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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 2 febbraio 2013

Fuori la lotta alla mafia dalla campagna elettorale!

Cari amici ed amiche.

Io trovo che la candidatura di Umberto Ambrosoli (nella foto) alla presidenza della Regione Lombardia sia il classico tentativo di fare passare per lotta alla mafia ciò che è campagna elettorale.
Com'è noto, il centrosinistra ha candidato questo avvocato che è figlio di Giorgio Ambrosoli, un avvocato che fu ucciso l'11 luglio 1979 da un sicario di Michele Sindona, un banchiere siciliano colluso con la mafia.
Ora, io io penso che la candidatura di Ambrosoli sia una scelta fatta in funzione dei recenti casi di 'ndrangheta in cui è stato coinvolto qualche membro dell'attuale Giunta lombarda.
Con tutto il rispetto per Ambrosoli, per la sua vicenda personale e per le persone, io trovo che la coalizione di centrosinistra non abbia perso il brutto vizio di strumentalizzare un tema importante e serio qual è la lotta alla mafia e a tutte le altre forme di criminalità organizzata.
Un tema del genere riguarda tutti.
Usare questo tema nella lotta politica altro non è che un favore alla stessa criminalità organizzata.
Infatti, dividere la società è un favore alla criminalità organizzata.
In pratica, il centrosinistra vuole farsi passare per "pulito" e fare passare la sua controparte (la coalizione di centrodestra) per corrotta e mafiosa.
Questo non va bene.
Dividere la società civile significa favorire la mafia, la 'ndrangheta e la camorra.
Infatti, se il centrosinistra continua ad attribuirsi i meriti della lotta alla criminalità organizzata e ne fa una propria bandiera, come può uno di centrodestra (come me) riconoscersi in essa?
La stessa domanda si può fare a parti invertite.
Inoltre, va detta una cosa su certi magistrati.
Io sono sempre stato contrario ai magistrati candidati in politica perché la magistratura deve avere un ruolo di terzietà rispetto alla politica.
Ora, come può un cittadino sentirsi garantito dalla giustizia, quando vede che un giudice si candida in politica?
Egli si sentirà legittimato a porre dubbi sulla terzietà di quel giudice, prima che si candidasse.
Questo delegittima la magistratura e non il presidente Berlusconi che attacca certi giudici politicizzati.
Per ultimo, si attacca tanto la politica, accusandola di essere connivente con la mafia.
In realtà, non bisogna solo attaccare la politica ma anche alla burocrazia, che spesso sopravvive ai politici.
Infatti, quando viene sciolta una Giunta comunale o provinciale per mafia, spesso e volentieri il ceto burocratico resta.
Questo ceto burocratico non è meno connivente con la mafia, di quanto non lo possano essere i politici?
La vera lotta alla mafia deve iniziare attraverso la cultura.
Prima di tutto, bisogna fare conoscere fin dalla scuola elementare la storia della mafia.
Poi, bisogna fare quello che non sta facendo ora il centrosinistra, ossia strumentalizzare la lotta alla mafia per la campagna elettorale.
Questo sarebbe già un buon passo.
Cordiali saluti.









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Il peggio della politica continua ad essere presente

Ringrazio un caro amico di questa foto.