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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 5 aprile 2017

Lettera aperta al ministro Poletti

All'attenzione del Ministro del Lavoro Giuliano Poletti.

Egregio signor ministro,

lei ha affermato che per trovare lavoro non serve il curriculum ma si deve andare a calcetto.
Questa sua affermazione è dovuta al fatto che qui in Italia vada avanti non chi ha delle competenze e si diploma o si laurea con tanta fatica ma chi è amico o parente di una persona "con potere".
Le pare normale tutto questo?
Le pare normale affermare tutto ciò con naturalezza, come se fosse una cosa bella da dire?
A me è capitato di essere stato "scippato" di lavori (qualcuno di questi, tra l'altro, era anche il lavoro per cui mi ero diplomato) a vantaggio di altre persone che "avevano i loro santi in paradiso".
Inoltre, le pare normale dire che i giovani italiani emigrati all'estero "fanno bene a starsene fuori dai piedi"?
Ora, in questa mia lettera aperta ne riporto un'altra di un ragazzo di Bari che mi è stata portata all'attenzione via Facebook dalla mia amica e collaboratrice Silvia Morelli, che ringrazio:

"Sig. Perito agrario Poletti (eh si,/ in un Paese che richiede la laurea/ anche per servire caffè in un bar, Lei è l’ennesimo caso di non laureato che raggiunge poltrone d’oro, vertici di rappresentanza delle istituzioni e stipendi pazzeschi), ho dato un’occhiata al suo curriculum e le garantisco che lei non verrebbe assunto neanche all’Arlington Hotel della mia Dublino a servire colazioni come io, giovane avvocato laureatomi in Italia, ho fatto per pagare le spese di sopravvivenza in un Paese straniero che mi ha dato una possibilità che il Suo Paese mi ha negato.


Lei, ministro del lavoro, il lavoro non sa neanche cosa sia, lei che non ha lavorato neanche un giorno della sua vita (il suo cv parla chiaro). Lei, che si rallegra di non avere tra i piedi gente come me, non ha la più pallida idea di quanto lei sia un miracolato. Lei non sa, perito agrario Poletti, che dietro ogni ragazzo che si trasferisce all’estero, ci sono una madre e un padre che piangono QUOTIDIANAMENTE la mancanza del figlio, c’è una sorella da vedere solo un paio di volte all’anno, degli amici da vedere solo su “facetime” e i cui figli probabilmente non ti riconosceranno mai come “zio”, c’e’ una sofferenza lancinante con la quale ci si abitua a convivere e che diventa poi quasi naturale e parte del tuo benessere/malessere quotidiano.

Il Suo, perito agrario Poletti, è un paese morto, finito, senza presente ne’ tanto meno futuro e lo e’ anche per colpa sua e di chi l’ha preceduto. Chi è Lei per parlare a noi, figli e fratelli d’Italia residenti all’estero, con arroganza, con spocchia, con offese e mancando del più basilare rispetto che il suo status di persona, oltre al suo status di ministro, richiederebbe?! O forse pensa che le sue pensioni d’oro, i suoi stipendi da favola possano consentirle tutto questo nei confronti di ragazzi, in molti casi più titolati, preparati e competenti di lei?!
Ha mai provato a sostenere un colloquio in inglese? Ha mai scoperto quanto bello, duro e difficile sia conoscere tre lingue e lavorare in realtà multiculturali? Ha mai avuto la sensazione di sentirsi impotente quando le parlano in una lingua che non è sua e ha difficoltà a comprenderla al 100%? Questo lei, perito agrario Poletti, non lo sa e non lo saprà mai. È per questo che il suo ego le permette di offendere 100.000 ragazze e ragazzi che l’unica cosa che condividono con lei e’ la cittadinanza italiana.

Lei è l’emblema di una classe politica e partitica totalmente sconnessa con la realtà, totalmente avulsa dal tessuto sociale che le porcate sue e dei suoi amici “compagni” hanno contribuito a generare. Io, e gli altri 99.999 ragazzi che siamo scappati all’estero dovremmo essere un problema che dovrebbe toglierle il sonno, lei dovrebbe fare in modo che questa gente possa tornare a casa, creare condizioni di lavoro e di stabilità economica che possano permettere a 100.000 mamme di non piangere più per la lontananza dei figli.

Lei, perito agrario Poletti, padre dei voucher e del precariato, è il colpevole di questo esodo epocale e quasi senza precedenti di questa gente che lei vorrebbe fuori dalle palle.
Si sciacqui la bocca, perito agrario Poletti, prima di parlare di gente che parla più lingue di lei, che ha avuto il coraggio di non accontentarsi, e di cercare altrove ciò che uno Stato che fa davvero lo Stato avrebbe dovuto garantire al proprio interno.

E si tolga rapidamente dai coglioni per favore, prima lo farà e prima questo Paese, visto dalla fredda e super accogliente Irlanda, sembrerà più bello e gentile. Firmato da uno di quelli che lei vorrebbe fuori dalle palle”.

Dedicato ai Paraculi, figli di Papà e porta borse della Politica italiana .

Domenico Gatti
".

Capisco pienamente la rabbia di questo ragazzo barese.
L'Italia non è un Paese che premia che si diploma o si laurea con tanti sacrifici, né i meriti.
L'Italia è il Paese che premia il fatto di "essere parente o amico di...".
Per carità di Dio, la parentela e l'amicizia sono cose belle ma non debbono diventare dei "diritti divini" per avere determinate cose.
Se io fossi un imprenditore e fossi costretto a scegliere tra una persona competente e brava ed un parente (che potrebbe anche essere la migliore persona di questo mondo ma che non ha nessuna competenza) io sceglierei la persona competente, perché agirei per il bene della mia azienda.
Oltretutto, dire ad una persona che è stata raccomandata comporta anche il rischio di essere denunciati da quest'ultima.
In pratica, qui in Italia si premia il familismo e non il curriculum o il merito.
Io mi sono diplomato in chimica e mi sono specializzato in ambiente, qualità e sicurezza e mando curricula a destra e manca e non trovo lavoro, se non un lavoro temporaneo o con voucher.
Ad oggi, sono disoccupato.
Sui voucher, oltretutto, lei ed il suo governo avete fatto la cretinata più grossa.
Mi scusi il francesismo ma l'azione che voi avete fatto è stata un grosso errore.
Anziché abolirli, non potevate regolamentarli meglio, per esempio, facendo sì che al momento dell'acquisto dei voucher da parte del datore di lavoro si stipulasse un contratto tra questi e la persona che egli decide di assumere?
Anziché porre rimedio ad una situazione negativa (così com'erano i voucher non andavano bene) ne avete creata un'altra, che favorirà il lavoro nero e farà salire l'evasione fiscale.
Sui giovani italiani emigrati all'estero, come si dice in gergo, lei ha messo il piede sulla cacca.
Mi scuso con i lettori per la parolaccia.
Il fatto che i giovani italiani vadano all'estero non è una bella cosa.
Vuole dire che questo nostro Paese non ha prospettive.
La cosa più grave è il fatto che, mentre "esportiamo cervelli", noi "importiamo braccia" con l'immigrazione.
Peccato, però, che queste "braccia" non lavorino, visto che le imprese continuano a chiudere.
Qui da me, nella Provincia di Mantova, si vedono aziende che continuano a chiudere perché non ce la fanno ad arrivare fino alla fine del mese.
Così, i nostri giovani se ne vanno via e noi ci dobbiamo tenere della gente che proviene da fuori e che (mancando il lavoro) non si integra neppure.
Le pare normale ciò?
Se ciò le pare normale, la prego di farci questo favore: si dimetta!
Scrivo a nome mio e di tante persone che si trovano nella mia stessa situazione.
Cordiali saluti.













4 commenti:

  1. caro Domenico ,esprimo tutta la mia stima per questa lezione di vita che hai dato al Perito agrario Poletti. Questi parassiti della società dovrebbero capire cosa significa fare sacrifici confrontarsi e cercare di andare avanti con le proprie forze.

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  2. Non è un buon ministro. Comunque, qui in Italia non si premia il merito.

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  3. Grandi verità che dalla loro ignorante sapienza non leggeranno mai....suo figlio intanto prende i contributi statali previsti per gli editori.....

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  4. Io non faccio processi ma è chiaro che come ministro Poletti non stia operando bene.

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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questa immagine presa dalla pagina Facebook di Fratelli d'Italia.