Cari amici ed amiche.
Sulla pagina di Facebook della Chiesa cattolica è comparsa questa foto, con questa didascalia:
"Approvato in Assemblea nazionale l'art. 1 del ''mariage pour tous'': le prime reazioni dei vescovi
L’arcivescovo di Lione, cardinale Philippe Barbarin, si dice pronto a scendere di nuovo in piazza. “Molte persone sono pronte a rifarlo per riaffermare chiaramente che questo progetto non è né un bene né un progresso”. In un’intervista rilasciata a “Le Point” e rilanciata dal sito della sua arcidiocesi, il presule scende di nuovo in campo per ribadire il suo no al progetto di legge che apre il matrimonio e l’adozione alle coppie omosessuali, il “mariage pour tous”. Il progetto di legge è in discussione da lunedì all’Assemblea nazionale e il dibattito durerà ancora alcuni giorni. Intanto è stato già approvato l'articolo primo del progetto di legge che legalizza i matrimoni omosessuali, con 249 voti favorevoli e 97 contrari: si tratta dell'articolo più importante, dal momento che definisce il matrimonio come "contratto da due persone di sesso diverso oppure del medesimo". L'approvazione finale della legge, che comprende 14 articoli, è ora data per scontata.
“Per il bene del nostro Paese”. “Bisogna essere coscienti – dice l’arcivescovo di Lione Philippe Barbarin – che cambiare il senso delle parole, è una grande violenza che si fa a tutta una Nazione. Il matrimonio è, e deve restare, l’unione di un uomo e di una donna. Si tratta di un elemento invariante dell’esistenza umana che pre-esiste a ogni potere politico e a ogni scelta religiosa”. Il card. Barbarin torna quindi a ribadire che il progetto di legge rappresenta una vera e propria “rivoluzione” soprattutto riguardo alla filiazione. Ciò che infatti preoccupa in modo particolare gli oppositori della legge è la parte relativa all’accesso alle adozioni: “ineluttabilmente – dice l’arcivescovo – passeremmo dal bambini-dono al bambino dovuto”. L’arcivescovo ricorda inoltre la manifestazione del 13 gennaio quando a Parigi migliaia di persone hanno manifestato contro la legge. “Il grido del 13 gennaio risuona ancora, ciò non vuol dire però che sia stato ascoltato”, dice il cardinale. Che aggiunge: “qualsiasi numero siano stati i manifestanti, si è tratta di un movimento senza precedenti da molti anni. E’ gente che non si è mobilitata per difendere una scelta o un interesse ma per il bene del nostro Paese”. E conclude ricordando che il 13 gennaio a marciare al suo fianco a Parigi c’era anche il presidente del Consiglio regionale del culto musulmano.
“Un aspetto importante dell’esistenza umana”. In un’intervista alla radio dell’arcidiocesi di Parigi, anche il card. André Vingt-Trois commenta oggi il dibattito in Assemblea nazionale. “La questione che pone il progetto di legge – dice – non è semplicemente un tema che oppone destra e sinistra ma riguarda un aspetto importante dell’esistenza umana”. Preoccupa l’arcivescovo il modo con cui i ministri incaricati stanno portando avanti “abilmente” il progetto di legge in Assemblea nazionale mettendo in atto una sorta di “difesa elastica”, togliendo cioè le parti più discusse dal testo per poi reinserirle una volta che il progetto di legge è approvato. E intanto in Assemblea nazionale il dibattito si infiamma più volte, soprattutto attorno alla discussione della Gpa, la “gestazione per altri”.
Una spaccatura nella società francese. In vista del dibattito parlamentare, il Consiglio permanente dei vescovi francesi aveva pubblicato nei giorni scorsi una nota per chiedere ai politici di non ignorare l’opinione espressa il 13 gennaio dai cittadini francesi, perché si rischia di “recare un danno al buon funzionamento della democrazia” e di generare una spaccatura nella società francese. “Da molti mesi - si leggeva nella nota- abbiamo allertato il governo e l’opinione pubblica sul rischio di una spaccatura profonda che rappresentava all’interno della società francese, il disegno di legge che consente il matrimonio e l’adozione alle persone dello stesso sesso. Questa spaccatura è tanto più deplorevole quanto più il nostro Paese sta vivendo un periodo di forti difficoltà economiche e sociali che dovrebbe portare i responsabili politici a unire il Paese”".
Ho una notizia: a Mantova, l'Arcigay celebrerà matrimoni simbolici, presso il Castello di San Giorgio, domenica 10 febbraio.
In Francia, il governo socialista sta prendendo una decisione che potrebbe creare dei problemi.
In pratica, favorendo il matrimonio gay, si rischia di distruggere la famiglia.
Infatti, dal matrimonio gay si arriva all'adozione di bambini da parte delle coppie gay.
Poi, sfasciata la famiglia, dove si arriverà? Si arriverà al tribalismo?
Poi, si legittimerà la pedofilia? Si renderà legale la poligamia?
Sarebbe la fine della nostra società.
Stravolgendo la famiglia, infatti, si stravolge la società.
Ora, la Francia cattolica (e non solo) sta protestando contro il governo del presidente Francois Hollande che (d'autorità) ha deciso di non ascoltare nessuno e di stravolgere quella che è la costituzione naturale (che viene ben prima di quella scritta) della società.
La Francia di oggi sembra sempre di più quella di Robespierre e di Hébert, quella che portò la scristianizzazione, con la distruzione della famiglia, il ritorno al paganesimo ed il giustizialismo.
Però, qui non c'è in ballo solo il cattolicesimo ma l'intera società.
La famiglia è un bene di tutti.
Spero che qui in Italia non accada la stessa cosa.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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