Cari amici ed amiche.
Leggete l'articolo scritto su Zenit da Irene Bertoglio che è intitolato "Ogni donna è degna di essere amata da uomini coraggiosi e fedeli nella lotta per la vita".
Questo articolo parla di Gianna Jessen , l'attivista statunitense pro life che è scampata dal tentativo di aborto operato da sua madre.
L'altro ieri, Gianna è stata a Biella, ove ha portato la sua testimonianza.
E' molto interessante la parte che recita:
"Abbiamo conosciuto Gianna due anni fa, quando, davanti al Congresso degli Stati Uniti d’America, ha testimoniato con grinta e anticonformismo la propria esperienza. Ci si aspetta nella serata di Biella lo stesso entusiasmo anticonvenzionale, che non si fa attendere: «Ciao! Credo nell’essere completamente se stessi perché questo è il modo più libero di vivere: non è facile ma è più interessante. Nella Bibbia si legge più volte che la paura che l’uomo prova è una trappola: io a volte ho paura ma tento di andare avanti». Con questa introduzione, Gianna spiega da subito di avere 35 anni e una paralisi cerebrale; racconta di sé alternando fatti a considerazioni personali: «i medici dicevano che non sarei mai riuscita a tenere su la testa o a gattonare: amo servire un Dio che ancora oggi fa camminare gli zoppi!».
Racconta della paradossale dinamica in cui è nata: «l’aborto salino consiste nell’iniettare una soluzione che brucia il bambino, va ad accecarlo, lo soffoca ed entro 24 ore la madre partorisce un bambino morto: tranne che nel mio caso!». E con tono orgoglioso aggiunge: «Io non sono morta!». Di fronte agli applausi della gente sorride ed esclama: «Grazie! I’m happy too!».
Si rivolge innanzitutto agli scettici, questa piccola grande donna, dicendo di possedere le cartelle cliniche in cui è stato certificato che è «nata per aborto salino» e che sa chi è il suo medico abortista, in quanto ha dovuto firmare il suo certificato di nascita: «quella mattina il medico è arrivato in ritardo e l’infermiera è riuscita a salvarmi chiamando un’ambulanza. Lui mi avrebbe uccisa perché mi avrebbe considerato senza valore, ma Gesù la pensava diversamente e lo ha tenuto lontano».
Oggi, dopo tanti anni, la clinica in questione sta chiudendo i battenti. Il 5 agosto 2002, Bush firmò un atto per la protezione dei bambini: chi sopravvive all’aborto deve ricevere cure mediche. Obama ha votato contro questa legge. Mentre Gianna parla ci accorgiamo di quanto rifiuto d’amore abbia dovuto subire questa “bambina di Dio”, eppure ci sentiamo dire: «Non ho avuto un’adozione facile, ma non sopporto il pensiero vittimista, perché se mi penso come una vittima divento prima di tutto schiava internamente e poi sostengo la creazione di una cultura di vittime che iniziano a gridare per essere governate e dominate. La libertà a volte è considerata dall’uomo come una responsabilità troppo grande e la tirannia è in questo modo facilitata, ma questo è un inganno: siamo nati per essere liberi!».".
Quando ho letto queste parole, i miei polsi hanno tremato.
Questa cosa mi tocca come uomo di scienza, se pur solo diplomato e, purtroppo, disoccupato.
So come si forma un embrione e come questo diventa un feto.
In pratica, la scienza viene usata per uccidere delle persone, anziché tutelare la vita.
Questo è gravissimo.
In pratica, una cosa che serve a migliorare la vita, come la scienza, viene usata per uccidere, per fermare una vita sul nascere.
Purtroppo, in questo senso, il nazismo ha vinto.
Lo so che è forte da dire ma rispecchia l'idea.
Oggi, vi è chi dice che un bambino che può nascere malformato non possa vivere e si cela dietro alla parola "pietà".
C'è anche chi dice di non potere mantenere il bambino e perciò ritiene che l'aborto sia la cosa più giusta.
Questi discorsi venivano fatti da Adolf Hitler e dai suoi, così come venivano fatti da Thomas Robert Malthus.
Questi era stato un pastore anglicano (della Broad Church) ed economista vissuto tra 1766 ed il 1834.
Malthus disse:
"Ogni bambino nato in soprannumero rispetto all'occorrente per mantenere la popolazione al livello necessario deve inevitabilmente perire, a meno che per lui non sia fatto posto dalla morte degli adulti... pertanto... dovremmo facilitare, invece di sforzarci stupidamente e vanamente di impedire, il modo in cui la natura produce questa mortalità; e se temiamo le visite troppo frequenti degli orrori della fame, dobbiamo incoraggiare assiduamente le altre forme di distruzione che noi costringiamo la natura ad usare. Invece di raccomandare ai poveri l'igiene, dobbiamo incoraggiare il contrario. Nelle città occorre fare le strade più strette, affollare più persone nelle case, agevolando il ritorno della peste. In campagna occorre costruire i villaggi dove l'acqua ristagna, facilitando gli insediamenti in tutte le zone palustri e malsane. Ma soprattutto occorre deplorare i rimedi specifici alla diffusione delle malattie e scoraggiare quella persone benevole, ma tratte decisamente in inganno, che ritengono di rendere un servizio all'umanità ostacolando il decorso della estirpazione completa dei disordini particolari.".
E' vero che la quantità di persone è inversamente proporzionale alle risorse, perché si consuma di più, però è vero anche che se si consuma di più si produce altrettanto.
Questo genera lavoro.
Quindi, la nostra situazione di denatalità rischia di portare la povertà.
Certo, riguardo all'aborto, va detta una cosa,
Ogni uomo è responsabile verso gli altri.
In particolare, egli è responsabile verso una vita che genera.
Molto spesso, quando c'è un aborto, la madre del bambino viene lasciata sola.
Il padre del bambino la lascia come se questa cosa fosse non sua.
Egli, così facendo, contribuisce a fare morire un bambino sul nascere e danneggia la vita della madre, lasciandola sola.
Io penso che per queste cose serva responsabilità.
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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