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sabato 31 agosto 2013

Dopo il presidente Berlusconi, vogliono fare fuori Augusto Minzolini

Cari amici ed amiche.

Su Facebook, il "Minzolini Fan Club" ha preso questo articolo del quotidiano "Il Giornale" che è intitolato "E dopo Berlusconi ora vogliono fare fuori Minzolini":


"Augusto Minzolini, ex direttore del Tg1 ora senatore del Pdl, rischia il rinvio a giudizio per aver tolto la collega Tiziana Ferrario dalla conduzione del telegiornale delle 20.

È un «abuso d'ufficio» per il pm Sergio Colaiocco; ora deciderà il gip Rosalba Liso. Alla Ferrario non è bastato trascinare Minzolini davanti a un giudice del lavoro: non avendo ottenuto ciò che si aspettava (non è stata reintegrata alla conduzione), ha aperto una causa penale. Un caso senza precedenti. «E pensare - osserva sconsolato Minzo - che prima di arrivare al Tg1 non avevo mai avuto che fare con giudici e avvocati».
«Stabilire le mansioni di ogni giornalista» è «competenza specifica ed esclusiva del direttore»: così dice l'articolo 6 del contratto di lavoro giornalistico. Valido per tutti i direttori, tranne Minzolini. Il quale guidò il Tg1 dal 2009 al 2011. Nel 2010 avvicendò alcuni conduttori: «La collega in questione era in video da 28 anni - racconta -. Le proposi alternative prestigiose: super-inviato sui grandi eventi o la sede di corrispondenza da New York, dov'era stato anche un ex direttore del Tg1, Giulio Borrelli. Lei rifiutò per motivi personali».

L'avvicendamento scattò ugualmente. Ferrario e altri buttarono la faccenda in politica: una rappresaglia, dissero, per il dissenso su certe scelte del direttore. Tesi tutta da dimostrare ma sposata integralmente dal pm Colaiocco. Minzolini è accusato di aver «emarginato la Ferrario dall'attività della redazione Esteri» per aver aderito «alle proteste espresse dal cdr per assenza di indipendenza della linea del direttore» e di averla poi sostituita quando lei rifiutò «di aderire a un documento di sostegno della linea editoriale» di Minzolini. Ed ecco il doppio attacco giudiziario: causa di lavoro e processo penale. Abuso d'ufficio, come se il direttore di un tg Rai fosse un sindaco o un pubblico ufficiale. «Assurdo, sconcertante, per usare un eufemismo - dice Minzolini -. Ormai in Italia ogni vicenda, se le si attribuisce un minimo sfondo politico, finisce in un tribunale. Ma le mie furono decisioni professionali, non politiche, tant'è vero che i conduttori scelti da me sono stati confermati dal nuovo direttore del Tg1. Più di recente la Rai ha posto un'alternativa secca ai conduttori che avevano anche un ruolo di responsabilità: o il video o la line redazionale. Alcuni, come Francesco Giorgino, hanno scelto la conduzione; altri hanno preferito la line, come il vicedirettore Susanna Petruni. Attilio Romita è stato mandato a dirigere una sede regionale. La collega era in video da 28 anni: Bruno Vespa ha retto il Tg1 per 7 anni e Paolo Frajese per 10. La conduzione è una mansione affidata dal direttore, non un incarico a vita».

«Quando arrivai al Tg1 - ricorda Minzolini - feci assumere 18 precari storici. Non li avevo scelti io ma tanti direttori prima di me, da Lerner a Riotta, da Mimun a Borrelli. Volevo un ringiovanimento nel tg e nei suoi volti, che doveva partire dai giornalisti con maggiore anzianità. Bisognava rinnovare, l'età media dei nostri telespettatori era di 62 anni. Alla collega sono stati offerti miglioramenti e promozioni, la sua carriera non sarebbe stata danneggiata in alcun modo». Abuso d'ufficio per un direttore Rai: una novità che si aggiunge alle condanne al carcere inflitte o minacciate ad altri direttori come Alessandro Sallusti (del Giornale) o Giorgio Mulè (Panorama). Sarà un caso, sono tutti giornalisti vicini al centrodestra. E non troppo graditi ai magistrati.
".

Chi vuole capire, capisce.
Per certa gente,  essere di destra o di centrodestra deve essere punito per le sue idee.
Per certa gentaglia, se si è di sinistra si è bravi, puliti, immacolati, onesti, intelligenti e corretti e se si è di destra si è sporchi, cattivi, disonesti, sleali, ignoranti, traditori ed autori di ogni malefatta.
Oramai, è palese che ci siano dei magistrati che fanno politica, svilendo quella che dovrebbe essere la giustizia.
Essi fanno rete con i sindacati e partiti politici, cercando di distruggere il loro avversario politico.
Del resto, il centrosinistra ha radicato in sé il giustizialismo politico.
Anche Matteo Renzi, che tutti reputavano un "berlusconiano", oggi dice che il presidente Berlusconi dovrebbe andare in galera.
In questo caso, vi è un'ambizione personale.
Renzi fa l'antiberlusconiano perché sa che così potrebbe avere il consenso della maggioranza del Partito Democratico e diventare il leader del centrosinistra.
Questo dimostra quello che è il personaggio.
Cordiali saluti.




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