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mercoledì 26 ottobre 2016

Infrastrutture e corruzione una riflessione

Cari amici ed amiche,

è scoppiato uno scandalo dovuto alle tangenti sulle infrastrutture.


Dal Piemonte alla Calabria, passando per la Lombardia, la Liguria, la Toscana, l'Umbria il Lazio e l'Abruzzo.
Sin dalle prime luci dell'alba i carabinieri del Comando Provinciale di Roma hanno messo a soqquadro l'intero Paese facendo scattare le manette a trentacinque indagati e portando alla luce un vastissimo sistema corruttivo che oliava le Grandi Opere del nostro Paese.

Ben trentacinque persone sono indagate sono ritenute responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio e tentata estorsione. Sono accuse pesantissime che riguardano la costruzione di snodi infrastrutturali fondamentali per il sistema Italia. Le opere sono la TAV, Ferrovia ad Alta Velocità tra Milano e Genova ed il sesto macrolotto dell'Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, per intenderci, quello compreso tra Laino Borgo e Campotenese.
L'inchiesta "Amalgama", coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, e condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma, ha portato gli inquirenti a ipotizzare "una associazione per delinquere finalizzata al compimento di condotte corruttive per l'ottenimento di contratti di subappalto nell'ambito dei lavori per la realizzazione delle seguenti opere pubbliche".
Ora, io esprimo un mio parere, affermando che le nuove opere servono.
Infatti, a fronte di questo scandalo vi sono quelli che dicono che "le nuove opere non si debbono fare".
Io trovo che questa posizione sia qualunquista.
Per risolvere il fenomeno corruttivo non si debbono bloccare le opere importanti per il nostro Paese.
Il nostro Paese deve essere competitivo e per essere competitivo servono nuove infrastrutture, che ad oggi sono carenti.
A noi servono le infrastrutture, visto che nel nostro Paese non si fa impresa e che c'è sempre più povertà.
Qualcuno mi dirà che un cristiano deve considerare il denaro come "sterco del diavolo".
Dire che il denaro è lo "sterco del diavolo" non è Cristianesimo ma è ipocrisia.
Nemmeno Gesù Cristo condannò i ricchi e la ricchezza.
Semmai, egli condannò la superbia, l'egoismo, l'ingordigia e l'avarizia, che è oggi tutto ciò di cui sono accusate le trentacinque persone indagate.
Ergo, per il bene del nostro Paese si facciano le infrastrutture e si faccia anche un serio monitoraggio sugli appalti, per evitare queste situazioni.
Cordiali saluti.

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