come riporta il sito "Jihad Watch", il primo ministro canadese Justin Trudeau (nella foto) dice che la diversità rende forte il suo Paese.
Ringrazio l'amica e socia Stephanie Caracciolo dell'articolo.
Ha detto ciò riguardo alla commemorazione dell'attacco terroristico che colpì Ottawa due anni fa, il 22 ottobre 2014.
In quell'attacco restò ucciso il soldato italo-canadese Nathan Cirillo.
Ora, io non sono d'accordo con Trudeau.
La diversità arricchisce una società fintanto che esistono una comunione di intenti ed un rispetto reciproco tra le varie comunità che la compongono.
Nel caso dell'Islam, purtroppo, non si è ancora chiarita la cosa.
Infatti, esistono musulmani moderati ma non esiste l'Islam moderato poiché per l'Islam l'unico riferimento vero è il Corano (come dice Magdi Cristiano Allam, per i musulmani "Dio si fece carta nel Corano") e da parte dell'Islam vi sono due atteggiamenti: un rifiuto totale della nostra società o la taqqiya, ossia una dissimulazione, un fare sembrare di rispettare le nostre regole e la nostra società, che nasconde le vere intenzioni.
Solo in rari casi vi sono musulmani che accettano sinceramente i nostri valori e li riconoscono.
Il politologo americano Edward Luttwak è stato chiaro.
Quello della diffusione del terrorismo e del fanatismo islamico è un problema che va affrontato con fermezza.
Per Luttwak, in primis, si deve imporre agli imam l'uso della lingua del Paese che ospita la comunità islamica di cui sono a capo durante i sermoni.
E nel caso in cui gli imam non si volessero piegare alla misura, "un bel giorno si presentano i vigili del fuoco e scoprono che gli impianti antincendio non sono a norma. La moschea o il luogo adibito al culto vengono chiusi per ragioni di sicurezza". Il politologo poi pone altre condizioni ai musulmani che chiedono più moschee: "Non diventino luoghi di indottrinamento radicale e di reclutamento per la jihad. La seconda: la reciprocità. Governi come quello saudita che finanziano le moschee in Europa debbono impegnarsi ad autorizzare la costruzione di chiese nei loro Paesi, dove ci sono cristiani senza chiese". Sono perfettamente d'accordo.
Il terrorismo va fermato e noi dovremmo iniziare ad alzare la posta, per esempio chiedendo ai Paesi musulmani di iniziare a fare costruire nel loro territorio sinagoghe per gli ebrei e chiese per i cristiani.
Sono d'accordo con Luttwak anche riguardo a Papa Francesco.
Questa è anche una guerra di religione e non solo di interessi.
Se fosse una guerra solo di interessi, ci sarebbero anche terroristi ebrei, cristiani o di altro credo ed il terrorismo sarebbe diffuso anche nelle altre religioni.
Invece, tutti i terroristi oggi sono musulmani, anche se non tutti i musulmani sono terroristi.
Inoltre, pur essendo accogliente, un Paese deve difendere le proprie radici culturali e storiche.
Se non farà così
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