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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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sabato 24 agosto 2013

Lettera aperta a Sua Santità Papa Francesco


Stimatissimo Papa Francesco,

seguo con molto interesse i discorsi che lei pronuncia.
Per esempio, ho trovato molto interessate quello sul ruolo dei sacerdoti, quando lei ha affermato che i pastori debbono avere lo stesso odore delle greggi.
Effettivamente, la figura del prete deve stare in mezzo alla gente.
Altrimenti, come farebbe a predicare il Vangelo?
Io, però, voglio andare oltre.
Il discorso, infatti, deve valere per tutti, anche per i laici.
Ognuno può fare molto, nel suo ruolo.
Il prete serve a predicare, a celebrare le funzioni e a concorrere nella società con la carità, il politico serve ad amministrare, il poliziotto serve a mantenere l'ordine, il soldato serve a difendere un Paese e così via.
Ogni uomo, però, deve contribuire al bene della società e deve ritagliarsi un ruolo in essa.
Infatti, il prete da solo può fare ben poco, come possono fare ben poco il politico, il soldato ed il poliziotto da soli.
Gli uni hanno bisogno degli altri e della gente comune.
E' dalla gente comune che provengono i preti, i poliziotti, i politici, i soldati e così via.
Essi sono persone come noi.
Una persona, infatti, può concorrere al bene di tutti facendosi prete, politico, poliziotto, soldato e così via.
Bisogna inculcare questo in questa società che purtroppo ha dimenticato cosa significhi essere società, anteponendo l'interesse particolare (economico, di categoria o di fazione politica) al bene della società.
Ognuno tende ad andare per la propria strada, disinteressandosi di tutto il resto.
Questo ha determinato questa crisi, crisi che non è solo economica ma morale.
Prendiamo, ad esempio, l'Italia.
Questo nostro bel Paese versa in uno stato di crisi.
Ci sono tanti disoccupati (e da disoccupato so che dico), c'è uno Stato elefantiaco e nessuno investe.
Perché c'è questa situazione?
Molti dicono: "E' colpa della crisi!".
Io, invece, dico che questa crisi è solo una conseguenza di una crisi morale preesistente.
Questa crisi preesistente fu determinata dalla prevalenza di interessi particolari a scapito di quelli di tutti.
Per esempio, i sindacati posero i veti a certe riforme, per salvare gli interessi dei lavoratori ad essi affiliati, disinteressandosi di coloro che sarebbero venuti dopo, quelli della mia generazione e di quelle successive.
Le faccio un altro esempio: in Italia l'energia elettrica costa tanto perché nel 1986 si disse no all'uso dell'energia nucleare, senza proporre qualcosa di alternativo, per dare ascolto a certe fazioni politiche.
Anche il costo dell'energia è causa di arretratezza.
Questo principio regola anche l'aborto.
L'aborto fu scelto per gli interessi egoistici di alcuni a scapito di quelli della società.
Sappiamo tutti che l'aborto è interesse di certe lobbies politiche ed economiche.
Lo stesso discorso vale per l'eutanasia.
Io penso che ogni uomo debba prendersi le proprie responsabilità.
Io, per esempio, ho scelto di entrare in politica.
Mi ricordo che tra i miei parenti c'era chi mi diceva: "Fregatene degli altri e pensa ai tuoi interessi".
Altre persone contestavano l'ideologia che avevo scelto.
Io, invece, ho scelto di andare avanti per la mia strada.
Mi ricordo di un mio cugino che mi diceva: "Accontentati di quello che hai, trovati un lavoro e pensa alla salute!".
Ora, è chiaro che io mi stia cercando un lavoro (e spero di trovarlo) ma io non mi accontento.
Forse, se dovessi dare un consiglio ai giovani questo mio consiglio sarebbe quello di non accontentarsi mai.
Intendiamoci, il mio non è un inno all'avidità di denaro.
Il "non accontentarsi mai" deve riguardare il cercare sempre di essere presenti nella società.
Io non mi accontento solo del cercarmi un lavoro (cosa che sarebbe già utile a me stesso e agli altri) ma voglio fare di più.
E' sempre stata una mia caratteristica. Basti pensare ai miei studi. Quando ero in III superiore (1997), pretesi ed ottenni di affrontare l'orale nell'esame, nonostante ciò non fosse stato previsto.
Mi ricordo del mio buon professore di chimica (che ricordo con grande affetto) che mi disse: "Fucilone non pretendere troppo da te stesso".
Io pretesi perché volli dare a tutti un segnale a tutti, e anche a me stesso.
Bisogna impegnarsi.
Io ho scelto la politica.
Per esempio, cerco di portare avanti i valori della sussidiarietà, della difesa della famiglia e della vita.
Per questo motivo, avevo creato questo blog, nel 2009, blog con cui ho spesso dato voce a persone che la pensano come me.
Cito, per esempio, Angelo Fazio, un ragazzo siciliano che avevo conosciuto su Facebook e che ha fatto una scelta di vita che per questi tempi è coraggiosa.
Ha scelto di dedicarsi alla geopolitica e alla storia e ha scelto persino il celibato.
Tanti suoi coetanei si interessano di tante altre cose.
Un'altra persona che cito, è Stephanie Caracciolo Arriera Tamagno, una ragazza italiana residente in Uruguay che si impegna nelle battaglie pro-life.
Oggi, Stephanie è a tutti gli effetti una mia collaboratrice, oltre ad essere un'amica mia e di questo blog.
Un'altra persona che cito volentieri è una mia amica, Francesca Padovese.
Anch'ella si dedica alla battaglie pro-life e fa campagne per l'AVIS, per la donazione del sangue, come dimostra l'articolo del suo blog che è intitolato "Decalogo del buon pastore".
Non posso non citare l'amica Irene Bertoglio, autrice del libro "Intervista ai maestri" e persona impegnata nelle battaglie pro-life, e Marco Macrì, un giovane attivista politico.
Posso citare altre persone ma rischierei di mettere troppa carne al fuoco.
Forse, persone come queste rivalutano i giovani.
Anche loro sono persone che non si accontentano mai.
Riguardo al "non accontentarsi mai", mi viene in mente una buffa discussione che ho avuto di recente con mio fratello.
D'estate, qui a Roncoferraro, in Provincia di Mantova,  la messa vespertina (quella del sabato sera) viene celebrata alla Casa di Riposo "Antonio Nuvolari", poiché manca il prete della frazione di Nosedole, che è anche cappellano di quel luogo.
Così, a celebrare le messe c'è il nostro parroco che deve spostare la messa vespertina alla Casa di Riposo.
Io, che seguo le messe vespertine, vado a messa alla Casa di Riposo.
Potrei non andarci e scegliere di andare a quelle della domenica (che si celebrano in chiesa) ma preferisco andare alla Casa di Riposo.
Il 21 settembre, mio fratello si sposerà.
Il 21 di settembre è un sabato e di conseguenza, con ogni probabilità, dovrò saltare la messa.
Quando ho detto a mio fratello e alla sua compagna che sarei andato alla messa della domenica, lui mi ha detto che alla messa ci sarei andato comunque, visto che il suo matrimonio si celebrerà in chiesa.
Io gli ho ricordato che il matrimonio si celebrerà il sabato mattina e quindi quella messa non varrà per la domenica.
Mio fratello mi ha detto che Gesù Cristo non mi avrebbe punito per una messa saltata.
Io gli ho risposto dicendo che se si crede in una cosa la si persegue fino alla fine.
Inoltre, trovo giusto andare a messa alla Casa di Riposo.
E' un segno di vicinanza alle persone anziane lì ricoverate.
Con ciò non  mi voglio incensare.
Non sono un santo.
Però, voglio cercare di fare capire che nella vita non ci si deve accontentare di quel poco che si ha, come il lavoro o una buona famiglia ma bisogna investire la propria vita in qualcosa di utile a sé stessi e agli altri.
Un cordiale saluto.











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