il Foreign Office del Regno Unito si è scusato della gaffe degli italiani distinti in "napoletani" e "siciliani".
Come riporta il blog "Attivismo.it", ci sarebbe stata una "rettifica" riguardo a ciò.
Infatti il questionario esiste veramente, ma riguarda la classificazione linguistica, non etnica. Non c’è nessun intento di discriminare fra italiani, siciliani e napoletani sulla base delle loro origini. Le scuole britanniche, in altre parole, chiedono ai genitori degli alunni di indicare a quali aree linguistiche si sentono di appartenere o in quali lingue hanno competenza. Tutto qui.Basta infatti cercare in Google le parole “Italian (Napoletan)” (che spiccano perché la grafia corretta è neapolitan) per trovare documenti amministrativi britannici (come questo o questo) che permettono di scoprire che si tratta dei cosiddetti Language code per il censimento linguistico.
Sono codici di classificazione linguistica completamente distinti dagli Ethnicity code del censimento britannico, che in effetti potrebbero essere controversi (anche se non si basano sugli antenati o sul colore della pelle ma sul senso di appartenenza culturale e sociale) ma nei quali comunque esiste un’unica categoria per gli italiani, ossia Italian, punto e basta.
Ora, questo tema ci deve fare riflettere.
Lo faccio ripartendo da un articolo, partendo da quello che io ho scritto sulla mancanza della coscienza collettiva da parte nostra.
Nell'articolo, io avevo commentato le parole dell'amico e collaboratore Angelo Fazio:
"Sono felice di averti ispirato. Hai ragione. A mio parere ci manca anche un sereno raffronto su alcuni eventi assai complessi del nostro passato. Mi riferisco, ad esempio, all'assurda mitologia partigiana che non tiene conto delle ultime scabrose scoperte in merito a quella pagina della nostra storia. Anche qui gli americani ci surclassano. Sto pensando a quando Clint Eastwood realizzò due film sulla battaglia di Iwo Jima: uno dalla parte degli americani e l'altra dalla parte dei giapponesi. Evidentemente anche i giapponesi erano esseri umani che hanno sofferto a causa della guerra. Qui da noi invece basta che qualcuno parli del Triangolo Rosso e nei suoi confronti avremo ostracismo in quantità industriale.".
Ora, la nostra storia ci caratterizza.
Nel Medio Evo, gli inglesi, i francesi e gli altri ci identificavano già come "italiani".
Identificavano come "italiano" tanto il lombardo, quanto il veneto, il laziale, il campano ed il siciliano.
Però, noi eravamo divisi come Stato e (in parte) come cultura.
Questo si protrasse nei secoli.
Oggi, noi vediamo ancora queste divisioni.
Come ho citato nel precedente articolo qui in Lombardia (ove vivo) si vedono le processioni dei santi patroni come "manifestazioni esteriori inutili".
In Sicilia, invece, esse sono importanti.
Questo è anche figlio di un retaggio storico.
La Lombardia fu influenzata dal giuseppinismo asburgico mentre la Sicilia risente molto della religiosità spagnola.
Questa è una cosa che non si può negare.
Prendiamo anche i dialetti.
Il dialetto lombardo è un dialetto gallo-italico e risente molto di influenze francesi e germaniche.
Il dialetto siciliano è un dialetto meridionale estremo e risente di influenze greche, arabe, franco-normanne, catalane e spagnole.
E' chiaro che vi siano delle differenze.
Ora, faccio un'altra riflessione.Prendiamo (ad esempio) gli USA. Se prendiamo un americano del Vermont ed uno del Texas noi notiamo che tra loro vi sono differenze enormi. Eppure, tanto l'americano del Vermont quanto quello del Texas si riconosce nella bandiera a stelle e strisce e nei valori di quel Paese. Gli americani hanno una coscienza collettiva. Gli USA si formarono per volontà del popolo. Noi, invece, non abbiamo una coscienza collettiva, per la nostra storia.
Questa situazione è dovuta al fatto che il processo di unificazione del nostro Paese non sia avvenuto in modo naturale ma con un'annessione condotta da parte di uno degli Stati Italiani (il Regno di Sardegna) ai danni degli altri e contro la Chiesa.
Ora, i popoli degli Stati italiani furono popoli formati sulla cristianità e questo incise molto.
I popoli italiani non condussero il processo di unificazione.
I plebisciti pro-Savoia erano truccati.
Ciò creò ostilità verso il nuovo Regno d'Italia, quello Stato che si formò nel 1861.
Questo fu aggravato con l'arrivo del socialismo. Qui a Roncoferraro (Mantova) il socialismo è radicato.
Basta che voi entriate in Corte Grande, precisamente nella soffitta della sede del Comitato Manifestazioni Roncoferraro (di cui sono vice-segretario), e che vediate i graffiti con la falce ed il martello scritti sui muri dai braccianti dei secoli XIX e XX, i quali ce l'avevano con il "padron cun li braghi bianchi". Traduco: "Il padrone con i pantaloni bianchi".
Questo fu aggravato con l'arrivo del socialismo. Qui a Roncoferraro (Mantova) il socialismo è radicato.
Basta che voi entriate in Corte Grande, precisamente nella soffitta della sede del Comitato Manifestazioni Roncoferraro (di cui sono vice-segretario), e che vediate i graffiti con la falce ed il martello scritti sui muri dai braccianti dei secoli XIX e XX, i quali ce l'avevano con il "padron cun li braghi bianchi". Traduco: "Il padrone con i pantaloni bianchi".
Comunque, mi sento di ripetere che non furono certo un massone roncoferrarese, Giuseppe Nuvolari, un pirata nizzardo (che era anche anticattolico) ed un politico piemontese indebitato con le banche inglesi ad unirci nel 1861.
Cordiali saluti.
Cordiali saluti.
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