The Liberty Bell of Italy, una voce per chi difende la libertà...dalla politica alla cultura...come i nostri amici americani, i quali ebbero occasione di udire la celebre campana di Philadelphia nel 1776, quando fu letta la celeberrima Dichiarazione di Indipendenza. Questa è una voce per chi crede nei migliori valori della nostra cultura.
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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino
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giovedì 13 ottobre 2016
Liberi di oziare, liberi di stuprare! La parola a Vito Schepisi
Cari amici ed amiche,
queste sono le parole dell'amico Vito Schepisi:
"Vivevano comodamente in Italia a spese dei contribuenti, senza far nulla dalla mattina alla sera. Un ozio di lusso che in una fase di difficoltà, come quella che stiamo attraversando, offende la coscienza civile del Paese. Anche per loro è bastata la richiesta di asilo per essere accolti e assistiti, per essere ospitati in una casa messa a disposizione dal Comune, per ricevere assistenza, vitto, sigarette e paghetta.
I tre arrestati dalle forze dell’ordine sono pachistani e nel loro paese non c'è alcuna guerra. Fuggono da niente, e sono in Italia per avventura o per altra ragione. Lunedì sera hanno stuprato nel bresciano una ragazza di 22 anni.
I richiedenti asilo costano ai contribuenti italiani dai 35 euro in su al giorno, compreso il sabato e la domenica, più di tanti nostri giovani nei call center, più di tanti impiegati, contadini ed operai italiani. Ai costi di cassa si aggiungono altri, sempre a carico di chi paga le tasse: quelli di gestione, quelli militari per il recupero in mare, quelli burocratici, quelli sanitari, quelli della giustizia, quelli dei danni alla cosa pubblica e privata e, infine, quelli del degrado delle nostre città.
La situazione è difficile. I flussi di arrivo sono continui e risolvere questa emergenza è diventato un grosso problema per l'Italia. L'atteggiamento del Governo non aiuta. Si vive quest’assalto con colpevole inerzia. Il dibattito sull’Immigrazione si fa scontro e quando non ci sono parole né fatti da contrapporre, si parla d’intolleranza e di populismo, e poi via giù con la xenofobia, il razzismo e altre imbecillità prese dal vocabolario del “politicamente corretto”.
Al contrario degli altri paesi, l'Italia non può alzare muri. Non ci sono frontiere in cui è possibile respingere chi non ha titolo per entrare in Italia. La nostra più vasta frontiera è il mare, e respingere i barconi stracarichi di vite umane può trasformare il Mediterraneo in un teatro di terribili tragedie.
Servirebbero altre strade: quelle diplomatiche, ad esempio, con accordi per il rimpatrio con i paesi di provenienza degli immigrati; quelle di una gestione comunitaria del fenomeno, perché quella dei flussi migratori diventi una questione prioritaria dell’Europa. Più della curva delle banane.
L’Italia, però, non conta niente, né in campo internazionale, né in quello europeo.
Si può fare così solo ciò che è possibile. Una prima cosa potrebbe essere quella di non utilizzare più i mezzi della marina militare per assistere i migranti già ai limiti delle acque territoriali libiche. Anche le navi di altre nazioni - che intervengono per assistere le imbarcazioni in difficoltà - non possono pretendere di trasportare il carico di vite umane nei porti italiani. Se li portino nei loro paesi.
Un’altra iniziativa potrebbe essere quella di reintrodurre il reato d’immigrazione clandestina e di inasprire pesantemente le pene per i traghettatori e per chi collabora (direttamente o indirettamente) con loro nel traffico di esseri umani.
La Giustizia dovrebbe essere più veloce ed efficiente e dovrebbe con più responsabilità supportare il lavoro delle forze dell’ordine, non demolirlo o ancor più criminalizzarlo. E poi c’è l’idea che in Italia i diritti valgano più dei doveri. Questa convinzione dovrebbe essere sfatata, anzi dovrebbe apparir chiaro che in Italia la base su cui si reggono i diritti sia proprio il rispetto dei doveri.
Dovrebbe rafforzarsi il principio che sul Territorio italiano si entri in modo regolare e che la legalità non sia solo un principio di etica che serva a riempire la bocca di chi la chiede agli avversari nelle dispute politiche, ma che debba essere il metodo di vita quotidiana di tutti e che, per chi è ospite nel nostro Paese, debba essere un principio senza il quale decade il diritto di restarci. Il messaggio di un atteggiamento cambiato dovrebbe esser chiaro, tanto da scoraggiare le partenze dei barconi.
Vito Schepisi".
Ringrazio Vito.
Egli si è riferito a quanto accaduto a Chiari (in Provincia di Brescia) ove una ragazza è stata stuprata da tre pakistani, il quale è l'ultimo di una serie di fatti gravi compiuti da immigrati clandestini.
Ora, io esprimo un parere.
Io sono cattolico praticante ma sono anche una persona che pensa con la sua testa.
Papa Francesco dice che è ipocrita cacciare via i profughi.
Ciò è vero ma vorrei fare notare che la stragrande maggioranza della gente che viene qui da noi non è costituita da profughi che scappano da guerre e persecuzioni ma da immigrati clandestini.
Sarà ipocrita cacciare via i profughi (quelli veri) ma non è ipocrita dire "no" all'immigrazione clandestina.
Anzi, è ipocrita il contrario, ossia fare entrare questa gente che non ha alcun diritto di stare qui perché non scappa da torture, guerre e persecuzioni.
E' ipocrita perché, citando la Bibbia, non si toglie il pane ai figli per darlo ai "cagnolini".
Infatti, mentre continua ad arrivare gente dall'Africa e dal Medio Oriente, i nostri giovani (e non solo) sono costretti ad andarsene all'estero perché qui manca il lavoro.
Nel 2015 sono andati via ben più di 100.000 nostri connazionali e tutta questa gente che se n'è andata non tornerà.
Il governo che fa?
Anziché pensare a fare sì che qui in Italia ci sia lavoro, il governo pensa a fare entrare gente da fuori.
A casa mia, questa è sostituzione etnica.
Non prendiamoci in giro.
Tanta parte di questi immigrati clandestini non lavora, gira a destra e a manca e (purtroppo) arriva a compiere atti illeciti, come furti e stupri.
Come la mettiamo?
Termino, commentando alcune parole dette da Umberto Galimberti oggi nella trasmissione "L'aria che tira", una trasmissione che va in onda su "La 7".
Galimberti ha fatto un discorso "filosofico" in cui (parafrasando il tutto) "noi siamo l'Occidente ed il termine "Occidente" significa "tramonto" e che la nostra civiltà prima o poi tramonterà, che l'Europa sarà invasa dall'Africa e dall'Asia e che ciò sarà normale".
Qui si fa il solito paragone con l'Impero Romano d'Occidente.
Quando l'Impero Romano d'Occidente cadde (AD 476) c'era un substrato culturale di una società con radici forti nella cultura romana e nelle radici giudaico-cristiane.
Oggi, in nome del relativismo, questo substrato viene messo in discussione.
Ergo, se la nostra civiltà crollasse non ci sarebbe alcuna ricostruzione.
Cordiali saluti.
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Il peggio della politica continua ad essere presente
Ringrazio un caro amico di questa foto.
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