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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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mercoledì 21 agosto 2013

Gallerie Montedomini e Sappanico, due esempi di alta tecnologia


Galleria "Sappanico"-imbocco nord della canna sud (per Pescara)


Leggete i testi del sito "Tunnel Builder".

Essi parlano degli ammodernamenti delle gallerie "Montedomini" e "Sappanico", due tunnels dell'Autostrada A14 Bologna-Taranto che si trovano in Provincia di Ancona.
Per quanto concerne la galleria "Montedomini", il lavori saranno caratterizzati dall'ampliamento in sede delle canne esistenti , con lo stesso metodo usato per la galleria "Nazzano" del tratto romano dell'Autostrada A1 Milano-Napoli.
Essa si trova nel territorio di Castelferretti, una frazione del Comune di Falconara Marittima.
La sua lunghezza è pari a 283 metri ed è praticamente rettilinea.
La galleria "Montedomini" attraversa un colle costituito da materiali argillosi e limosi risalenti al Pliocene superiore (Piacenziano, 3-600-2.588 milioni di anni fa) e al Plesistocene (2.588 milioni di anni fa-11.700 anni fa).
La litologia è quindi omogenea poiché presenta limi argillosi e argille limose.
Le opere di ampliamento della galleria Montedomini si caratterizzano per l’utilizzo di un sistema
innovativo rispetto alla normale prassi operativa nel campo delle opere in sotterraneo, sperimentato
per la prima volta per l’allargo della galleria Nazzano (di cui ho riportato le foto qui sotto) nel tratto Orte-Fiano dell’Autostrada A1
Milano – Napoli. Il sistema di allargamento della Galleria con traffico in esercizio si caratterizza
per:
• l’adozione del precontenimento del cavo come mezzo per contenere le deformazioni a
monte del fronte di scavo, mediante la tecnologia del “pretaglio” e del preconsolidamento
del fronte di scavo mediante elementi strutturali in vetroresina cementati, quest’ultimo
applicato nelle tratte di galleria dove le più scadenti caratteristiche geomeccaniche
dell’ammasso evidenziassero condizioni di instabilità del fronte di scavo (ad esempio
nelle zone di imbocco).
• L’adozione di un rivestimento definitivo (Volta Attiva) messo in opera a brevissima
distanza dal fronte per contenere immediatamente le deformazioni a valle del fronte di
scavo. La Volta Attiva è costituita da conci prefabbricati in stabilimento, di varie
dimensioni trasversali e di lunghezza longitudinale di 1 m, che vengono resi solidali
mediante una resina speciale di incollaggio posta sulle facce a contatto e resi
“autoportanti” applicando una forza di precompressione con appositi martinetti piatti
alloggiati nel concio di chiave.
La presenza di uno scudo di protezione del traffico, di 60 m di lunghezza, che consente il
transito sulla vecchia sede stradale su due corsie da 3.25 m durante i lavori, e che si
muove seguendo l’avanzamento scorrendo su due binari fissati ad una barriera New Jersey pesante.
• L’utilizzo di una Attrezzatura Multifunzione (AM), tecnologicamente avanzata, che
esegue, secondo moduli ripetitivi di 4 m, le operazioni di scavo, demolizione della
galleria esistente, precontenimento del cavo tramite pretaglio, e posa del rivestimento
definitivo in conci. Come detto, in alcune particolari situazioni (ad esempio nei tratti di
imbocco) l’attrezzatura dovrà essere in grado di eseguire anche il preconsolidamento in
avanzamento del fronte mediante elementi strutturali in VTR.
• Per situazioni locali si potrà inoltre prevedere la realizzazione di interventi di
consolidamento da realizzarsi dall’interno della galleria esistente, in anticipo rispetto
all’avanzamento di allargo. Si sono individuate due possibili azioni di
preconsolidamento: la prima per consolidare fasce al contorno del cavo estremamente
critiche (ad esempio caratterizzate da fornelli e rilasci nella fase di scavo della galleria
esistente) mediante elementi strutturali in vetroresina radiali iniettati ad alta pressione; la
seconda per migliorare le caratteristiche di capacità portante dell’ammasso alla base del
piedritto della galleria allargata, mediante trattamenti colonnari in jet-grouting con
geometrie inclinate a partire dai piedritti della galleria esistente.

In pratica, il tunnel viene ampliato mantenendolo in esercizio, grazie allo scudo protettivo, che separa la sede di scavo.

Scavo visto dal lato

Scavo visto dall'alto

Attrezzatura multifunzione con braccetti reggiconci e lama per il pretaglio



Attrezzatura all'opera



Per quanto riguarda la galleria "Sappanico", la situazione è diversa.
Essa si trova nel territorio di Ancona (Sappanico è una frazione del Comune di Ancona) e si trova in un'unità tettonica costituita del Pliocene superiore-Plesistocene.
La galleria "Sappanico" è lunga ben 862 metri e non ha un andamento rettilineo.
Qui, i lavori sono caratterizzati dalla realizzazione di una nuova canna sud in variante a tra corsie,
Quando questa nuova canna sarà finita, si provvederà all'ampliamento della canna nord esistente, il cui traffico verrà deviato.
Al termine dei lavori, la canna non ampliata (la vecchia canna sud) verrà dismessa e trasformata in un cunicolo di fuga, in caso di incendio.
Quindi, la nuova galleria "Sappanico" avrà un cunicolo di fuga da usare nelle emergenze.
Ciò è molto importante.
Fare delle buone infrastrutture non comporta solo la conoscenza delle materie ingegnerestiche ma anche le conoscenze scientifiche, come la geologia e la fisica.
Nel caso della galleria "Montedomini", ad esempio, si metteranno in conci secondo la tecnica dell'arco romano e questo comporta una certa attenzione nella composizione della nuova volta del tunnel.
Inoltre, si guarda anche la composizione del terreno.
Un terreno incoerente (un terreno con inerti di diverso diametro e con  bassa coesione tra gli stessi) potrebbe creare problemi nell'uso di una tecnologia simile a quella che si userà per ampliare la galleria "Montedomini". 
Chi dice che fare infrastrutture non sia segno di attenzione verso il territorio commette un grave errore. 
Cordiali saluti. 








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Ringrazio un caro amico di questa foto.