su "Panorama" vi è un articolo scritto da Claudio Martelli, il quale è intitolato "Non ha imparato la lezione".
L'ex-premier Matteo Renzi non ha imparato la lezione.
Non gli è bastata la batosta presa il 4 dicembre, batosta presa con il referendum sulle riforme da lui volute.
Una volta dimesso cosa ha fatto?
Renzi ha fotocopiato il governo mettendo come premier una persona che lui non si opporrebbe mai, Paolo Gentiloni.
Ora, lui vuole votare in anticipo, così da potere riottenere la poltrona di premier e fare il comodo suo.
Sta cercando l'occasione per fare cadere Gentiloni.
Il suo partito, il Partito Democratico, si avvia verso le primarie per l'elezione del segretario in un clima intossicato da risentimenti personali.
Renzi, che vuole essere riconfermato segretario del partito, sta inscenando nuovamente la sfida dell'"uno contro tutti".
Non pensa a come costruire una coalizione con cui fare un possibile governo del futuro ma continua a credere, con tanta tracotanza, di potere governare da solo.
In realtà, la storia è ben diversa.
I possibili alleati (i partiti di Angelino Alfano e Denis Verdini e Scelta Civica) sono ridotti ai minimi termini.
La scissione di Pierluigi Bersani e la rottura degli altri piccoli partiti di sinistra non creano le condizioni per la nascita di un polo progressista.
Con una legge elettorale proporzionale con un premio modesto che accadrà?
Se il premio sarà alla lista, vincerà il Movimento 5 Stelle. Se il premio sarà alla coalizione vincerà il centrodestra.
A meno che Grillo non candidi Virginia Raggi a premier o il centrodestra non si spacchi, per il Partito Democratico ci sarà poco da sperare.
Errare è umano ma perseverare è diabolico.
Cordiali saluti.
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