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lunedì 18 febbraio 2013

Il voto degli Italiani all'estero, commento alla nota di Marco Stella

Cari amici ed amiche.

L'amico Marco Stella mi ha fatto avere questa nota intitolata "Voto degli Italiani all'estero":


"Il diritto di voto degli italiani all'estero, acquisito da pochi anni, è spesso bersagliato da criche di ogni genere. Alcuni, considerando gli Italiani all'estero dei cittadini di serie B, preferirebbero che non votassero, altri vedono negli Italiani nati all'estero (parte degli aventi diritto al voto) dei votanti con scarsa conoscenza del panorama politico italiano. Molti altri sollevano seri dubbi sulla serietà e trasparenza dello scrutinio o mettono in evidenza la grandissima influenza dei patronati (sindacati operanti all'estero). Sono indubbiamente delle critiche coerenti, che dovrebbero servire a migliorare sempre di più la forma con la quale un diritto conseguito con decenni di caparbio lavoro è stato garantito, riavvicinando alla Patria milioni di Italiani nel mondo.

Molti dovrebbero essere gli accorgimenti alla Legge Tremaglia al fine di perfezionare questo diritto e tra le varie cose io vorrei chiamare l'attenzione su queste due:

1) dar la possibilità ai cittadini italiani iscritti all'AIRE ma nati in Italia di votare per la scelta del Presidente della Regione d'origine - o di ultima residenza - del votante;


2) dar la possibilità di votare per i partiti presenti alle elezioni anche se non hanno una loro lista nella circoscrizione estero. In questo caso si potrebbe prevedere la possibilità ad esempio per un Milanese residente a Rio de Janeiro votare per il partito che predilige o per un politico di cui si fida anche se non presenti nella circoscrizione estero scegliendolo tra i candidati del municipio di sua ultima residenza (solo se di un partito non presente all'estero)
"."

Prima di incominciare, desidero dire due cose.
La prima è un ringraziamento a Marco Stella.
Lo ringrazio degli spunti che mi dà e anche del fatto che mi stia aiutando a cercare lavoro.
Lo apprezzo molto.
Marco è una brava persona, che stimo, e che ha saputo dimostrare di sapere parlare con grande correttezza e serietà.
La seconda, visto che siamo in argomento, riguarda me.
Infatti, io sono stato nominato scrutatore, presso il seggio n°6 del Comune di Roncoferraro, in Provincia di Mantova.
A chi crede, chiedo di recitare una preghiera per me perché sia in grado di portare avanti il compito a me assegnato nel migliore dei modi.
Io, sicuramente, sarò garante della regolarità del voto.
Ora, parlo dell'argomento.
Le ragioni addotte da Marco non sono solo condivisibili ma sono anche ben sostenute da dati di fatto.
Io sono sempre stato un sostenitore del voto degli italiani all'estero.
Anche qui a Roncoferraro (Mantova), mi è capitato di parlare spesso e volentieri del diritto di voto degli italiani all'estero.
Alcuni, effettivamente, hanno detto che gli italiani all'estero e loro discendenti non debbano avere il diritto di votare perché non (a loro dire) essi non hanno competenza del panorama politico italiano .
Io trovo tutto questo ridicolo.
In primo luogo, gli italiani all'estero hanno diritto di votare perché anche loro (per esempio) pagano delle tasse qui in Italia.
Basti citare l'IMU (Imposta Municipale Unica) per i beni immobili qui in Italia.
Inoltre, vi è anche la questione delle pensioni, per quegli italiani che hanno lavorato qui e all'estero.
Quindi, dici delle scemenze chi afferma che gli italiani all'estero non debbano votare.
Dopodiché, va detto che il meccanismo di voto debba essere cambiato.
Di sicuro, il voto per posta non è efficiente (in termini di regolarità) e va sostituito con altri meccanismi.
Per fare ciò, servirebbero delle strutture nuove nei Paesi in cui le comunità italiane si trovano.
In poche parole, bisognerebbe fare in modo gli italiani all'estero possano votare o nelle ambasciate o nei consolati o in "seggi volanti", sotto la supervisione del personale delle ambasciate o dei consolati vicini.
Giù qui in Italia si possono fare dei "seggi volanti".
Io ho operato in uno di essi come scrutatore.
Qui, a Roncoferraro, infatti, c'è l'Istituto Geriatrico "Antonio Nuvolari".
Ora, i residenti di quel luogo non vengono portati al seggio (che nel caso specifico è il n°1) ma viene allestito un seggio in loco con un presidente e due scrutatori che dipende da quello che si trova in sede.
Si potrebbe fare una cosa simile anche all'estero.
Riguardo al problema dei sindacati, la questione è grave.
Ne avevo parlato nell'articolo intitolato "Voto estero, ci sono problemi?".
Un consiglio che do agli italiani residenti all'estero (e non solo) è quello di segnalare all'autorità competenti eventuali situazioni sospette, dalle indicazioni di voto date dai patronati e dai sindacati alle schede già votate.
Condivido con Marco anche la questione del voto alle elezioni regionali.
Poiché in Italia si dovrà andare verso il federalismo, si dovrà fare in modo che gli italiani all'estero possano votare anche per le elezioni regionali, così come sono favorevole alla possibilità di fare votare i nostri connazionali residenti all'estero i candidati dei partiti presenti alle elezioni, anche se questi non hanno liste nelle circoscrizioni estere.
Bisogna fare sì che gli italiani all'estero abbiano gli stessi diritti che abbiamo noi che stiamo qui in Italia.
Cordiali saluti.




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