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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 29 settembre 2014

Articolo 18, è prova di forza?

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Giornale" che è intitolato "Pd alla resa dei conti. Renzi tira dritto, ma la minoranza non molla".
Oggi, c'è la riunione della direzione del Partito Democratico e la sua minoranza interna sembra pronta a non votare la proposta del premier Matteo Renzi.
Renzi vuole abolire l'articolo 18 (salvo che per i casi disciplinari ed i motivi discriminatori) e la minoranza del Partito Democratico è contro,  come sono contro i sindacati.
A questo punto io penso che una cosa debba essere ovvia.
Se per questa riforma il governo dovesse chiedere la fiducia in Parlamento e se essa dovesse passare per il voto determinante di Forza Italia (che vuole una riforma del mercato del lavoro) e la minoranza del Partito Democratico non votasse a favore, Renzi farebbe meglio a trarre le conseguenze e dimettersi.
Non avrebbe più la maggioranza.
Il centrodestra farebbe meglio a prepararsi a tutto.
L'articolo 18 è parte di un problema molto serio: la mancanza di lavoro.
Qui in Italia non si investe per le tasse alte, il costo elevato dell'energia elettrica, le scarse infrastrutture, la giustizia che non funziona, i sindacati che pongono veti e la burocrazia elefantiaca.
L'articolo 18 è un cavillo di questa burocrazia elefantiaca.
Rende difficoltosi persino i licenziamenti per giusta causa.
Io non investirei mai in un Paese in queste condizioni.
Termino dicendo che trovo strano che, prima di arrivare in Parlamento, ogni provvedimento del governo passi nella sede del Partito Democratico.
Siamo in Italia o in Unione Sovietica?
Cordiali saluti.

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Ringrazio un caro amico di questa foto.