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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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martedì 30 settembre 2014

Il Sinodo della Famiglia? E' un momento delicato!

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo scritto da Renzo Puccetti su "Il Foglio", l'articolo che è intitolato "Risposarsi a dispetto dei santi".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:

"Mi pare che una prima questione debba ricevere soluzione nel riflettere sull’argomento: il marito divorziato e risposato secondo la legge civile che desidera ricevere la Comunione, con chi sta avendo rapporti sessuali? Con una donna che per la legge di Dio e della chiesa non è moglie, con una delle due mogli, o con l’unica moglie? Nel primo caso avere rapporti sessuali con una donna diversa dalla moglie significa ancora commettere adulterio o no? In caso affermativo, è ancora vero che il nuovo matrimonio civile accresce la gravità della rottura cristallizzando l’autore in una “condizione di adulterio pubblico e permanente” (CCC 2384)? Se invece si affermasse che ha rapporti con una delle due mogli, dovremmo dedurne che per ragioni “pastorali” si cesserà di indicare la poligamia come grave offesa alla dignità del matrimonio (CCC 2400) in quanto lesiva della sua unità fondata sulle parole di Gesù Cristo, “E i due saranno una carne sola”? Se infine anche per la chiesa egli non fosse più sposato con la prima moglie, perché non ammetterlo a un nuovo matrimonio religioso, inaugurando una sorta di divorzio concordatario rovesciato in cui la chiesa recepisce le decisioni dei giudici civili?".

Questa è una bella riflessione.
Com'è noto, la Chiesa affronterà il Sinodo della Famiglia e questo evento rischia di diventare davvero problematico, per certe posizioni progressiste e per certe ingerenze di certe lobbies.
Qui c'è il rischio che la Chiesa si pieghi completamente alle sentenze dei magistrati.
Ergo, stando a questa logica,  se un magistrato dicesse: "Quel matrimonio è annullato per certi motivi..." la Chiesa si dovrebbe adattare e dichiarare nullo quel matrimonio.
Questo sarebbe inammissibile.
Se una cosa del genere accadesse, in futuro,  potrebbe succedere che un magistrato si pronunziasse in modo favorevole alla poligamia e che la Chiesa dovesse adattarvisi.
Tanto varrebbe, allora, abolire il matrimonio religioso.
Quindi, il principio di indipendenza della Chiesa rispetto allo Stato andrebbe a farsi benedire.
Lo stesso discorso vale per la questione degli omosessuali.
Ci sono certe anime molto progressiste che vorrebbero una Chiesa più "aperta" verso le unioni omosessuali.
Ora, in Inghilterra la Chiesa anglicana si è "aperta" alle unioni gay.
Il risultato?
La Chiesa anglicana è in crisi e tanti parroci e fedeli anglicani sono passati al cattolicesimo.
Se fossi l'arcivescovo di Canterbury, mi preoccuperei molto.
Come disse l'imperatore bizantino Giustiniano I (482-565), un  Paese funziona correttamente quando anche la sua Chiesa va bene.
Non bisogna escludere i divorziati ed i gay dalla Chiesa.
Tuttavia, si deve difendere la famiglia!
Cordiali saluti.


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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".