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mercoledì 6 febbraio 2013

Sulla Rivoluzione francese, le parole del professor Massimo Introvigne riportate da Irene Bertoglio sul libro "Intervista ai maestri"

Massimo Introvigne
Cari amici ed amiche.

Il libro dell'amica Irene Bertoglio "Intervista ai maestri" riporta molte citazioni di vari pensatori e uomini di cultura cattolici.
Tra questi non poteva mancare il professor Massimo Introvigne, che ha fatto questa citazione:

"La Rivoluzione francese è parte di un processo che aggredisce la Cristianità a partire almeno dal Rinascimento e dall’Umanesimo, passando per la rottura dell’unità cristiana dell’Europa con la Riforma, quindi per l’Illuminismo, per il comunismo e in genere per le ideologie anticristiane e totalitarie che si affermano nel secolo XX.".

Diciamo pure che il processo che portò alla Rivoluzione francese non avesse avuto radici nel periodo in cui essa avvenne ma molto prima.
Il Rinascimento fu il punto di partenza.
In un certo senso, esso scaturì da una perdita di potere della Chiesa, che fu sconvolta dalla "Cattività avignonese" dei Papi (1309-1377) e dallo Scisma d'Occidente (1378-1417), che fu contemporanea alla crisi del Sacro Romano Impero.
Questa cosa si vide in molte occasioni.
Quando Papa Pio II (1405-1464) cercò di bandire una Crociata per liberare Costantinopoli (che il 29 maggio 1453 fu conquistata dai Turchi Ottomani), le potenze europee fecero ben altro.
Inoltre, in vari Paesi ci furono guerre che cambiarono il loro volto.
Cito, per esempio, la Guerra delle Due Rose in Inghilterra, una guerra civile (che scoppiò nel 1455 e finì nel 1485)  in cui combatterono tra di loro due famiglie, i Lancaster e gli York, per la corona.
In questo contesto si formarono dei movimenti di contestazione contro quel sistema che aveva nella Chiesa il suo centro.
Pensiamo al movimento fondato da John Wycliffe (1324-1384) in Inghilterra, i lollardi.
Questi movimenti, trovarono ben presto uno strumento con cui fare circolare le loro idee, la stampa.
Nel 1455, Johan Gutenberg finì di redigere la sua Bibbia con la stampa a caratteri mobili.
In questo contesto, un monaco di Eisleben, Martin Luther (Martin Lutero, 1483-1546) riuscì a fare circolare le sue idee da cui scaturì la Riforma protestante.
Queste sue idee distrussero di fatto il Sacro Romano Impero e l'unità della Chiesa in Europa.
Molte nazioni abbracciarono il protestantesimo per la scelta dei monarchi, che videro in esso uno strumento di potere.
Fu il caso, per esempio, della Svezia di Gustavo I Vasa (1496-1560), che nel 1527 ruppe i rapporti con la Chiesa cattolica, per imporre il luteranesimo.
Fu il caso anche dell'Inghilterra di re Enrico VIII (1491-1547) che nel 1534  ruppe i rapporti con il Papa, staccando la Chiesa inglese da Roma.
Durante il regno di suo figlio, re Edoardo VI (1547-1553), ci fu la Riforma protestante.
Con i principi del "sacerdozio universale" e della Salvezza data dalla "sola fede e sola Scrittura" che furono introdotti dal protestantesimo, si formarono varie Chiese locali.
Fu il caso di Martin Butzer (1491-1551) a Strasburgo o quello di Jean Calvin ( Calvino 1509-1564) a Ginevra.
In realtà, il protestantesimo puntò anche sovvertire l'ordine politico.
Il caso della sommossa degli anabattisti che nel 1534 fecero una rivolta a Munster (in Germania) fu un esempio, come fu un esempio la Guerra Civile inglese, in cui i puritani (calvinisti) si ribellarono al re Carlo I Stuart e lo fecero decapitare nel 1649.
Con l'unità religiosa dell'Europa oramai distrutta, iniziarono a diffondersi le idee che misero in discussione anche la natura stessa del Cristianesimo.
Si incominciò anche a fare passare il concetto del divorzio istituzionalizzato.
Già con il napoletano Giordano Bruno (1548-1600) iniziarono a diffondersi idee in cui si mettevano in discussione il concetto di Trinità piuttosto che quello dell'immortalità dell'anima.
Tra il XVII ed il XVIII secolo, però, si diffusero le idee dei primi illuministi inglesi, come John Locke (1632-1704), John Toland (1670-1722) e di Anthony Collins (1676-1729) che iniziarono a proporre un "Cristianesimo come religione e senza la tensione verso la Salvezza".
Questo fu l'embrione del deismo, che divenne caustico contro il Cristianesimo nella Francia illuminista.
Voltaire (1694-1778) ne fu il massimo esponente.
Il deismo fu una religione naturale e razionalistica con cui (di fatto) si negò Cristo.
In questo contesto si diffuse anche l'ateismo.
La Chiesa, dal canto suo, fu in una fase di crisi.
Il Papa dovette vedersela con sovrani che vollero imporre la loro legge anche sulle Chiese dei loro Paesi.
Vanno citati il re di Francia Luigi XIV (1638-1715), l'imperatore del Sacro Romano Impero Giuseppe II (1741-1790) ed il granduca di Toscana Pietro Leopoldo d'Asburgo (poi imperatore del Sacro Romano Impero 1747-1792).
Ci furono anche divisioni dottrinali, tra i giansenisti (che credevano nella predestinazione e predicavano l'austerità), i gesuiti e varie correnti.
Questo fece sì che le idee anticristiane attecchissero.
La Rivoluzione francese del 1789 fu il culmine.
All'inizio, la Rivoluzione cercò di imbrigliare la Chiesa, con la Costituzione civile del clero del 1790.
Poi, però, la Rivoluzione assunse i toni più brutali, nel periodo del Terrore Giacobino (1793-1795).
La Chiesa fu perseguitata e si attuò la scristianizzazione.
Da tutto ciò nacquero quelle idee anticristiane che si affermarono nel XX secolo.
Cordiali saluti.











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Ringrazio un caro amico di questa foto.