l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori è solo l'oggetto di una stupida baruffa ideologica.
Infatti, il mercato del lavoro è oggi bloccato.
Ci sono solo pochi lavoratori tutelati (dall'attuale articolo 18) mentre la stragrande maggioranza di loro è senza tutele.
Secondo la CGIA di Mestre solo il 3% delle aziende sono interessate dall'articolo 18.
Inoltre, qui in Italia si prende a modello la Germania.
Ricordo, però, che in Germania c'è una forte flessibilità, flessibilità che ai sindacati non piace.
Il mercato del lavoro è flessibile, che piaccia o no.
Semmai, bisogna fare sì che chi perde il lavoro possa trovarne un altro in fretta, facendo sì che si creino nuovi posti di lavoro.
Perché si creino nuovi posti di lavoro si debbono tagliare le tasse e la burocrazia, in modo da facilitare l'apertura di nuove aziende.
Oltre a ciò, serve anche una politica infrastrutturale.
I grandi Paesi, come gli Stati Uniti d'America, iniziarono a crescere con la costruzione delle ferrovie.
Questa è storia.
L'articolo 18 va rivisto.
Oggi non si può licenziare neppure per giusta causa.
Durante la trasmissione "Forum" , la proprietaria di un supermercato ha chiesto consiglio per licenziare una sua dipendente che aveva chiesto di stare a casa per malattia.
Peccato, però, che questa persona sia stata vista sempre in giro.
La titolare del supermercato non riesce a licenziarla e non può assumere qualcun altro a causa dei cavilli dell'articolo 18.
Qualcosa non va.
Ben venga una riforma del mercato ma serve anche che il premier Matteo Renzi vada a Bruxelles e faccia di tutto per rompere il tetto del rapporto deficit/PIL che la politica europea ci ha imposto e che per noi è una briglia.
Servono misure forti per uscire da questa crisi.
Cordiali saluti.
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