San Giovanni Paolo II Papa durante il viaggio in Albania nel 1993 |
il mio collaboratore ed amico Angelo Fazio mi ha inoltrato questo articolo che lui ha preso dalla pagina di Facebook "Fermiamo la persecuzione dei cristiani nel mondo", che a sua volta l'ha preso dal sito "Zenit-Il mondo visto da Roma":
"Albania: la nazione che ha voluto "uccidere" Dio
16 settembre 2014 alle ore 21.06
In preparazione alla visita di Papa Francesco del prossimo 21 settembre, una testimone racconta la lunga dittatura ateo-comunista nel paese
Roma, 16 Settembre 2014 (Zenit.org) Robert Cheaib
Tra gli stati comunisti che dal 1917 hanno sistematicamente perseguitato le istituzioni religiose, l’Albania è stata l’unica nazione che è riuscita a istituzionalizzarsi come “il primo stato ateo del pianeta”. Attraverso una dittatura durata ben 40 anni, Enver Hoxha (1908-1985) si è impegnato con tutti i mezzi e con indicibile violenza per sradicare la stessa coscienza religiosa della gente con l’intento di privare gli albanesi della stessa possibilità di porsi la domanda di Dio.
In un libro dal titolo eloquente – Hanno voluto uccidere Dio – Didier Rance spiega come il progetto ateistico sia stato applicato sistematicamente contro la Chiesa cattolica "nella maniera più radicale e crudele, in particolare contro il suo clero ed i suoi religiosi".
In preparazione alla visita del papa in Albania, abbiamo voluto dare voce a una testimone che ha vissuto personalmente la dittatura ateistica albanese. Suor Mira Koleci è una cittadina albanese che ha vissuto 17 anni sotto la dittatura. Ora le piace presentarsi come la "prima consacrata albanese delle Suore della Sacra Famiglia". Ha dedicato la sua Dissertatio ad Baccalaureatum alla vita della Chiesa, e in particolare della sua comunità religiosa, nell’Albania post comunista.
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Lei viene da un paese con una sconosciuta storia di persecuzione e martirio durata ben 40 anni. Ci può descrivere brevemente l'atmosfera in cui è cresciuta?
Sono nata e cresciuta sotto la dittatura comunista. E' bene, però, gettare un rapido sguardo alla storia per capire cos’è successo in Albania durante il secolo scorso. L’Albania è sempre stato un paese invaso da varie potenze per la sua importante posizione strategica. Non ultima è stata l’invasione turca che ha costituito il periodo più nero della storia del mio paese. Quella dominazione è stata accompagnata da una massiccia fuga di cervelli e da una grande ondata di islamizzazione forzata. La situazione proseguì fino all’indipendenza nel 1912.
Dopo il protettorato di Mussolini, fu stabilita la dittatura comunista nel 1944. Il comunismo comportò la più forte chiusura ermetica dell’Albania: circa 50 anni di isolamento da tutto il mondo, sotto Enver Hoxha. Nella sua lunga dittatura, la libertà religiosa e la libera attività culturale e politica erano praticamente inesistenti. Sin dall’inizio si impegnò in una persecuzione metodica del clero e degli intellettuali.
Successivamente Hoxha formò un’alleanza con la Cina. Durante il periodo “cinese” (1961-1978) l’Albania si lasciò prendere dall’abilità asiatica nell’affermare una comune ideologia e fraternità marxista-leninista. Il distacco dalla Cina, cominciato già nel 1975, portò l’Albania all’isolamento totale dal mondo. Il dittatore pose il nazionalismo come componente essenziale del regime. Il dio dell’Albania era la nazione. Hoxha ha isolato l’Albania formando l’unico stato totalmente ateo, con l’intento dichiarato di liberare l’uomo dalle catene dell’oppressione e dalla religione che è oppio per il popolo.
Perché la Chiesa cattolica costituiva il nemico numero uno?
La Chiesa cattolica fu perseguitata perché si adoperava per il risveglio delle coscienze e per il reinserimento dell’Albania nel più ampio circuito culturale europeo. Colpire la Chiesa cattolica significava anche annullare la tradizione per far posto alla "nuova ideologia". L'Albania comunista divenne per i suoi abitanti un grande campo di concentramento. Ogni sforzo culturale ed intellettuale venne messo a servizio del socialismo e dello Stato. Ogni idea alternativa veniva condannata come nemica del Partito e quindi del popolo. Il prezzo minimo da pagare era la prigione.
Ha avuto qualche educazione religiosa "clandestina"?
Nel segreto della vita familiare continuava qualche tradizione religiosa, ma sempre con tanta cautela. Si correvano, infatti, gravi pericoli perché il regime esercitava un forte controllo anche casalingo. I figli, specie nelle scuole, erano invitati a denunciare le attività anti-socialiste e religiose dei propri genitori. Non di rado, le spie erano gli stessi parenti perché, chi denunciava, riusciva ad avere privilegi e un pezzo di pane in più per mantenere i propri figli. Per questo i genitori non osavano trasmettere la fede alla prole.
Il catechismo parla dell'uomo capax Dei, di un desiderio "naturale" nell’uomo che punta verso Dio e lo cerca. C'era il senso (o il senso della mancanza) di Dio in quell'ambiente ateo?
Vivendo per 17 anni in un contesto sociale dove la vita non aveva nessun senso, la vita era semplicemente terribile… e per tutti. Era difficile per i nonni che erano cresciuti con una formazione religiosa. Lo era per i genitori che non potevano parlare neanche ai loro figli che esiste qualcun’Altro al di fuori dal dittatore. Ma era difficile anche per noi adolescenti. Non a caso il tasso del suicidio era altissimo. La tentazione di togliersi la vita era intorno a me, ma anche dentro di me. Balenava spesso nel cuore la domanda: perché vivo? Sono frutto del caso? E quindi è meglio farla finita e non prolungare la storia di sofferenza e soprattutto del non senso?
Una sua compaesana madre Teresa era famosa in tutto il mondo, a voi non arrivava nessuna notizie su di lei?
Il dittatore chiamava madre Teresa “la strega dei Balcani”, quindi non era realmente conosciuta durante la dittatura. Può sembrare strano ma i media erano totalmente controllati dal regime ed era impossibile sapere cosa succedeva fuori dell’Albania. Noi sapevamo dai libri di scuola che Dio non esiste, che la Chiesa è una truffa per i poveri. I grandi personaggi non li abbiamo mai conosciuti. L’unico personaggio grande era il dittatore.
Com'è stata allora la prima esperienza di iniziazione cristiana dopo la caduta della dittatura?
L’anno 1991 è stato una storia di risurrezione per l’Albania e anche per me. Il Signore Non permise che arrivassi al suicidio, ma è passato in mezzo a noi attraverso tanti missionari/testimoni che con coraggio sono venuti a parlarci di Dio. Mi riferisco soprattutto a quei sacerdoti rimasti vivi nei carceri della dittatura, ma poi anche i missionari venuti da fuori. È stato il momento del risveglio della fede di tanti nonni e adulti che hanno tenuto dentro il senso di Dio, un senso indecifrato per noi adolescenti. Qualche mio amico a scuola faceva il segno di croce per terra come segno magico per chiedere di vincere un gioco o per prendere buoni voti a scuola. Quel segno era rimasto nella mia memoria, ma senza saperne il significato.
Perché ha deciso coscientemente di diventare cristiana?
Vengo da origini cristiane. In più, c’è stato in me, oltre alla curiosità verso l’ignoto e verso la novità, il desiderio di vita e di vita sensata. Questo l’ho scoperto in quello Sconosciuto che mi rivolgeva un messaggio d’Amore: "Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo unico Figlio, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia la vita eterna" (Gv 3,16). Di fronte a questa verità non si può rimanere indifferenti. Almeno, io non ho potuto, e ho cominciato a leggere la Bibbia, non solo per curiosità, ma perché mi dava respiro e vita. E così tutto ha preso senso.
Cosa significa la visita di Papa Francesco in Albania?
La visita di Papa Francesco – che viene dopo quella di Giovanni Paolo II nel 1993, insieme a Madre Teresa, quale grande dono dopo la dittatura – è un privilegio significativo per una nazione a maggioranza islamica (le statistiche dicono che i musulmani sono il 70 % della popolazione). Il senso della visita l’ha detto il papa stesso quando ha affermato che viene per confermarci nella fede e per attestare il suo amore per «un paese che ha sofferto a lungo in conseguenza delle ideologie del passato» (Angelus 15.06. ‘14). La visita del Papa ci conferma nel coraggio della testimonianza per la fede e nel confessare che solo Gesù Cristo, “l’uomo nuovo” (GS 22), ci fa diventare più umani (GS 41). Per l’Albania il 21 settembre 2014 è Pasqua, perché il Signore passa per visitare il suo popolo con la presenza di Papa Francesco, il Pietro di oggi. La presenza di Papa Francesco sarà per ogni albanese una parola di vicinanza, di speranza per il futuro dove i valori umani che erano sepolti in passato devono fiorire con coraggio e con rispetto indipendentemente dalle diversità di religione. Al Signore affidiamo questo viaggio e chiediamo che apra i cuori degli albanesi per accogliere il suo messaggio.".
Ringrazio il mio collaboratore Angelo.
Angelo è davvero un collaboratore fantastico (come gli altri) e quello che fa è prezioso. Lo ammiro.
Domenica, il Santo Padre Francesco sarà in Albania.
L'Albania è un Paese che ha alle spalle una storia cruenta e ha davanti un futuro incerto.
Nel XV secolo, essa fu presa dai Turchi Ottomani, nonostante una strenua resistenza.
Durante il periodo turco, la maggioranza degli Albanesi si convertì all'Islam ed adottò usi ottomani, anche se una parte consistente di loro restò cripto-cristiana e continuò a praticare il Cristianesimo ortodosso di nascosto.
Tuttavia, la dominazione turca fu dura e molti albanesi vennero dispersi e zone intere del loro Paese furono occupate da turchi.
La dominazione turca cessò nel 1912, quando il politico Ismail Kemali dichiarò l'Albania indipendente.
Nel 1914, essa divenne un principato laico con un principe designato dalle potenze europee, Guglielmo di Wied (1876-1945).
Nel marzo 1914, Guglielmo arrivò in Albania ma vi rimase fino al settembre dello stesso anno, quando una rivolta pan-islamica guidata da Essad Pascià lo costrinse a fuggire.
Il Senato di Durazzo nominò Principe di Albania Mehmed Burhaneddin Efendi, figlio dell'ex sultano turco Abdul Hamid II (1842-1918).
Durante la I Guerra Mondiale, l'Albania divenne un Protettorato Italiano e rimase tale fino al 1920, quando ci fu la Rivolta di Bersaglieri.
I Bersaglieri non volevano andare in Albania e quando furono ad Ancona si ribellarono.
La popolazione albanese appoggiò il moto ed il governo di allora (presieduto da Giovanni Giolitti) rinunciò all'occupazione e mantenne la sola città di Saseno.
L'Albania cercò di essere laica ma un colpo di stato fece salire al potere Ahmet Zogu (o Zogolli 1895-1961) che divenne re con il nome di Zog I nel 1928.
Egli si alleò con l'Italia.
Nel 1939, l'Albania fu occupata dall'Italia e restò così fino al 1946, quando salirono al potere i comunisti di Enver Hoxha.
Hoxha impose una dittatura dura.
All'inizio, essa fu nel Patto di Varsavia.
Nel 1960, Hoxha ruppe con Krusciov (1894-1971), che per lui fu un traditore.
Hoxha ammirava Stalin.
Come tutti i dittatori (comunisti e non) egli viveva in residenze lussuose.
Hoxha ammirava Stalin.
Come tutti i dittatori (comunisti e non) egli viveva in residenze lussuose.
Hoxha instaurò un regime comunista ed isolazionista.
Inoltre, egli impose l'ateismo di stato, facendo chiudere tutte le moschee e chiese ortodosse e cattoliche.
Secondo le stime di Rudolph Joseph Rummel (1932-2014), Hoxha fece morire circa 100.000 persone ma i morti potrebbero essere stati di più.
Nel 1973, Hoxha fu colpito da un attacco cardiaco.
Per le sue precarie condizioni di salute, dalla fine degli anni '70, egli cedette il controllo del Paese a Ramiz Alia.
Egli passò i suoi ultimi anni su una sedia a rotelle.
Nel 1985, subì una fibrillazione ventricolare e morì.
Nel 1990, il regime comunista albanese cessò di esistere.
Il resto è storia nota a tutti.
L'Albania di oggi è un Paese in bilico tra la voglia di progresso ed il fondamentalismo islamico.
Ci sono sempre più moschee finanziate con fondi di Paesi mediorientali e della penisola arabica, fondi di società legate al Wahhbismo saudita, e che gli albanesi musulmani abbraccino ciò, anche per reazione nei confronti dell'ateismo imposto da Hoxha e delle politiche di quell'élite che vorrebbe avvicinare l'Albania all'Occidente.
Quindi, c'è il rischio che l'Albania diventi una sorta di avamposto del fondamentalismo islamico in Europa.
Questo è un pericolo e l'Europa tenga conto di ciò.
Per il Santo Padre Francesco questo viaggio è una sfida.
Cordiali saluti.
Secondo le stime di Rudolph Joseph Rummel (1932-2014), Hoxha fece morire circa 100.000 persone ma i morti potrebbero essere stati di più.
Nel 1973, Hoxha fu colpito da un attacco cardiaco.
Per le sue precarie condizioni di salute, dalla fine degli anni '70, egli cedette il controllo del Paese a Ramiz Alia.
Egli passò i suoi ultimi anni su una sedia a rotelle.
Nel 1985, subì una fibrillazione ventricolare e morì.
Nel 1990, il regime comunista albanese cessò di esistere.
Il resto è storia nota a tutti.
L'Albania di oggi è un Paese in bilico tra la voglia di progresso ed il fondamentalismo islamico.
Ci sono sempre più moschee finanziate con fondi di Paesi mediorientali e della penisola arabica, fondi di società legate al Wahhbismo saudita, e che gli albanesi musulmani abbraccino ciò, anche per reazione nei confronti dell'ateismo imposto da Hoxha e delle politiche di quell'élite che vorrebbe avvicinare l'Albania all'Occidente.
Quindi, c'è il rischio che l'Albania diventi una sorta di avamposto del fondamentalismo islamico in Europa.
Questo è un pericolo e l'Europa tenga conto di ciò.
Per il Santo Padre Francesco questo viaggio è una sfida.
Cordiali saluti.
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