spirito completamente plasmato da Cristo. Ogni scelta, ogni più piccola cosa, come ho umilmente rilevato in un mio recente status, può (e DEVE) esser vissuto da cristiano, se si vuol essere buoni cristiani (cioè cristiani Santi). Perché OGNI cosa può esser vissuta con spirito di preghiera e ogni cosa può scacciare da noi quello spirito - da qui il discernimento (ignaziano ma non solo...) delle attività e relazioni che vanno mantenute e di quelle che vanno evitate nella propria vita quotidiana... -. Ogni cosa è in grado di allontarci, distrarci, annacquarci, trascinarci (anche sottilmente) lontano dal raccoglimento, da una giornata sempre il più possibile alla Sua presenza. Dunque, in ogni cosa non siamo noi a dover scegliere con la nostra testa e la nostra volontà, ma è Dio a dover scegliere in e per noi, attraverso la nostra volontà (che si riduce a mero e passivo strumento Suo). Noi, prima di (e pure durante e dopo) ogni scelta, siamo obbligati a pregare con tutto noi stessi, convinti, concentrati, con volontà, apertura mentale e sentimento autentico e accorato, chiedendo a Lui di fare ciò che più ci conforma a Lui, senza ritenere che la nostra scelta dipenda da noi con presunzione ("non c'è bisogno di far così: io già so che fare!").
Ebbene: questo vale anche per le elezioni.
Ogni cattolico deve scegliere alla luce della RAGIONE, e non la propria ragione e basta, bensì una ragione uniformata alla Ragione divina, dunque una ragione illuminata dallo Spirito Santo nella FEDE davanti al TABERNACOLO. Mai invece può scegliere "a pancia" con le sue passioni.
Ricordo a tutti che OGNI scelta umana (anche la più banale) è una scelta che ha ripercussioni, nonché radici, MORALI e SPIRITUALI. Anche la musica che sentiamo, anche lo svago e la lettura, anche le nostre attività, sono una scelta che possiamo compiere per elevarci a Dio, o per abbassarci, vivendole per noi stessi. Anche queste cose possono essere tempo per gli altri o tempo per noi; innalzamento o rilassamento. Santità o tiepidezza.
RENDEREMO CONTO ANCHE DI COME VOTEREMO. Di più: renderemo conto anche del tempo perso, speso per noi stessi, per il nostro svago, per l'ozio e per il gioco, per le parole vane e vacue con gli altri... Tutte cose che riteniamo "doveroso" concederci perché "già facciamo tanto". In realtà, non facciamo mai abbastanza e i Santi - come dicono San Filippo Neri, San Josemaría Escrivá e altri - non cercano (e non trovano) mai un momento di tranquillità, di rilassamento, di tempo 'proprio'. Ciò significa che, se abbiamo (o vogliamo provare ad avere) vera vita spirituale, vita SOPRANNATURALE, vita SANTA, non dobbiamo sottovalutare la voce di Dio in noi, in ogni attimo, e, nello specifico, non dobbiamo sottovalutarla prima di entrare nelle urne. Non dobbiamo sottovalutare lo stare alla presenza di Dio, vale a dire il ricordare con la mente e col sentimento che Dio è lì che ci scruta e ci chiede di più - "Siate perfetti com'è perfetto il Padre vostro che è nei cieli" (Matth. V, 48); "Siate santi, perché io, il Signore, Dio vostro, sono santo" (Lev. XIX, 2). Non dobbiamo sottovalutare quanto consigliano tutti i Papi e i Santi: la preghiera autentica e umile è il fulcro di ogni cosa, è fulcro della santità, e soprattutto della comprensione (del discernimento...) nella nostra vita; non dobbiamo sottovalutare quindi il fatto che ognuno di noi deve PREGARE Dio affinché lo ispiri e dia a ognuno di noi la giusta risposta (a patto che si abbia retta coscienza e si sia dunque realmente disposti ad ascoltarLo anche quando ci dice cose che non vorremmo sentirci dire!).
E solo una cattiva coscienza, poco umile, può farci dire "IO" in ogni cosa e anche in questo ambito... ("IO ho già capito tutto quel che c'è da capire e questo discorso non mi tocca", "IO già sono convinto e non voglio cambiare idea", "IO non voglio sentire ragioni perché tizio o caio mi sono sgraditi"; "IO penso che in queste cose non ci sia bisogno di tirare in ballo la preghiera" - e magari il tutto detto con spirito di rilassamento spirituale, di TIEPIDEZZA e mancanza di afflato alla santità, per la serie: "ma sì, se non lo faccio, non ci fa niente, NON ESAGERIAMO..." -). Impariamo in OGNI cosa a dire abbandonati a Lui: "Dio" e unicamente "Dio". Dio, facci capire tu. Fa' comprendere alla nostra ragione, illuminandoci nel profondo dello spirito, donandoci fervore, secondo i dettami della Chiesa e le valutazioni REALISTICHE (e non quelle astratte e fumose della nostra cattiva coscienza) legate all'opportunità, cosa è meglio votare, e non ciò che emozionalmente (simpatia, antipatia, SENSAZIONI) le nostre passioni - entusiasmi, rifiuti, delusioni, sdegno - ci indicano (in modo distorto...).
Il cattolico non è una banderuola al vento, non è sballottato dalle correnti dell'emozione, ma risponde (IN QUEST'ORDINE) con fede autentica (abbandonata!), ragione attenta, volontà ferma, passioni sottomesse (non annullate nell'asetticità, ma indirizzate al fine positivo indicato da Dio!), perché l'equilibrio interiore di ognuno di noi è in quest'ordine: la fede, la vita spirituale, illumina la ragione che si umilia nel cercare risposte fuori di sè; la ragione si uniforma a queste risposte; dopodiché essa guida la volontà; e la volontà incanala gli istinti/passioni verso il fine indicato da Dio soprannaturalmente: quanto concorre alla salvezza del prossimo, all'amore, a ciò che è il bene dell'altro e che può avvicinarlo anche solo un pochino di più a Dio. Così parla la dottrina cattolica a livello, per così dire, 'statico' o 'plastico' nel Catechismo e a livello 'dinamico' nelle vite dei Santi. Questo è l'ordine interiore indicatoci: fede, ragione, volontà, passioni.
Teniamo conto, infine, che ogni cosa ha come fine la santità dell'uomo, il bene del prossimo: anche la politica. Ognuno di noi, quando agisce, non deve fare ciò che gli va, piace e gradisce, nè ciò che pretende di capire, ma deve fare il bene concreto per l'anima dell'altro, vale a dire che ognuno di noi non deve fare ciò che "pensa" ("penso che tutti devono convertirsi a Cristo punto e basta e quindi picchio forte e in egual modo su tutti perché ciò succeda a colpi di strilli e proclami medievali che tanto vorrei tornassero in auge"), ma deve in
vece fare ciò che sul momento può essere più utile per l'altro ("Dio mi fa capire che per adesso per la conversione di tizio basta anche solo un sorriso, anche solo una parola orientata spiritualmente, anche solo un gesto cristiano, e solo questo faccio, pregando che serva per costruire la sua salvezza"). Ognuno di noi deve inserirsi nel mosaico di salvezza che Dio, attraverso le molteplici situazioni/sedimentazioni della vita (passate, presenti e future), ha costruito per ogni prossimo che ci è intorno. Niente massimalismi dunque! A noi tocca fare il massimo possibile in concorrenza con altri tasselli del mosaico; a noi tocca mettere un mattone concretamente depositabile sul muro esistente: il rimanente verrà fatto da altri che Dio manderà dopo. Anche questa nota, per quanto indegnamente, nasce con questo proposito e spirito: fare il bene possibile per voi.
Ora, se anche la politica è e deve essere finalizzata a favorire la santità umana, ci tocca valutare quale sia il massimo raggiungibile sul momento perché il prossimo venga aiutato concretamente nel periodo futuro a essere più santo (o almeno meno peccatore). Qual è il bene dell'altro nella politica attuale? La politica oggi è, come tutta la società, terra sconsacrata. Che, proprio per questo, non va lasciata tale, ma che va riconsacrata - compito del laico è la consecratio mundi diceva il Venerabile Pio XII nel 1957 -. Ma riconsacrarla significa fare il bene concretamente possibile: cosa è più utile per il bene delle anime adesso? Cosa è più auspicabile realisticamente, considerato che l'ottimo non si avrà? Quello che piace a me? Quello che la mia testa e la mia superbia vogliono capire? O quello che, mi piaccia o no, è utile per l'altro? Ricentriamoci tutti sull'Essenziale: la gloria di Dio... E solo così riconsacreremo per quanto possibile il mondo, evitando che altri lo sconsacrino di più e con il nostro assenso, con la nostra dissennata, passionale e umana scelta nelle urne. La nostra scelta sia ragionevole (ma non razionalista! Non dettata da noi e dalle nostre arroganti convinzioni!), ordinata e divina. Soprannaturale e non naturale. Il futuro politico per i cattolici è la quasi irrilevanza. Ma essere irrilevanti significa dover tornare ad essere un minimo rilevanti. E per essere un minimo rilevanti è necessario essere Santi.
Vi auguro dunque la santità e un'attenta meditazione.
In J et M
Filippo Giorgianni
Addì 22 febbraio A.D. MMXIII ".
Premetto, visto che la campagna elettorale è finita è che c'è il silenzio, che questo brano non inneggia a nessun partito.
L'ho messo solo per fare capire che non si può essere cattolici a Messa e fare cose diverse fuori e per fare meditare tutti su questo fatto.
Oggi, purtroppo, si cerca di essere cattolici sono in chiesa ma appena si esce da essa si cambia e ci si conforma al mondo.
I risultati si vedono e sono i disastri nella politica, nello sport, nelle famiglie, nel lavoro e in ogni altro aspetto della vita sociale e non solo.
Purtroppo, anche gli uomini di Chiesa non sono immuni da questo "virus".
Il carrierismo (che è stato denunciato dal Santo Padre Benedetto XVI, è un esempio di ciò.
Noi dobbiamo tornare a Cristo e lasciarci prendere per mano da Lui.
Noi dobbiamo meditare su ogni aspetto della nostra vita.
Solo così, noi possiamo evitare di diventare irrilevanti.
Termino, facendovi due inviti.
Il primo è quello di andare sul sito delle Famiglie della Visitazione e di leggere il brano intitolato "La rinuncia del Pontefice alla luce della sua teologia".
Il secondo è quello di pregare per me che avrò l'arduo compito di fare lo scrutatore al seggio e che dovrò essere garante del regolare svolgimento delle elezioni.
Pregate per me e per tutti quelli che come me saranno impegnati in questo lavoro, anche rischiando di saltare la Santa Messa, quello che per noi cattolici è l'incontro con Cristo.
Cordiali saluti.
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