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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 26 settembre 2014

Un monaco ortodosso che si sta convertendo al cattolicesimo: "Cattolici, su divorziati e risposati, state alla larga dalla pratica ortodossa"

Cari amici ed amiche,

leggete l'articolo de "Il Timone" che è intitolato "Il monaco ortodosso: "Cattolici, su divorziati e risposati, state alla larga dalla pratica ortodossa".
Dell'articolo è interessante la parte che recita:

"Sono un monaco della Chiesa ortodossa, sulla via della conversione al cattolicesimo. Ho deciso percorrere questa strada per numerosi motivi, quasi tutti di tipo dottrinale. Benché la mia presa di consapevolezza della verità del cattolicesimo sia stata un processo graduale, ci sono state comunque cose che subito mi hanno fatto capire che il cattolicesimo era da prendere sul serio.
Avendo letto i Padri della Chiesa e ciò che hanno scritto su come discernere una vocazione matrimoniale da una alla vita religiosa, mi era chiaro che gli stessi Padri avevano una idea ben definita del matrimonio e della sessualità; questa lucidità li spingeva a raccomandare la vita celibataria a tutti coloro che potevano abbracciarla e a insistere sul fatto che se un cristiano voleva tenere un piede nel mondo, la sua sessualità doveva essere indirizzata esclusivamente al matrimonio e a un matrimonio con un fine preciso: l’educazione della prole, dono di Dio, in una unità che è alla base della società e riflette l’indissolubile legame tra Cristo e la Chiesa. Nella loro visione del matrimonio e della sessualità, due cose erano certe e ineludibili: la prima, la contraccezione è inconcepibile in un matrimonio cristiano, dal momento che è un bene in sé, benché inferiore a quello della vita religiosa, il cui senso è la generazione e l’educazione dei figli nella fede. La seconda cosa, il matrimonio è di necessità permanente, deve durare fintanto che gli sposi vivono, sia per i doveri e gli obblighi dettati dalla legge naturale, sia per il suo carattere sacramentale. Gli ortodossi possono provare a vantarsi della loro maggiore fedeltà alla tradizione apostolica in certi usi e costumi (antichi calendari, digiuni, periodi in cui pregare in piedi o inginocchiati, ecc.), ma ad un certo punto ho capito che si sono allontanati dalla dottrina cristiana originaria sul matrimonio e la sessualità. E' una questione di dottrina, non solo di prassi, il che dovrebbe far riflettere molti ortodossi come ha fatto riflettere me. Mi sono detto: “Se il cattolicesimo è falso e l’ortodossia è vera, come mai il cattolicesimo insegna ancora la verità su matrimonio e contraccezione mentre noi l’abbiamo abbandonata?
”".

La Chiesa ortodossa ammette la Comunione ed il matrimonio in chiesa per i divorziati risposati.
Questo è un punto che differenzia gli ortodossi da noi cattolici.
Effettivamente, Gesù Cristo ha detto che il matrimonio è indissolubile, che l'uomo non deve separare ciò che Dio ha unito e che un uomo che divorzia dalla propria moglie e si risposa commette adulterio.
Sul matrimonio si fonda la famiglia e, di conseguenza, si regge la società.
La Chiesa cattolica (di cui anch'io faccio parte) ha sempre predicato questo.
Ora, le aperture di alcuni nostri prelati, fanno presupporre che ci possa essere un'apertura alla Comunione per i divorziati risposati.
Se dovesse accadere, una cosa del genere potrebbe presupporre a sua volta un'apertura al matrimonio religioso per i divorziati risposati.
Così facendo, la Chiesa cattolica andrebbe contro sé stessa, con conseguenze gravi su di essa e sulla società.
Cordiali saluti.





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