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sabato 9 febbraio 2013

Luca Marcolivio sulla crisi del nostro Paese

Cari amici ed amiche.

L'amica Irene Bertoglio ha riportato sul suo libro "Intervista ai maestri" questa frase del professor Luca Marcolivio:


"Ancora oggi ci portiamo dietro le conseguenze di quanto avvenuto 150 anni fa: la crisi della politica, la sua incapacità di rispondere alle istanze dei cittadini, sono la risultante dell’onda lunga di questa profonda separazione tra i governanti e i governati che non ha pari in nessuna democrazia del mondo.".

Sono d'accordo con queste frasi.
C'è chi imputa i mali del nostro Paese a chi ha governato in questi ultimi venti anni.
E' chiaro che ciò sia una becera strumentalizzazione.
In realtà, i mali del nostro Paese risalgono a molto prima.
La madre dei mali del nostro Paese sta in quello che accadde centocinquantuno anni fa e che ci portiamo tuttora.
Ora, vi faccio un bel "corso di storia accelerato".
Parliamo della storia della Francia.
La Francia venne fondata dal 486 AD, quando il re dei Franchi Clodoveo si convertì al cattolicesimo, prendendo il favore dell'aristocrazia gallo-romana e fondendo i Franchi con i Romani di Gallia.
Parliamo anche della Storia dell'Inghilterra.
L'Inghilterra iniziò a formarsi nel 449 AD, con l'arrivo degli Angli, dei Sassoni e degli Juti nella Britannia, che era stata abbandonata dai Romani.
Nel 597 AD, arrivò Sant'Agostino di Canterbury che evangelizzò gli Angli, i Sassoni e gli Juti.
Questo gettò le basi dell'Inghilterra, che poi si formò definitivamente con l'arrivo dei Normanni nel 1066 AD e con la redazione della Magna Charta Libertatum nel 1215 che contemplava anche la questione della libertà della Chiesa inglese.
Ora, parliamo dell'Italia.
Dal 568 AD (anno in cui calarono i Longobardi)  fino al 1861 AD, l'Italia fu divisa.
Queste divisioni fecero sì che tra il nord e il sud del Paese ci fossero differenziazioni di usi, di leggi e di costumi.
Il processo di unificazione del nostro Paese (che avvenne tra il 1860 ed il 1861) fu in realtà frutto di una decisione voluta da una minoranza su una maggioranza.
Questo processo ebbe le spinte di logge massoniche anti-cattoliche e non tenne conto delle reali condizioni politiche e socio-culturali dei singoli Stati che esistevano prima del Regno d'Italia.
Questo processo forzoso fu contro la Chiesa, l'unica forza che realmente univa l'Italia.
Così, si formò uno Stato contro la Chiesa e non intorno ad essa, cosa che avvenne invece per gli altri Paesi, come Inghilterra e Francia.
Questo determinò una serie di problemi.
Il primo fu la questione religiosa.
Infatti, gli Italiani erano (e sono) un popolo prevalentemente cattolico.
Con i rapporti tesi con il Papato (che nel 1870 perse anche il Lazio e Roma) gli Italiani si trovavano ad essere tra due fuochi, lo Stato e la Chiesa, due istituzioni che si si erano contrapposte.
Oltre a ciò ci fu la spoliazione del sud.
Il conte Camillo Benso di Cavour era indebitato con alcuni gruppi finanziari stranieri.
Egli fece spogliare il sud e fece chiudere molti monasteri per coprire i debiti contratti dal Regno di Sardegna.
Questo creò i malumori nel sud che divenne dipendente dal resto del Paese che, a sua volta, venne gravato da tasse, come viene gravato ora.
A ciò vanno aggiunti i sindacati ed i socialisti, da cui si scissero nel 1921 i comunisti.
Come ora, essi in passato posero veti e si misero contro lo "Stato borghese".
Tutto questo ancora oggi si sente.
Cordiali saluti. 




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