Cari amici ed amiche,
su Facebook, l'amico Vito Schepisi ha commentato l'articolo de "Il Giornale" intitolato "Milano, feriscono davanti alla Stazione Centrale" con queste parole:
"Nelle zone centrali delle nostre città, se si guarda attorno, si vedono eserciti di giovani di colore intenti ad attività d’accattonaggio o di vendita di oggetti diversi, piuttosto che parcheggiatori abusivi; la stessa cosa dinanzi ai supermercati, ove mendicano il soldino del carrello.Non sembrano profughi siriani e non sembrano soggetti che fuggono dalle guerre e dalle violenze. Sono al contrario, tutti maschi e fisicamente possenti, sono in massima parte giovani che sarebbero in grado di contribuire alla crescita dei loro paesi.
Chiediamoci cosa ci facciano in Italia, nei centri di accoglienza per profughi?
Sono tanti, tantissimi e gli arrivi sono continui e non si fermano mai.
Molti buonisti - che pendono dalle parole d’ordine della sinistra politicamente corretta - accusano di razzismo chi si pone domande, chi ha dubbi e chi manifesta perplessità.
Ma non volerli in Italia non è una questione di razzismo, ma di sicurezza e civiltà.
Molti italiani non hanno un tetto sotto cui stare e vivono per strada, come si può pensare di dare una casa a chi viene da altri paesi ed è in Italia in cerca di avventura?
Molti italiani non hanno un lavoro, come si fa a pensare di poterlo dare a chi viene da fuori?
Ci sono donne e bambini, vecchi e malati, nostri connazionali che vivono di stenti, e abbiamo la presunzione di sollevare dal dolore chi sbarca sulle nostre coste, pagando duemila Euro ed oltre un posto sui barconi per raggiungere l'Italia?
Siamo matti, scemi o criminali?
L’Italia è piena di debiti e il 41% dei nostri giovani non trova lavoro; la nostra giustizia è stomachevole; le infrastrutture sono obsolete (crollano persino i ponti delle autostrade); la classe dirigente italiana è corrotta e immorale; il degrado è dappertutto ed il nostro patrimonio artistico e culturale è alla merce di farabutti e incapaci; si vive tra abusi e profonde diseguaglianze sociali; c'è una burocrazia asfissiante ed il fisco che si mangia il salario dei lavoratori; c'è la malasanità e gli ospedali da terzo mondo, c’è la mafia criminale e politica, il pizzo, le tangenti, la sporcizia che copre anche le coscienze del popolo; c'è il terrorismo che si allarga in Europa, la cui matrice proviene da quei paesi da cui provengono e passano i migranti che raggiungono il territorio italiano.
Cosa accogliamo?
La qualità della vita e, soprattutto, la sicurezza sono componenti imprescindibili di una società civile.
La civiltà è un valore che non si deve disperdere: è una colonna portante della democrazia e della libertà.
Chi siamo noi, generazione temporanea dell'Italia, per decidere d'invertire il corso della nostra storia e per minare le basi della nostra identità?".
Ringrazio Vito.
Ora, qui vi è stata la pretesa di potere accogliere tutti senza fare i conti con la realtà.
Il nostro è un Paese in crisi e che non ha lavoro neppure per noi italiani.
Come ha scritto Vito, il 41% dei nostri non trova lavoro.
Aggiungo che la nostra disoccupazione è pari all'11%.
Abbiamo una burocrazia asfissiante (poiché le nostre istituzioni sono state usate per collocare gente e non per erogare servizi ai cittadini) ed una giustizia che è inefficiente e che non garantisce né la certezza della pena né quella del diritto.
Il nostro patrimonio artistico (che potrebbe essere un volano per la nostra economia) è lasciato nel degrado.
Mancano anche delle buone infrastrutture e (poiché si è detto "no" all'energia nucleare e non si è proposto nulla di alternativo) noi importiamo dall'estero energia elettrica e la paghiamo cara.
Come si fa ad investire in un Paese in queste condizioni?
Mancando il lavoro, come possiamo pretendere di fare entrare altra gente?
Questa gente non lavora e vive di espedienti, anche illegali.
In più vi è il pericolo del terrorismo.
Il nostro Paese rischia di diventare la porta attraverso la quale i terroristi entrano in Europa.
Ci rendiamo conto di ciò?
Ci rendiamo conto del fatto che rischiamo di finire male?
Cordiali saluti.
The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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