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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 8 febbraio 2013

Commento sullo Stato dell'Italia

Cari amici ed amiche.

Prendo spunto dalle parole dette ieri dall'onorevole Lara Comi (nella foto) e dall'onorevole Giorgia Meloni che hanno parlato alla trasmissione di Michele Santoro "Servizio Pubblico", per commentare lo Stato del nostro Paese.
Vi porto un dato molto importante: in Italia la crescita del numero di studenti nelle scuole è stata del 7%.
Quella dei docenti è stata del 20%.
Qui c'è qualcosa che non torna.
Se poi aggiungiamo il personale non docente (i bidelli) la cosa è ancora più seria.
Negli anni passati, la scuola pubblica è divenuta sempre di più un luogo in cui collocare persone.
In pratica, la scuola pubblica non fu più usata come luogo di formazione come ammortizzatore sociale.
Questo, alla lunga, ha creato grossi problemi, soprattutto al sud del nostro Paese, in cui l'assistenzialismo ha per anni dominato.
Questo determina uno scadimento della qualità dell'insegnamento.
Questa cosa si vede anche nell'università.
Durante la trasmissione, l'onorevole Comi aveva chiesto al governatore della Regione Puglia Nichi Vendola il perché dello spostamento di molti giovani che vanno a studiare nelle regioni del nord.
Lui ha risposto dicendo che ai giovani del sud piace viaggiare e che non sono come i leghisti.
Personalmente, io trovo che Vendola sia stato irrispettoso.
Io penso che il motivo di questa emigrazione sia proprio nelle politiche che ci sono state negli anni precedenti e che oggi hanno ancora un retaggio.
Il caso di qualche anno fa della "parentopoli" dell'Università di Bari (con concorsi truccati) ne è stato un esempio.
Inoltre, vi porto un altro dato molto interessante.
Attraverso un suo articolo intitolato "La presenza di scuole private migliora il profitto degli alunni", il sito dell'Unione Cristiani Cattolici Razionali ha riportato che la presenza delle scuole private migliora il profitto.
E' molto interessante la parte che recita:

"Il ricco documento approntato mostra chiaramente, numeri alla mano, come nei Paesi in cui viene offerta alle famiglie la possibilità di scegliere quale tipo di scuola far frequentare ai loro ragazzi, questi riportino risultati mediamente migliori nelle diverse materie. In particolare, dalla possibilità concreta di scelta della scuola, scaturisce un beneficio che è maggiore proprio per gli studenti di estrazione socio-economica svantaggiata. È il caso, ad esempio, di Belgio e Paesi Bassi, dove le scuole private (spesso confessionali, tra l’altro) sono finanziate direttamente e integralmente dallo Stato: «Se sono presenti più istituti non statali», viene spiegato dai ricercatori, «in modo che il settore scolastico non sia amministrato secondo il modello unico di una sorta di “monopolio di Stato”, i Paesi hanno performance migliori».

Le ragioni sono molto semplici: un sistema in cui vige una concorrenza reale determina una competizione in termini di efficacia ed efficienza da parte dei diversi soggetti operanti nel settore. Insomma, meno Stato e più libertà di scelta uguale migliore qualità scolastica e maggiore equità sociale, alla faccia degli statalisti del “Nuovo Comitato art.33”, che vorrebbero eliminare il sostegno economico che l’Amministrazione Comunale della città di Bologna destina alle scuole dell’infanzia paritarie della città.".


In primo luogo, si dovrebbe superare il concetto di monopolio della scuola pubblica.
Questo creerebbe competizione e con la competizione si può migliorare.
Riguardo alla questione della 'ndrangheta, sempre nella medesima trasmissione di Santoro c'era anche il candidato presidente di centrosinistra della Regione Lombardia Umberto Ambrosoli.
Ambrosoli ha praticamente fatto il suo solito ragionamento "culturale" in cui ha detto che la 'ndrangheta si sia insediata in Lombardia perché (secondo lui)  vi è stata una cultura che l'ha favorita.
Io vorrei rispondere ad Ambrosoli dicendo che la lotta ad ogni forma della criminalità organizzata si deve fare unendo il popolo e non dividendolo, gettando questo tema nella campagna elettorale.
Anzi, dire che una parte politica sia pro-mafia e l'altra contro rischia solo di favorire la mafia stessa.
La 'ndrangheta è dilagata perché c'è una crisi economica molto forte che ha fatto chiudere imprese e lasciato a casa molte persone.
Da disoccupato so di che parlo.
Di fronte a questa situazione, vi sono imprenditori e cittadini che farebbero ogni cosa pur di avere un piatto di lenticchie.
Se poi il popolo viene diviso sul tema della lotta alla mafia, il disastro è fatto.
Riguardo al lavoro, noi ci troviamo di fronte ad un sistema ingessato.
L'amico Marco Stella mi ha fatto avere un articolo del Centro Studio Cesi con un appello alla partecipazione  con cui si vorrebbe introdurre un concetto di collaborazione tra i vari stakeholders nella gestione delle aziende.
Intendiamoci, io ho un'idea politica diversa.
Io penso che i primi nemici di questa collaborazione siano i sindacati e certa magistratura politicizzata.
Il caso è proprio qui nella mia Provincia, la Provincia di Mantova, con la crisi della Cartiera Burgo.
La Cartiera Burgo è stata definita un "inferno rosso" da qualche persona che ha lavorato al suo interno.
Qui i sindacati l'hanno sempre fatta da padroni.
Hanno fatto scioperi a destra e a manca, anche per delle baggianate e delle quisquilie.
Per farvi capire, vi racconto che una volta i sindacati nella cartiera hanno fatto uno sciopero per la visita del Presidente della Repubblica americano.
L'azienda ha sempre lasciato fare e oggi sta fallendo.
Quanto alla magistratura politicizzata, il problema è presto detto.
L'azienda licenzia un operaio per giusta causa, questi si rivolge a certi magistrati che trovano un cavillo per farlo riassumere.
Basti pensare a quegli operai che stanno a casa per vedere le partite dei Mondiali di Calcio.
Questo è il nostro Paese, un Paese bloccato da certi veti e diviso dalle lotte politiche.
Cordiali saluti.





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