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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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domenica 23 ottobre 2016

«Il pubblicano tornò a casa giustificato, a differenza del fariseo»



23 Ottobre 2016 XXX Domenica T.O./C dal Vangelo di Luca (Lc 18, 9-14)

L’orgoglio spirituale è la tentazione nella quale cade chi confida più nella giustizia delle sue opere che nella misericordia di Dio, come fa il fariseo della parabola che Gesù racconta nel Vangelo di oggi.
Il solo motivo per cui il fariseo ringrazia Dio è perché la Legge esalta la giustizia delle sue buone azioni e condanna gli altri uomini, peccatori. Ma la Legge di Dio, la Sua giustizia, è l’amore che ci rimprovera ogni volta che lapidiamo il nostro prossimo per i suoi peccati. L’atteggiamento del pubblicano, invece, è quello di un uomo moralmente povero che non ha nulla da offrire a Dio se non il proprio peccato e perciò prega: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Nella sua preghiera il soggetto finalmente è Dio e non il proprio “Io”. La sua è la preghiera di chi riconosce la propria fragilità, la miseria morale e spirituale del suo io e si affida alla grazia di Dio. «O Dio abbi pietà di me peccatore» è la preghiera del cuore degli “anawjm Jahvè”, i poveri di YHWH, gli afflitti, i misericordiosi, i giusti, gli umili, i poveri di spirito, gli eletti del Vangelo delle Beatitudini. Di essi – dice Gesù – è il Regno dei Cieli, «perché chiunque si esalta sarà umiliato chi invece si umilia sarà esaltato».


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