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mercoledì 28 agosto 2013

Obama? Non sa prevedere il risultato delle sue azioni!

Cari amici ed amiche.

Leggete l'articolo del sito "Questa è la sinistra italiana" che è intitolato "Obama non sa prevedere il risultato delle sue azioni: la gestione della crisi siriana ne è una conferma".

In Siria soffiano i venti di guerra.
Girano voci che dicono che gli Stati Uniti d'America e la Gran Bretagna siano pronti a dichiarare guerra al dittatore Assad.
Ora, molti paragonano questa situazione a quella immediatamente precedente alla guerra in Iraq e fanno paragoni tra Siria ed Iraq.
Il paragone non regge.
In primo luogo, la guerra in Iraq fu sviluppata nell'ambito della lotta al terrorismo.
In secondo luogo, la Siria non è l'Iraq.
La Siria, infatti, ha un peso geopolitico molto più forte nell'ambito del Medio Oriente.
La storia lo dice.
Fin nell'epoca antica, la regione che oggi corrisponde alla Siria fu una regione chiave.
Nel 634 AD, la Siria fu conquistata dagli Arabi, che sconfissero i Bizantini presso il fiume Yarmuk.
Questo spaccò l'Impero Bizantino e da Damasco gli Arabi poterono prendersi l'Egitto (641 AD-654 AD) e minacciare Costantinopoli nel 668 AD.
Anche oggi, la Siria pesa in ambito geopolitico.
Se dovesse scoppiare una guerra in Siria potrebbero esserci ricadute in Turchia, in Libano, in Israele e in Giordania.
Ad esempio, potrebbe acuirsi la tensione tra i gruppi religiosi ( musulmani e cristiani) in Libano o potrebbero iniziare nuovi attacchi suicidi in Israele, da parte dei terroristi arabi.
Oltretutto, c'è una questione importante.
Gli Stati Uniti d'America hanno appoggiato la "Primavera araba".
Essi, però, hanno fatto dei madornali errori di valutazione.
La "Primavera araba" ha fatto cadere dei dittatori, come quello tunisino Ben Ali, quello egiziano Mubarak e quello libico Gheddafi.
Proprio come lo è Assad, questi dittatori erano laici e garantivano un regime laico, in cui chi non era musulmano era tollerato.
Addirittura, l'Egitto di Mubarak riconobbe la legittimità di Israele.
Ora, questi dittatori sono stati deposti e in quei Paesi in cui c'è stata la "Primavera Araba" si stanno affermando le forze islamiche estreme.
In Libia si stanno affermando i partiti che vogliono la Sharia.
L'Egitto è nel caos ed i Fratelli Musulmani (che sono un'associazione fondamentalista) stanno uccidendo i cristiani copti.
Basti ricordarsi anche dell'ambasciatore americano Chris Stevens, che è stato ucciso a Bengasi (Libia) l'11 settembre 2012.
Se una cosa del genere dovesse accadere in Siria, vista l'importanza geopolitica, i problemi potrebbero essere molto gravi.
Parliamo, ad esempio, dei pericoli che potrebbe correre Israele.
I terroristi di Hamas potrebbero avere un maggiore appoggio in una Siria integralista.
Parliamo anche del Libano.
I fondamentalisti islamici libanesi potrebbero essere appoggiati dalla Siria e destabilizzare il Paese.
Se Assad dovesse fare degenerare le cose, sarebbe giusto attaccare.
Tuttavia, bisogna valutare gli annessi ed i connessi di un simile intervento.
Cordiali saluti.

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