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Una voce libera per tutti. Sono Antonio Gabriele Fucilone e ho deciso di creare questo blog per essere fuori dal coro.

Il mio libro sul Covid

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Il mio libro, in collaborazione con Morris Sonnino

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venerdì 28 ottobre 2016

Un lavoro che non farei mai: il sacerdote

Cari amici ed amiche,

faccio una riflessione su una questione.

Qualcuno mi ha posto questa domanda: "Visto che sei una persona credente e praticante, che vai in chiesa e leggi alla messa che si celebra presso l'Istituto Geriatrico "Antonio Nuvolari" di Roncoferraro e che sei senza lavoro, perché non ti fai prete?".
La mia risposta a questa domanda è: "Io non sono mica Martin Lutero".
Ora, la mia risposta è molto semplice.
Premetto che io non sono un anticlericale. Anzi, sono un  cattolico praticante e credo profondamente.
Rispetto i sacerdoti. Tantissimi di loro fanno opere buone e li ammiro.
Però, il sacerdozio non sarebbe per me occupazione idonea e non è una questione di mancanza di fede.
Io penso che per essere dei buoni preti serva prima di tutto una vocazione.
Avere la vocazione per il sacerdozio significa sentirsi dentro di essere un sacerdote, un uomo "chiamato" da Dio, per mettersi completamente al servizio di Dio e del prossimo nel ministero sacerdotale.
In secondo luogo, io penso che un buon prete debba essere un uomo che unisce.
Io non sono un uomo che unisce.
Lo dico a chiare lettere.
Io sono una persona che si esprime in modo forte e che su certi temi divide.
Per esempio, su materie come l'immigrazione ed il riconoscimento dello Stato della Palestina io sono arrivato a contestare apertamente la posizione assunta da Papa Francesco.
Questo c'è stato lo scontro tra Papa Francesco e Donald Trump sull'immigrazione, io mi sono schierato con il tycoon.
L'ho contestata e non riesco nemmeno a pentirmi di ciò perché la mia coscienza me lo dice.
La mia coscienza mi dice di dire "no" all'immigrazione clandestina.
Se Papa Francesco parlasse di nuovo di "accoglienza di immigrati clandestini senza condizioni" , io lo contesterei di nuovo.
Sia chiaro, non ce l'ho con il Santo Padre. Però, io ritengo, per esempio, che non si possa incoraggiare l'immigrazione clandestina, quando l'Italia ha oggi dei grossissimi problemi.
Il terremoto è l'ultimo di questi.
Inoltre, da "sionista" cristiano convinto, dico che Israele è l'unico Stato che possa garantire anche la sicurezza dei cristiani.
Su temi del genere, io creerei grossi problemi alla Chiesa, se fossi un sacerdote.
Anche io, come il monaco tedesco Martin Lutero (qui ci riallacciamo alla mia risposta) ho rischiato di essere colpito da un fulmine ma (a differenza del tedesco vissuto più di 500 anni fa) io non mi sono messo (né mi metterei mai) l'abito sacerdotale o monacale, sapendo di non avere una vocazione e sapendo di queste mie caratteristiche.
Non voglio certo fare un cattivo servizio alla Chiesa, la quale contempla anche i laici.
Un prete deve essere una persona in grado di unire una comunità.
Spero di essere stato abbastanza chiaro.
Poi, come si suol dire, le vie del Signore sono infinite.
Cordiali saluti.

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