pare che chi urla tanto in difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori non applichi il medesimo al suo interno.
Pare proprio che questo discorso valga per la CGIL.
C'è un blog il cui nome è "Lavoratori licenziati dalla CGIL" e che parla di molti ex-dipendenti del sindacato che sono stati cacciati senza applicare l'articolo 18.
Questa è pura ipocrisia.
La CGIL urla contro gli imprenditori e chi "osa" toccare l'articolo 18 ma non applica il medesimo articolo con i suoi dipendenti
E' evidente che l'articolo 18 sia solo una bandierina ideologica.
Esso tutela una minoranza mentre la maggioranza di coloro che lavorano non ha tutele.
Mentre ci si accapiglia per una cosa del genere, l'Italia sta affondando.
Secondo il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL), per ritornare al livello antecedenti alla crisi del 2008, si dovrebbero creare 2.000.000 di posti di lavoro.
Ricordo che la disoccupazione totale oscilla tra il 12% ed il 13% mentre quella giovanile (dei giovani tra i 18 ed i 24 anni) arriva al 44%.
Il problema è che ciò è attualmente impossibile, perché qui in Italia non si investe.
Non si investe perché ci sono troppe tasse, la giustizia non funziona, l'energia elettrica costa troppo, mancano delle buone infrastrutture, i sindacati pongono veti e c'è troppa burocrazia.
L'articolo 18 rientra in questo contesto di eccesso di burocrazia.
Così il problema rimane.
Termino, invitandovi a leggere il mio articolo su "Italia chiama Italia" che è intitolato "L'articolo 18 è solo ideologia".
Cordiali saluti.
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