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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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giovedì 27 aprile 2017

La pietati/ La pietà

Pietà Bandini, di Michelangelo Buonarroti (1547-1555)


Pì 'nu vinciutu nimicu...doppu ogni oratio...
accussì cà si metti 'nu ciuri...pietati...
su lu tabbutu...puru d'amuri...pì viritati...

accussì 'n saecula comu fu...hodie eni...
comu puru granni piccaturi re Arricu dissi...
cuntru eretici et papisti...
cà di chidda 'ntra iddi nun appiru...
et longa pugna si fici 'ntra chiddi et chisti.


Italiano:

Per un vinto nemico...dopo ogni orazione...
così che si mette un fiore...pietà...
sul sepolcro...pur d'amore...per verità...
così nei secoli come fu...oggi è...
come pur gran peccatore re Enrico disse...
contro eretici e papisti...
che di quella tra loro non ebbero...
e lunga guerra si fece tra quelli e questi.

Questa mia poesia, scritta in maccheronico-siciliano, riflette quanto scritto ieri, nell'articolo intitolato "Il 25 aprile non sia usato per dividere".
In sostanza, si è detto ha detto che il 25 aprile è stato trasformato in un evento con cui gli italiani che stanno da parte attaccano quelli che stanno nell'altra.
Il 25 aprile è stato trasformato in un evento di parte.
Arrivare, per esempio, ad impedire di pregare sulle tombe dei repubblichini di Salò è un'azione non degna di un popolo civile.
Purtroppo, come ieri ha detto l'onorevole Ignazio La Russa, coloro che nella II Guerra Mondiale furono "i vinti capirono le ragioni dei vincitori" ma non ci fu reciprocità.
Infatti, il problema è che tra i vincitori vi furono (e tuttora vi sono) coloro che non capirono (e che ancora oggi non capiscono) le ragioni dei vinti.
Non c'è il reciproco ascolto né la reciproca comprensione.
Mettere un fiore sulla tomba di un repubblichino non è fare apologia di fascismo.
Infatti, è semplicemente fare un atto di pietà e di misericordia.
L'Homo sapiens sapiens, della cui specie facciamo parte, si caratterizza perché prova pietà, cosa che lo distingue dagli altri animali.
L'odio è così cieco (e becero) che si è arrivati a fare cose assurde.
Per esempio, il 25 aprile 2006, Letizia Moratti e suo padre sono stati cacciati via dal corteo organizzato dall'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italiani, a Milano, di cui proprio Letizia Moratti è stata eletta sindaco.
Il padre di Letizia Moratti (morto nel 2013) non era un fascista ma era un membro della Resistenza che era stato anche internato in un campo di concentramento.
Pensiamo anche all'ANPI che l'altro ieri ha manifestato con i palestinesi, che con noi non c'entrano nulla, mettendosi contro la Brigata Ebraica, che invece combatté contro i nazisti.
Addirittura, in qualche manifestazione precedente, contro la Brigata Ebraica sono stati lanciati dei sassi dai "partigiani".
Agli odi vecchi mai sopiti (quello tra i "fascisti" e gli "antifascisti")  se ne sono aggiunti di nuovi.
Io dico che se la festa del 25 aprile continuasse ad essere la festa dell'odio e della discordia sarebbe bene abolirla.
Sia chiaro la mia è una provocazione ma voglio fare capire che noi stiamo sprofondando in una spirale di odio.
Noi non abbiamo il senso dell'essere popolo e di questo ci dobbiamo vergognare.
L'unico discorso che veramente unì tutti per il 25 aprile fu quello fatto ad Onna dall'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, un discorso in cui si rispettarono tutti coloro che caddero in quel periodo.
Alle elezioni in Francia, i vari candidati (da Melanchon a Marine Le Pen) hanno dimostrato di riconoscersi nella Republique.
Certo, io non apprezzo molto certe cose che vigono in Francia, come il laicismo,  però ciascuno dei candidati ha posto al centro la Republique, pur nelle differenze di ognuno.
Ergo, c'è un senso dell'essere popolo.
Noi italiani, invece, ci accapigliamo come i capponi di Renzo.
Del resto, anche uno come il re d'Inghilterra Enrico VIII (1491-1547) lo capì.
Il video qui sotto mostra un episodio (riprodotto nella serie TV "The Tudors") in cui il re inglese fece un discorso in Parlamento.

Il discorso fu pronunciato nel 1545 ed il re si disse molto contrariato per la discordia che regnava nel regno tra i papisti (coloro che erano fedeli alla tradizione cattolica) e gli eretici (coloro che erano vicini al protestantesimo) e per certi comportamenti da parte dei nobili che attaccavano il clero e versificavano la Bibbia nelle taverne.
In questa Italia regna discordia.
Pensiamo alle questioni tra Nord e Sud (di cui parlerò) o a quelle del 25 aprile.
Allora, piantiamola con certa stupida retorica.
Cordiali saluti.

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