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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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lunedì 22 settembre 2014

Italia, un Paese che non innova!


Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo che ho scritto su "Italia chiama Italia" e che è intitolato "Italia, dove l'innovazione è vietata". 
Noi italiani siamo imbattibili per la creatività ma nel contempo siamo anche un Paese vecchio.
Non riusciamo ad innovarci.
Non riusciamo ad innovarci per la nostra mentalità.
Pensiamo al caso dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Il mercato del lavoro è ingessato da queste mene odiose  e,  oltre a non potere assumere, le aziende non possono licenziare i dipendenti nemmeno per giusta causa, quando si dovrebbe licenziare.
Come ho scritto nel succitato articolo, questo è un paradosso poiché noi italiani siamo primi in fatto di creatività e di inventiva ma siamo rimasti a quella concezione secondo cui il lavoro va fatto con braccia e mani e non con la tecnologia.
Questo non permette alle nostre aziende (molte delle quali sono piccole) di crescere e di assumere.
Si cerca per lo più manodopera non specializzata
.
Questo ha tre effetti negativi:
  • sfavorire i giovani diplomati e laureati;
  • favorire gli immigrati, a scapito dei giovani italiani;
  • fare sì che sempre meno giovani si diplomino o si laureino, proprio perché i giovani diplomati e laureati sono sfavoriti.
A confermare quanto dico sulla nostra mentalità vi è la questione delle infrastrutture.
Basti pensare ad infrastrutture importanti come la TAV (ferrovie ad alta velocità) Lione-Torino e Brescia-Verona, la Ti-Bre (asse autostradale Brennero-Tirreno, asse che toccherà anche la Provincia di Mantova), la Variante di Valico del tratto Bologna-Firenze dell'Autostrada A1 Milano-Napoli, la nuova galleria "Novilara" dell'Autostrada A14 Bologna-Taranto, il gasdotto in Puglia o il ponte sullo Stretto di Messina.
Queste opere sono importanti e vanno fatte.
Purtroppo, vi sono movimenti (come il Movimento Cinque Stelle o alcuni movimenti simili che agiscono a livello locale e in maniera più o meno violenta) dicono no ad ogni infrastruttura.
Ora, questi movimenti tendono a difendere certi interessi particolari a scapito di quello nazionale.
Per svilupparsi, infatti, un Paese ha bisogno di infrastrutture.
Quindi, ben vengano la TAV, la Ti-Bre, la galleria "Novilara", la Variante di Valico, il gasdotto, il ponte sullo Stretto di Messina ecc.
Le infrastrutture creano anche posti di lavoro.
Anche l'istruzione è sbagliata.
Si punta tanto sulle materie umanistiche (che per carità di Dio sono belle ed importanti) e poco sulla scienza.
Inoltre, non vi è alcun raccordo tra scuole, università e mondo del lavoro.
A ciò si unisce una burocrazia elefantiaca che impedisce di aprire nuove aziende ed il quadro è completo.
L'Italia sta affondando come "Titanic".
Cordiali saluti. 

.

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