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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 27 settembre 2014

L'emirato di Sicilia

Cari amici ed amiche,

come avevo già scritto stamane, i fondamentalisti islamici vogliono riprendersi la Sicilia.
Ora, vi faccio un breve sunto storico.
Dopo una serie di attacchi da parte e saccheggi da parte degli Arabi che iniziarono nel VII secolo Ad, nell'827 ci fu lo sbarco di Mazara del Vallo, lo sbarco che iniziò l'invasione dell'isola che era sotto il controllo dei Bizantini.
Nell'837, cadde Palermo, nell'859 cadde Enna e nell'878 cadde Siracusa.
I Bizantini resistettero nell'angolo nord-orientale dell'isola fino al 902, anche se l'ultima roccaforte bizantina cadde nel 965 e fu la cittadina di Rometta, in Provincia di Messina.
A volere la conquista della Sicilia furono gli emiri di Ifriqiya, l'ex-Provincia Africa dell'epoca romana, il territorio che oggi coincide con la Tunisia, parte dell'Algeria e della Libia.
Il periodo della Sicilia araba finì nel 1072, con la conquista normanna e fu divisa in tre fasi:
  • la prima quando (827-910) la Sicilia aveva un governatore nominato dall'emiro aghlabide di Qayrawan;
  • la seconda (910-948) durante la quale i governanti erano fatimidi
  • la terza, (948-1019) l'epoca dei Kalbiti: una dinastia sciita autonoma che finì col governare in modo indipendente da vero e proprio emirato.
Ora, molti parlano della tolleranza degli Arabi in Sicilia.
In realtà le cose non andarono così.
I cristiani vivevano come "dhimmi".
Gli Arabi permisero ai cristiani (greci e latini) di praticare il loro culto privatamente e nelle chiese rimaste.
Infatti, varie chiese furono convertite in moschee.
Fu il caso della cattedrale di Palermo o della chiesa di San Giovanni degli Eremiti.
Vennero soppressi i vescovati.
Per i cristiani vi erano varie restrizioni, dal pagamento della jizya (una tassa che chi non era musulmano doveva pagare)  all'impossibilità di salire alle cariche alte dell'emirato.
Viste le condizioni, una parte della popolazione si islamizzò anche se l'islamizzazione non fu su tutta la Sicilia.
Nella occidentale dell'isola il 50% della popolazione divenne islamica mentre in quella orientale la maggioranza restò cristiana.
Anche gli ebrei vissero come dhimmi e pagarono la jizya e le tasse sugli immobili. 
Secondo lo storico Michele Amari (1806-1889) la Sicilia sotto il dominio arabo rifiorì, con innovazioni nell'agricoltura.
Una di queste fu l'abolizione della monocoltura del grano.
La Sicilia venne anche inserita in una rete marittima.
Ora, però, una cosa va detta.
Amari visse nel Regno d'Italia del XIX secolo, in un periodo in cui i rapporti tra lo Stato e la Chiesa non erano buoni ed egli era anche un politico.
Anche per questo, egli esaltò tanto il periodo della dominazione araba in Sicilia, ignorando, per esempio, altri periodi come quello normanno.
Il prodromo dell'arrivo dei Normanni in Sicilia fu la tentata di riconquista bizantina del generale Giorgio Maniace (1038) che fu mandato in Sicilia dall'imperatore bizantino Michele IV il Paflagone.
Nel suo corpo di spedizione aveva militato il cavaliere normanno Guglielmo d'Altavilla (detto Guglielmo Braccio di Ferro, 1010-1046), il figlio di Tancredi d'Altavilla.
Guglielmo parlò delle bellezze della Sicilia ai parenti e nel 1071 i suoi fratelli Roberto il Guiscardo (1025-1085) e suo fratello Ruggero (1031-1101) riportarono la Sicilia nel mondo cristiano.
La conquista normanna si completò con la caduta di Noto nel 1091, ultima roccaforte araba.
Così si chiuse un capitolo della storia siciliana e se ne aprì un altro ma questa è un'altra storia, una storia che va rivalutata.
Cordiali saluti. 






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Ringrazio l'amico Morris Sonnino di questo screemshot de "Il Corriere della Sera".